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 2016  marzo 28 Lunedì calendario

RUMORE PER SETTE

Secondo Ennio Morricone anche il rumore è materiale creativo: «I rumori non sono difetti, non sono errori (…). Sono una fonte di ispirazione, perfino sgradevoli ma di brutale bellezza, densi di esperienza e di vita. Nei western di Sergio Leone misi anche colpi di frusta, di martello, di campane. E poi la voce umana, ma usata come uno strumento. Voce che canta, che fischia, che si schiarisce la gola, che schiocca la lingua… In una partitura dedicata all’inverno misi perfino dei colpi di tosse» (Dell’Arti, Gazzetta dello Sport).

Uno studio americano pubblicato sul Journal of Consumer Research dimostra che il silenzio assoluto è nemico della creatività perché ostacola il pensiero astratto, che permette di ragionare fuori dagli schemi. A favorire la creatività sono invece ambienti in cui l’intensità sonora si aggira attorno ai 70 decibel (tipicamente, un bar).

Nel silenzio assoluto possiamo resistere non più di tre quarti d’ora. Lo hanno stabilito gli esperti degli Orfield Laboratories, una società statunitense che si occupa di acustica dei luoghi (per esempio, per i teatri). Nella loro “camera aneconica”, che assorbe il 99,99 per cento dei suoni, nessuno è riuscito a resistere più di 45 minuti, disorientato dalla mancanza dei riferimenti sonori che in genere usiamo quando ci muoviamo, e angosciato dai rumori quali il gorgoglio del proprio stomaco, il respiro, il battito cardiaco, che normalmente non si percepiscono.

Il respiro umano a una distanza di 20 centimetri sfiora i 20 decibel, un aspirapolvere arriva a 70, una serata in discoteca a 100, un razzo al decollo a 180. La soglia del dolore sta a 130.

Chi fa un lavoro che lo espone a 80 decibel per 40 anni, ha una probabilità su due di diventare sordo.

Il rumore del traffico aumenta il rischio di avere un ictus del 27% (fonte: European Heart Journal).

I baci nell’orecchio con lo scocchio della lingua sono pericolosi per il sistema uditivo, raggiungono un’intensità di 130 decibel ( un aereo al decollo arriva a 120) e possono provocare microlesioni alle cellule del nervo acustico.


Nel 2008/2009, una ricerca della Bbc sul girone di andata della Premier League inglese ha indicato che la tifoseria più rumorosa era quella dello Stoke City, con 101,8 decibel (circa il livello di rumore in una discoteca) di media a partita, seguita da quelle del Tottenham Hotspur e del Liverpool. In questa classifica, le prime 10 squadre superavano tutte i 90 decibel. Le misure erano effettuate a bordo campo da un ingegnere del suono. Nel 2007, uno studio commissionato da una società telefonica sulle partite di agosto e settembre sempre della Premier League aveva registrato valori di punta impressionanti: in vetta i tifosi del Sunderland, che incitavano i propri beniamini con chiasso a 129,2 decibel, più o meno quello di un aereo al decollo a 50 m di distanza.

Secondo un’indagine GfK Eurisko il Paese più rumoroso del mondo è l’America, seguita da Italia, Francia, Gran Bretagna, Portogallo, Belgio, Spagna, Australia, Olanda, Nuova Zelanda e Germania. In Italia la città più rumorosa risulta Napoli, con frastuoni legati soprattutto alla strada, alle conversazioni tra le persone e ai trasporti pubblici. Seguono Roma, Milano e Torino.

L’intossicazione da rumore si manifesta con ronzii e fischi dell’orecchio, nausea e cefalee, dimagrimento, stanchezza. I danni causati da suoni troppo forti possono portare alla sordità traumatica.


