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 2016  marzo 28 Lunedì calendario

ADULTERIO PER SETTE

Dopo aver consultato più di quattrocento testi sulla natura sessuale della razza umana, lo scrittore Christopher Ryan, esperto di sciamanesimo e etnobotanica, e sua moglie Cacilda Jethá, ricercatrice sul comportamento sessuale in Mozambico per studiare come prevenire l’Aids, hanno scritto il saggio In principio era il sesso. Pubblicato negli Stati Uniti (adesso esce da noi da Odoya), il libro sostiene che il mondo pullula di corna perché nella storia della sessualità la monogamia non esiste. Ma il desiderio, nei secoli, è stato represso dalla religione, ignorato dagli scienziati e nascosto dai terapeuti (Aspesi, Rep).

Natalia Aspesi: «Cinque milioni di anni fa abbiamo condiviso un progenitore con le altre scimmie più evolute: non gli oranghi e i gorilla, ma gli scimpanzé e i bonobo, tutti, soprattutto questi ultimi, ipersessuati e iperpromiscui: monogami solo i gibboni, categoria inferiore dei primati, a cui gli umani stessi, per loro ragioni di ordine e potere, hanno obbligato la loro specie a conformarsi, andando contro la nobile natura ipersessuata e promiscua e obbligandola a immalinconirsi in una fedeltà gibbonica, imposta e subita, che da sempre e spesso suscita nella coppia rancore e, quando possibile, disubbidienza» (ibidem).


Il presidente americano Calvin Coolidge, visitando nel 1920 un allevamento di polli, sentì la sua signora informarsi di come riuscivano a produrre così tante uova. Allevatore: «I miei galli fanno il loro dovere». Signora Coolidge: «Lo dica a mio marito». Presidente: «Con la stessa gallina?». Allevatore: «No, passano da una gallina all’altra». Presidente: «Capisco». (ibidem).

Enrico VIIl, al confessore che gli rimproverava le numerose infedeltà coniugali, fece portare in tavola pernici ai tartufi per una settimana di seguito. Alla fine il sacerdote protestò: «Toujours perdrix!» («Sempre pernici!»). «Sempre moglie!», rispose il re.

In Italia un uomo su tre non è il vero padre del bambino che porta il suo cognome.

Secondo il Centro studi Aami, in Italia il 60% delle corna si consuma sul luogo di lavoro. Il luogo dove si tradisce di più è l’ospedale, seguito dagli studi professionali e poi dalle redazioni dei giornali.


Gli italiani tradiscono durante la pausa pranzo: almeno un adulterio su tre avviene fra le 12.30 e le 14.30. Soltanto i più fortunati hanno due ore di tempo per tornare a casa o trovare un hotel. Quasi tutti si arrangiano in macchina, in ufficio o nei bagni dei ristoranti. Questi i risultati di una ricerca pubblicata sulla rivista Riza Psicosomatica e condotta su un campione di circa mille italiani (età: 20-60 anni).

«Il traffico ha reso impossibile l’adulterio nelle ore di punta» (Ennio Flaiano).


Il quotidiano britannico The Indipendent, basandosi sui dati dei siti Match.com e The Richest, ha redatto una top ten dei Paesi al mondo con la più alta percentuale di maschi sposati che hanno confessato di avere avuto una o più relazioni extraconiugali. Al primo posto della classifica la Thailandia: il 56% dei Thailandesi ha ammesso di tradire abitualmente la propria compagna. In seconda posizione la Danimarca, con il 46% di mariti infedeli. Seguono: Germania e Italia (45%), Francia ( 43%), Norvegia (41%), Belgio (40%), Spagna (39%), Finlandia e Regno Unito (36%).
Secondo uno studio condotto da un gruppo di ricercatori australiani dell’università del Queensland, diretti da Brendan Zietsch, il 63% dei comportamenti fedifraghi negli uomini e il 40% nelle donne potrebbero essere legati a un’interferenza genetica. In particolare, l’équipe ha identificato nelle donne un singolo gene le cui variazioni potrebbero renderle più predisposte all’infedeltà di coppia. Zietsch e colleghi hanno esaminato dati relativi a 7.300 gemelli fra 18 e 49 anni d’età, tutti impegnati in relazioni di lunga data. Del campione, il 9,8% dei maschi e il 6,4% delle femmine avevano avuto due o più partner sessuali nei 12 mesi precedenti. Gli scienziati hanno confrontato le abitudini rilevate sia fra gemelli identici, che condividono l’intero patrimonio genetico, sia non identici, con Dna differente. Attraverso modelli d’analisi specifici, hanno quindi analizzato «quanto le differenze di comportamento fossero legate al corredo genetico». Zietsch: «Il nostro studio dimostra chiaramente che l’assetto genetico delle persone influenza la misura in cui sono inclini ad avere rapporti sessuali esterni alla relazione ufficiale».

