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 2016  marzo 28 Lunedì calendario

CARLO D’INGHILTERRA PER SETTE

Il principe Carlo dipinge paesaggi e li vende online. Dal 1997 a oggi le vendite delle litografie tratte dai suoi acquarelli (sulle 2.500 sterline l’una, circa 3.250 euro, in edizioni limitate di 100), gli hanno reso circa sei milioni di sterline (che sono andate direttamente in beneficenza). La cifra è stata rivelata da Clarence House – la residenza reale accanto a St. James dove dal 2002, dopo la scomparsa della regina madre, vivono Carlo e Camilla – al Daily Telegraph (Persivale, Cds).

Il principe dipinge da quando aveva vent’anni. Ha studiato con Edward Seago (1910-1974), artista non innovativo ma di grande successo commerciale che fu molto amato da sua nonna la regina madre e da Filippo, il padre di Carlo (ibidem).

Carlo non riesce a dormire se nella sua stanza non ci sono due acquerelli della Scozia che Camilla ha dipinto per lui. Perciò, quando viaggia, se li porta sempre appresso.

Prima di lavarsi i denti chiede ai suoi valletti di mettergli il dentifricio sullo spazzolino (notizia raccontata da Jeremy Paxman nel libro On Royalty ma smentita da un portavoce di Clarence House, residenza ufficiale del principe).

Ha fatto installare nella residenza di Clarence House dei contatori che avvertono quando si consuma troppa energia.

La preoccupazione per l’ambiente è così forte da spingerlo a innaffiare il giardino di Clarence House con un tubo che parte dalla sua vasca e raccoglie l’acqua sporca del bagno.

A prendersi cura del Principe Carlo e di sua moglie Camilla ci sono 133 persone tra chef, cuochi, lacché, governanti, giardinieri, autisti, camerieri.

Carlo ha tre valletti personali che hanno come unica responsabilità quella di prendersi cura del suo guardaroba, scegliendo anche gli abiti da indossare giorno per giorno.

Un ufficiale al servizio del principe pulisce ogni giorno i suoi stivali e le sue scarpe. Una governante lava a mano la biancheria intima del principe nel momento stesso in cui se la toglie di dosso.

I valletti di Carlo stirano i lacci delle sue scarpe ogni volta che lui li slaccia per sfilarsi le calzature.

Carlo ha 50 paia di scarpe da 800 sterline l’uno fatte a mano da Lobb of St James’s.


Non sopportando gli sprechi di cibo, quando organizza un tè fa impacchettare gli avanzi per la cena. Quando va a Balmoral controlla per prima cosa il frigo e chiede ai domestici per chi sia stato comprato tutto quel latte e quelle cosce di pollo. Mangia pochissimo e beve solo un bicchiere di vino bianco.

Agli ospiti di Clarence House vengono sempre serviti Chateau Lafitte e champagne (che lui non beve).

Dovunque sia, mangia solo i prodotti bio delle sue terre, che lo seguono in speciali contenitori.

Fa cuocere ogni mattina sette uova, ognuna con un diverso grado di cottura e, dunque, con una diversa consistenza dell’albume. Le uova vengono allineate e numerate, così che il principe possa agevolmente testarle una per una e decidere quale più gli va a genio. L’indiscrezione, raccontata da Jeremy Paxman nel libro On Royalty, è stata definita «totalmente falsa» da un portavoce di Clarence House, residenza ufficiale del principe.

A chi gli chiede quale sia il suo piatto preferito, Carlo risponde: «La pasta coi funghi, ma raccolti da me».

Ogni Natale invita tutti i suoi servitori, più di 80 persone, all’hotel Ritz, dove possono ordinare tutto quello che vogliono.

In viaggio, si dice che Carlo porti sempre con sé la sua personale tavola del gabinetto foderata di capretto bianco e una speciale carta igienica di velluto.

Quando fa un lungo viaggio in aereo, per combattere il mal di schiena, si porta sempre dietro un materasso ortopedico: dotato di cinghie per tenerlo fermo durante il volo, è stato creato apposta per lui dalla sua fisioterapista di fiducia, l’australiana Sarah Key.


L’incarico più imbarazzante di Paul Burrell, valletto per vent’anni a Buckingham Palace: «Quella volta che il principe Carlo mi ordinò di comunicare ai reali di Spagna, ospiti a palazzo, di non buttare assorbenti e condom nel gabinetto per non danneggiare l’apparato fognario del giardino».

Quella volta che Carlo andò a visitare il set di Dr Who a Cardiff indossando un doppiopetto con una vistosa toppa sulla tasca sinistra.

Ogni anno il principe Carlo e suo padre Filippo finiscono nelle liste degli uomini più eleganti del mondo in virtù del classico stile Old England del loro abbigliamento: cappotti di cammello, giacche di tweed, berretti da pastore di pecore, l’occasionale kilt scozzese. E ogni anno gli abiti indossati con eleganza da Carlo e Filippo sono gli stessi.