Roberto Bertollini, direttore di ricerca dell’ufficio europeo dell’Oms: «Il livello raccomandato dall’Organizzazione mondiale per la salute è di 30 decibel nella stanza da letto durante la notte e 35 decibel nelle classi scolastiche. La mancanza di un sonno adeguato può determinare infatti pressione alta e malattie cardiovascolari. Si calcola che nell’Unione europea a causa dell’eccesso di rumore si perdano 61mila anni di buona qualità della vita per malattie ischemiche del cuore, 45mila anni per disturbi cognitivi nei bambini, 903mila anni per disturbi del sonno. Sommando anche gli altri effetti si arriva a un totale di 1,6 milioni di anni di vita di buona qualità persi».

Le autorità di Tokyo vogliono rivedere la legge che impone un limite di 45 decibel ai rumori nelle aree residenziali. Il ripensamento è causato dalla crescita di denunce per suoni che arrivano da parchi e asili. I responsabili sono i bambini che giocano. Il limite imposto finora è davvero basso (il quotidiano britannico Financial Times lo paragona al rumore che viene permesso in una biblioteca). E fa sì che gran parte dei suoni prodotti dai bambini siano, in pratica, fuorilegge.



In città, alcuni uccelli cantano a squarciagola per attirare il compagno che altrimenti, sotto il rumore del traffico, non li sentirebbe: riescono così a riprodursi e a sopravvivere allo stress della vita cittadina. L’adattamento è stato studiato nella cinciallegra da un gruppo di ricercatori olandesi dell’Università di Leiden.

In Irlanda nel 1688 i maggiolini formarono una nuvola così fitta da oscurare il cielo, distruggendo tutta la vegetazione, per cui il paese prese le sembianze dell’inverno. Di giorno il rumore delle loro mascelle pareva quello che produce una sega tagliando un grosso pezzo di legno e la sera il loro ronzio sembrava il rullo lontano di un tamburo.

Nella primavera del 1958, ci fu una mobilitazione dei cinesi di Pechino contro i passeri, considerati con topi, mosche e zanzare uno dei "quattro mali" (perché distruggono i raccolti). Per tre giorni dall’alba al tramonto tutti i cinesi di Pechino hanno fatto rumore con tamburi, urla, grancasse improvvisate: gli uccelli, terrorizzati, non si posavano mai e alla fine il cuore gli scoppiava per la fatica. All’università avevano appeso barattoli ai rami di tutti gli alberi e chi passava doveva battere i barattoli con un bastone.

La ranocchia Eleutherodacylus coqui, attiva solo di notte, quando va in giro a caccia di insetti, ragni e invertebrati che cattura con la tattica in uso tra gli anfibi, stordendoli cioè con un violento colpo di lingua. Durante il periodo degli amori è assai molesta a causa del caratteristico richiamo che i maschi lanciano alle femmine. Il frastuono può raggiungere i 90 decibel, l’equivalente di una rumorosa macchina falciatrice.


«Una decina di specie di pesci tra cui sogliole, corvine, triglie e merluzzi soffrono per il rumore. Il traffico navale, i lavori sulle coste e le indagini nei fondali alla ricerca del petrolio causano la fuga dei pesci, la mancata riproduzione, ma anche danni di tipo anatonomico come la rottura della vescica natatoria, che porta alla morte» (Fabrizio Borsani, ricercatore dell’Istituto centrale ricerca scientifica e tecnologica applicata al mare).


Gli antichi cinesi, convinti che le eclissi di Luna fossero provocate da un dragone intento a ingoiare il corpo celeste. Per allontanarlo cercavano di far più rumore possibile. La tradizione giunse fino al secolo scorso, quando la Marina Militare Cinese durante le eclissi sparava ancora colpi in aria per scacciare il drago.


L’Anammi, Associazione degli amministratori d’immobili, ha stilato una classifica dei rumori che sono tra le principali cause di litigio nei condomini: al primo posto c’è il ticchettio di tacchi femminili, seguiti dall’abbaiare dei cani, dagli elettrodomestici accesi di notte, dal volume della tv troppo alto, dagli schiamazzi dei bambini.