Secondo Helen Fischer, antropologa, nella preistoria l’adulterio era una necessità, gli uomini copulando con donne diverse avevano più probabilità di metterne in cinta almeno una, le donne, partorendo figli di diversi padri, avevano più probabilità che almeno uno sopravvivesse.

Dice l’etologo Desmond Morris che la spiegazione dei tradimenti va cercata lontano nel tempo. Migliaia di anni fa, a un certo punto, nelle femmine non fu più manifesto il periodo dell’ovulazione. Ci si poteva accoppiare in qualunque momento, anche senza concepire: «Gli esseri umani non si limitavano a fare sesso, ma si innamoravano. Le coppie diventavano stabili, creando le premesse per un’unità familiare umana». Nonostante ciò, una certa flessibilità era necessaria, perché spesso i giovani maschi restavano uccisi durante la caccia e le donne morivano dando alla luce i figli: non si poteva restar fedeli per sempre a una persona morta. Ma perché marito e moglie sono infedeli anche se il partner sta ancora con loro? Morris dice che l’essere umano ubbidisce a due necessità: una lo spinge a dedicarsi all’allevamento dei figli nati nella coppia, l’altra ad approfittare di tutte le opportunità «casuali» che gli si presentano per mettere al mondo altri figli, senza che ciò intralci il progetto di famiglia. «Anche in un matrimonio felice entrambi i partner possono trasgredire per il potere di questa primigenia sollecitazione riproduttiva».

Nell’antica Roma, la pena per l’adulterio era la stessa per uomini e donne: entrambi venivano privati delle loro proprietà e banditi dalla società. Solo dal Medioevo s’è fatta strada la possibilità per i mariti d’avere rapporti sessuali fuori dal matrimonio (possibilità preclusa alle mogli).

In Italia sino al 1968 le adultere potevano finire in prigione (ibidem).

Il 19 dicembre 1968 la Corte Costituzionale stabilì di cancellare la norma del codice penale che puniva l’adultera. L’adulterio femminile non costituiva più reato e veniva equiparato a quello dell’uomo, che era impunibile.


Il primo paese a equiparare legalmente l’adulterio dell’uomo a quello della donna fu l’Austria, nel 1852.

Da Luigi Salerno, "Enciclopedia di Polizia. Ad uso dei funzionari e impiegati di p.s. ufficiali e sottufficiali dei Carabinieri,degli agenti di polizia e della Guardia di Finanza, Magistrati, Avvocati, Sindaci e segretari comunali", Hoepli, Milano 1952: «La moglie adultera è punita con la reclusione fino a un anno. Con la stessa pena è punito il correo dell’adultera. La pena è della reclusione fino a due anni nel caso di relazione adultera. Il delitto è punibile su querela del marito (...) L’elemento morale del delitto di adulterio consiste nel contatto carnale da parte di una donna maritata con un uomo che non sia il marito. Circa la materialità del delitto vi è divergenza in dottrina se gli atti di libidine o la congiunzione carnale contro natura siano atti incriminabili per il delitto di adulterio. Il Carrara, il Maino, il Puglia, sostengono doversi escludere l’ipotesi del congiungimento contro natura, mentre in senso contrario si esprimono Pessina, Impallomeni, Manzini ed altri...».

Nel 2013 in Iran è stata reinserita la lapidazione come pena per le adultere.

Tra i paesi dove si lapidano gi adulteri: Arabia Saudita, Iran, Pakistan, Sudan.

In Arabia Saudita, tra i casi che di recente hanno più colpito l’opinione pubblica, la condanna alla lapidazione di una donna per adulterio, commesso con un uomo che invece è stato condannato soltanto a cento frustate.

La lapidazione dell’adultero è contemplata dal Corano, ma vengono poste condizioni talmente rigide (ci devono essere quattro testimoni oculari dell’atto della penetrazione sessuale) da rendere di fatto inattuabile questa pena.


La duchessa di Argyll, al secolo Margaret Whigham Sweeney, che scandalizzò la Londra degli anni ’60 dopo che fu denunciata dal marito per 88 casi di adulterio.

Nel libro God’s Doodle: The Life and Times of the Penis, il giornalista Tom Hickman dice che secondo «diversi studi sociologici gli uomini con i testicoli grandi sono i più infedeli, mentre il contrario vale per chi ha le palle piccole». Il giornlista consiglia pertanto a chi cerca una relazione stabile di «investire in un orchidometro», lo strumento medico per misurare il volume testicolare.