«Indosso certe scarpe da 40, 45 anni e intendo farmi seppellire indossandole. Sono scarpe costose, ma durano. Ogni tanto bisogna risuolarle, ma ciò crea occupazione per chi fa mestieri che riparano le cose, mestieri in via di estinzione. Invece di buttare via una cosa quando è rotta o non funziona, c’è un’intera economia con un enorme potenziale per il settore delle riparazioni. Vale per tutto, vale anche per l’abbigliamento. Io indosso ancora vestiti, giacche, che ho comprato nel 1969. Certo bisogna impegnarsi un po’ per mantenere una forma ancora in grado di entrarci, in quei vestiti. Ma ne vale la pena. Perchè la cosa più importante è conservare una cultura, e la cultura ci arriva dalle comunità rurali, cresciute nel corso di migliaia di anni, in cui hanno formato i loro costumi, le loro abitudini, le loro tradizioni. La tragedia della nostra epoca è che, gettando via tutte quelle cose, perdiamo il contatto con la nostra identità più autentica. Il contatto con la natura» (Carlo d’Inghilterra).

Il Principe Carlo è molto attento ai polsini delle camicie. Li lascia logorare ma fino a un certo, quasi impercettibile, punto.

Quando nel 2005 ha sposato Camilla, ha scelto per la cerimonia un «morning suit» vecchio di 13 anni. Ha un cappotto di tweed che indossa dal 1987 e un paio di scarpe fatte in Old Bond Street con il cuoio destinato allo zar di Russia, recuperato da una nave affondata nel ’700.

Il suo sarto è dal 1982 Anderson & Sheppard, che stava in Savile Row e ora si è trasferito dietro l’angolo, in Old Burlington Street, con la stessa boiserie alle pareti e prezzi che partono da 4.000 sterline ad abito. Per ogni cliente, vengono annotati su volumi rilegati in pelle nome, indirizzo e misure, e ognuno deve scrivere personalmente il proprio nome perché ci sia una prova che ha ordinato l’abito e vengano poi evitate discussioni sul conto. Nei volumi ci sono i nomi di Picasso, Rodolfo Valentino e Fred Astaire, ma non c’è quello del Principe del Galles, identificato come Charles Smith. Nel negozio tutti si chiamano con l’appellativo di «Mr» e i nomi di battesimo sono banditi. In uno scatolone identificato dalla scritta «HRH Prince of Wales» sono conservati i pezzi di stoffa avanzati di tutti i suoi vestiti, pronti per le toppe di Carlo.

Carlo possiede una collezione di cappotti pakistani che usa solo per andare nell’orto.
Nel 1986 confessò di parlare alle sue piante.

Si dice che parli coi suoi polli, confidandogli i problemi che lo affliggono.

Poco incline a parlare con lo staff di Clarence House o di Buckingham palace, al quale si rivolge per lo più con foglietti vergati a mano.

Carlo fu il primo, 40 anni fa, a parlare di cibo biologico. Oggi la sua azienda, la Duchy of Cornwall, specializzata in prodotti non trattati, è un megabusiness con introiti intorno ai 20 milioni.

La sua fortuna personale è valutata in oltre 130 milioni di sterline.

A 65 anni ha chiesto il contributo statale non superiore a 110,15 sterline (la minima) che gli spetta dopo aver servito la Royal Navy per cinque anni e aver poi versato i contributi volontari. Tutto devoluto in beneficenza.

Guru ambientalista, appassionato di medicina alternativa, impegnato nella lotta contro i cambiamenti climatici, oggi è il principale collettore di fondi per beneficenza del mondo, in grado di raccogliere fra i 140 e i 180 milioni di euro l’anno grazie alle sue ramificate conoscenze e alla sua influenza.

Nel 2013, quando Carlo ha compiuto 65 anni, per la prima volta sua moglie Camilla ha concesso un’intervista, raccontando particolari inediti del loro menage familiare. Scegliere un regalo per Carlo, tanto per cominciare, è impossibile: «Ogni volta che gli ho comperato qualcosa ha aperto il pacchetto e ha detto “oh, grazie, molto bello”, facendo una smorfia. Il suo compleanno è a novembre e subito dopo c’è Natale. Due in fila: questo periodo dell’anno per me è terribile». Per rimediare, ha spiegato Camilla, Carlo ha stilato un elenco delle cose che gli piacerebbe ricevere. «È un collezionista di ceramiche, così gliene ho regalata una molto speciale».

Tutti sanno che Carlo ama le torte e così quando compie gli anni ne riceve decine.

Camilla Parker Bowles per i suoi sessant’anni ha ricevuto dal principe Carlo una pecora e un montone di razza pregiata. I due animali sono costati 300 sterline, circa 440 euro.

Carlo, rivela Camilla, non smette mai di lavorare. «Qualunque giorno sia, deve leggere, scrivere, fare riunioni. Per i suoi 65 anni mi ero immaginata che, dovunque fossimo, avrei trovato il modo di avere un momento intimo per gli auguri. Ma poi ho pensato che per attirare la sua attenzione avrei dovuto alzare un cartello con scritto: buon compleanno, caro».

In privato Carlo e Camilla si chiamano Fred e Gladys.

Il giorno che, durante un ballo ufficiale, le mani del principe Carlo si posarono sulle natiche di Camilla.

«E suo fratello cosa sta facendo di bello?» (il principe Carlo d’Inghilterra a Bakar bin Laden, fratello di Osama, durante un ricevimento ufficiale).