Una ricerca realizzata negli Stati Uniti ha rivelato che dormire accanto a una persona che russa può provocare sordità. Il rumore emesso dal russatore, infatti, può raggiungere anche i 120 decibel, sufficienti per contrarre patologie come affaticamento, ansia e scarsa concentrazione. Secondo André Tan, otorinolaringoiatra dell’università canadese Queen’s, i danni subiti da chi dorme vicino a un russatore sono gli stessi che se si dormisse accanto a un macchinario industriale.

Le signorine timide di Tokyo portano sempre in borsetta Sound Princess, un dispositivo da mettere in funzione ogni volta che vanno in bagno: il marchingegno, disponibile con diverse melodie, emette una canzoncina che copre il rumore della pipì.


Scoréggia. Dal latino coreggia, ”cinta di cuoio”, dal tipo di rumore simile allo schiocco di una cinta prodotto nell’atto della flatulenza.

Tra le invenzioni brevettate in Italia nel 2004, le mutande contro i peti, slip dotati di un aspiratore elettronico in grado di assorbire gli odori nocivi e convertirli in un piacevole profumo. Funziona così: piccolissimi condotti trasportano il gas naturale fino a un depuratore chimico situato in un’appposita tasca; quando scatta la flatulenza l’aggeggio si accende e rende l’aria respirabile. Per attenuare il rumore di peti particolarmente violenti, le mutande sono inoltre fornite di materiale fonoassorbente, che lo elimina quasi del tutto.

Aneddoto su Striscia la notizia raccontato da Enzo Iacchetti: «Una sera Ezio (Greggio, ndr) ha portato una macchinetta che simulava imbarazzanti rumori corporali e la azionava tutte le volte che le veline, in un balletto, si dovevano piegare. Ridevamo come pazzi».

Un motorino truccato produce il rumore di dieci automobili.

Decibel di rumore: zanzara vicina all’orecchio 10 db, bisbiglio a un metro 15 db, rumore di fondo notturno in città 30 db, stadio 55 db, traffico cittadino diurno 70-80 db, fortissimo di grande orchestra in sala 100 db, gruppo rock in locale chiuso 110 db, jet al decollo 130 db, missile al decollo (a 50 m) 200 db, massimo rumore prodotto in laboratorio 210 db.

Il suono più forte della storia, causato nell’agosto 1883 dall’eruzione dell’isola di Krakatoa (tra Giava e Sumatra), arrivò a circa 172 decibel fino a oltre 160 chilometri di distanza, mandò in frantumi i timpani delle persone fino a 50 chilometri di distanza e venne avvertito dal 10 per cento della popolazione mondiale.


Secondo le statistiche l’orecchio umano giudica piacevoli i rumori della foresta, compresi fra i 20 e i 30 decibel; le musiche dolci, fra i 40 e i 50 decibel; la voce parlata, tra i 40 e i 60 decibel. Trova sopportabili il ticchettio della macchina da scrivere (60/75 decibel) e il rumore medio della strada (tra gli 80 e i 90 decibel). Si entra in zona critica avvicinandosi ai 100 decibel di camion, trattori, treni che entrano in stazione eccetera. L’orecchio comincia a soffrire oltre i 100 decibel di officine, discoteche, aerei a elica (120/130 decibel), aerei a reazione (oltre 130 decibel).

Ricercatori della Newcastle University hanno sottoposto tredici volontari a una raccolta di 74 emissioni acustiche differenti e oscillanti tra 2 mila e 5 mila Hz, monitorando le risposte cerebrali con tecniche di risonanza magnetica. Il suono per cui i cervelli dei volontari hanno dimostrato maggiore intolleranza è stato lo stridio del coltello e della forchetta sfregati contro il vetro. Seguono il rumore del gesso e delle unghie sulla lavagna. Il suono più gradevole è quello del ribollire dell’acqua.