Niccolò Paganini, impenitente erotomane, famoso anche per il gigantesco pene. Nel suo periodo presso la corte di Lucca, fu amante ufficiale della principessa Elisa Bonaparte, sorella di Napoleone e principessa e consorte del granduca Pasquale Felice Baciocchi, ma la tradì con la sorella Paolina e con la giovanissima contessina Adele. Durante la sua vita irretì donzelle di ogni età ed estrazione, dalla cantante Antonia Bianchi alla tredicenne protestante Angelina Cavanna (la cui seduzione gli causò il carcere) fino alle ragazze di taverna.
Tra le amanti di re Juan Carlos: «la decoratrice» (Marta Gayà, 18 anni di love-story), la «vedette» (la cantante Sara Montiel), la «regina dello spogliarello dagli impressionanti occhi verdi» (la soubrette Barbára Rey, sex-symbol degli anni 70-80), «le due Palome» (una delle quali sarebbe la cantante Paloma San Basilio).
Donna Rachele non lasciò mai Mussolini e tollerava le amanti perché «la donna è come la folla, è fatta per essere violata».
La contessa Virginia Oldoini moglie del conte Francesco di Castiglione, ebbe moltissimi amanti. Tra questi Napoleone III, Vittorio Emanuele II, Camillo Benso di Cavour, il vecchio barone Rothschild.

I maschi sono più bravi a scoprire l’infedeltà delle proprie compagne. Lo sostiene una ricerca condotta dalla Virginia Commonwealth University di Richmond (Usa) su oltre 200 coppie eterosessuali: uomini e donne hanno risposto a un questionario confidenziale relativo alle proprie infedeltà oltre a quelle intuite o sospettate del partner. Dai dati è emerso che gli uomini sono più infedeli: il 29% ha ammesso tradimenti contro il 18,5% delle rispettive partner. Ma sono anche più bravi a scoprire se sono stati traditi: mentre le donne azzeccavano le eventuali avventure del partner nell’80% dei casi, gli uomini arrivavano alla percentuale del 94. Secondo gli studiosi gli uomini indovinano più spesso i tradimenti solo perché tendono a essere sospettosi. E la ragione è legata a questioni evolutive: i maschi sono più diffidenti perché non possono mai essere sicuri che la prole sia effettivamente loro.

«Che uomo è mai uno che si fa cogliere in flagranza di adulterio?», domandò una volta Pontidio, durante un dibattimento davanti alla corte. Cicerone: «Lento».


All’epoca della Roma repubblicana, gli avvelenamenti si moltiplicarono a tal punto che fu necessario emanare una legge al riguardo. Sembra che il veneficio venisse commesso molto più dalle donne che dagli uomini, in particolare dalle adultere che, per disfarsi del marito, ricorrevano all’arsenico. Di qui, il detto romano "adultera, ergo venefica".

Secondo Catone, tutte le donne romane erano adultere e «a Roma non c’è adultera che non sia un’avvelenatrice».

Abitudine dei romani antichi di costringere l’adultera, il giorno dopo la condanna, a fare sesso con chiunque ne avesse voglia (il primo pretendente veniva estratto a sorte).

Cesare in un ritratto di Svetonio: «È noto quanto Cesare fosse incline alla libidine e alle spese pazze, così com’è noto che sedusse molte donne nobili, tra cui Postumia, moglie di Servio Sulpicio, Lollia, moglie di Aulo Gabinio, Tertulla, moglie di Marco Crasso, e persino Mucia, moglie di Pompeo. […]Perché non ci siano dubbi sul fatto che notoria era la fama della sua impudicizia e dei suoi adulteri, ricorderò che Curio padre in una sua orazione lo chiama “marito di tutte le mogli e moglie di tutti i mariti”».



Nell’antico Perù, l’uomo che seduceva una delle mogli o delle concubine di un inca veniva bruciato vivo con l’adultera e con i suoi parenti stretti (genitori, mogli, figli). Gli abitanti del suo villaggio venivano allontanati dalle loro case e il villaggio raso al suolo. Sul terreno si spargeva sale, affinché non vi crescesse più nulla.


I Kuikuru del Brasile ammettono dodici amanti a coniuge, da tenere anche contemporaneamente, purché con discrezione. Gli eschimesi Inuit offrono la moglie agli amici che si vogliono ingraziare, le mogli accettano ben volentieri di essere regalate.

La Bibbia non considera adulteri gli uomini sposati che vadano con una donna libera, ma condanna (a morte) il rapporto tra uomini e donne sposati.

I cinesi potevano avere anche mille concubine, ma non accoppiarsi con le concubine di un altro.