Iperacusia, l’abnorme sensibilità ai suoni detta anche "allergia al rumore". Basta il suono di un clacson o il trillo di un telefono cellulare per entrare nel panico. In Italia ne soffrono circa 60mila persone. E’ un disturbo che spesso va di pari passo con l’acufene, il "rumore immaginario" che riempie la testa del 10% degli italiani. Nel 4% dei casi gli acufeni sono talmente fastidiosi da diventare disabilitanti e il 30% di coloro che soffre di forti disturbi manifesta anche l’iperacusia.

I misofoni, che hanno crisi di rabbia in presenza di determinati rumori. Tra i più comuni grilletti dell’ira dei misofobi: masticare pizza o biscotti croccanti; succhiare zuppe; sbadigliare rumorosamente; masticare al cinema chewingum o popcorn. Il capitolo ufficio comprende penne che scattano a ripetizione, picchiettii delle dita sul tavolo e perfino l’inevitabile digitare sulla tastiera. Piedi che vengono strascicati, cani che abbaiano, sedie spostate senza essere sollevate, orologi a pendolo che suonano, labbra che schioccano e dita che scrocchiano completano il quadro dei fastidi più comuni. In tutto, secondo uno studio dell’università della Florida del Sud, i misofobi raggiungerebbero il 20% della popolazione totale. Individui per il resto normali, senza disturbi dell’udito ma semmai, riferiscono alcune ricerche, leggermente affetti da ansia o da disturbi ossessivicompulsivi.

I rumori molesti nelle persone colpite da misofonia sono in genere prodotti da individui di famiglia o colleghi. Mogli, mariti, fidanzati e vicini di scrivania sono spesso al centro delle ire dei misofobi.
Una ricerca condotta nel 2013 dalle università di Amsterdam e della California ha evidenziato che la misofonia inizia spesso tra l’infanzia e l’adolescenza (91% dei casi), è scatenata da persone ben determinate (82% dei casi) ed è ereditaria (55% dei casi). Mentre le reazioni di rabbia scattano immediatamente se a masticare rumorosamente è il coniuge seduto di fronte a tavola, nessun misofobo viene minimamente infastidito dal proprio tirar su col naso o dallo strascicare dei piedi. Secondo una ricerca pubblicata da Frontiers in Human Neuroscience, uno degli espedienti per far sbollire la rabbia è quello di imitare il suono fastidioso (anche in funzione di rappresaglia). E l’interruttore dell’ira non scatta se il responsabile del rumore è un bambino o un animale indifeso.

Hans Christian Andersen era terrorizzato dai rumori.

Le scarpe da ginnastica anche dette sneaker: to sneak vuol dire ”muoversi senza far rumore”.

Anziché il letto a molla, Casanova per non fare rumore preferiva assi di legno e sacconi imbottiti di lana e di crine.

«Dormo con le palline di cera nelle orecchie. E ho scelto un appartamento irraggiungibile dai cellulari, inoltre ho investito in noise machine, una in ogni stanza. Si tratta di piccole scatole che assorbono i rumori esterni emettendo un’onda a bassa frequenza, ne ho sempre una con me» (Lauren Weisberger, autrice de Il diavolo veste Prada).

Jack London pestava così forte sui tasti della macchina da scrivere da aver spesso braccia indolenzite e dita piagate. I passanti, sentendo il frastuono proveniente dalla sua finestra, erano indotti a pensare che in casa stessero spaccando mobili.

Pino Caruso adora il chiasso assordante delle discoteche perché gli ricorda le bombe della seconda guerra mondiale: «Ho trascorso la mia infanzia tra rifugi e incursioni aeree. E un po’ di nostalgia di quel periodo stranamente mi è rimasta».


«Alla folla bisogna offrire feste rumorose, perché gl’imbecilli amano i rumori e la folla è fatta di imbecilli» (Napoleone).


« Il silenzio dell’invidioso fa molto rumore» (Kahlil Gibran).