Stendhal, quando scorse dal buco della serratura l’amata Angela con un altro uomo, cadde in depressione per diciotto mesi («Le marionette che avevo visto mi danzavano davanti agli occhi, non riuscivo più a scrivere, parlare e pensare»). Una volta guarito, per eccitarsi si fece raccontare da Angela tutte le sue infedeltà nei minimi particolari.


Antico sistema per smascherare una moglie sospetta di infedeltà: si sistema una bottiglia di latte sotto il letto coniugale, se durante la notte rimane intatto la consorte è innocente, se caglia no.


Il 26 febbraio 2015 la Corte Costituzionale di Seul ha fatto decadere la legge sudcoreana contro l’adulterio, perché secondo i giudici viola la libertà personale. Questa legge fu emanata nel 1953 e prevedeva fino a due anni di carcere per il fedifrago. Dal 1985, anno in cui sono stati istituiti i registri elettronici della Procura Suprema, circa 53.000 cittadini sudcoreani sono stati incriminati e più di 35.000 sono finiti in carcere per adulterio. Già negli ultimi tempi, però, l’applicazione di questa legge era stata fortemente ridimensionata: su 892 incriminati nel 2014, nessuno è stato incarcerato e la maggior parte dei processi si è conclusa con un accordo finanziario. Subito dopo la sentenza il valore delle azioni di Unidus Corp., produttore sudcoreano di preservativi, è salito del 15%.


Secondo un sondaggio tedesco, gli uomini che guidano la Porche sono i meno fedeli (la metà di questi ammtte infatti di aver tradito almeno una volta). Al secondo posto i guidatori di Bmw, al terzo quelli della Ford. Le donne più infedeli invece sono al volante di un’Audi.


Nel luglio 2015 un gruppo di hacker rubò i dati ad Ashley Madison – il sito dove si incontrano gli adulteri – dando nome, cognome e particolarità degli utenti. Tra gli svergognati planetari –32 milioni gli account violati – tre si suicidarono (due in Canada e uno negli Stati Uniti). Nella rivendicazione del prelievo dei dati, gli hacker definirono gli utenti «pezzi di merda traditori» che non meritavano riservatezza.

Ashley Madison, famoso per lo slogan «La vita è troppo breve, concediti un’avventura».

Gli hacker del sito di fedifraghi AshleyMadison hanno anche reso noti i nomi di 15mila cinesi traditori. Stanno soprattutto a Shanghai (8.953 iscritti), poi a Pechino e Shenzhen. In un sondaggio lanciato dal quotidiano online Duowei il 13% dei cinesi dichiara di avere regolarmente relazioni fuori dal matrimonio. Il dato, se confermato, farebbe della Cina lo Stato più cornuto d’Asia.

Le persone che si amano e vogliono testimoniarsi la reciproca fedeltà si scaricano sul cellulare il programma mCouple: permette di visualizzare messaggi sui social network, contenuto delle chat, email ricevute e mandate dall’altro. I più gelosi hanno a disposizione mSpy: originariamente pensata per genitori desiderosi di controllare i figli, sempre più spesso si scarica per localizzare con il Gps la posizione dell’amato, oltre al contenuto delle chiamate, degli sms, della chat di WhatsApp e delle email. Scaricare questo mSpy sul cellulare del fidanzato è illegale se non si ha il suo permesso, però si può anche evitare di chiederglielo perché, una volta installato, il programma è invisibile. Quelli che non vogliono farsi spiare possono scaricare Wiper, che cancella cose compromettenti dal telefonino di chi riceve. C’è anche NosyTrap: scatta una foto a chiunque armeggi col vostro telefonino.

L’adulterio fa male alla salute. E’ quanto emerso da un’indagine della rivista «Sani Naturalmente», che ha intervistato 874 italiani di età compresa tra i 22 e i 55 anni, uomini e donne. I malesseri che affliggono sono l’ansia di essere scoperti, di venire assediati di telefonate dell’amante o di lasciare in giro tracce compromettenti (57% dei casi); l’emicrania e il mal di testa in genere (44%), l’insonnia (31%). Seguono l’acidità di stomaco (24%), difficoltà respiratorie (22%), capogiri (17%) e nausee (15%). Il 10% accusa inappetenza dopo il tradimento. I più colpiti dalla sindrome "da adulterio", sono i più giovani. Quelli d’età compresa tra i 25 e i 35 anni nel 77% dei casi hanno risentito di malesseri fisici dopo una scappatella. Fra le persone tra i 35 e i 45 anni, il 41% ha accusato malanni di vario genere. Solo il 29% dei fedifraghi tra i 45 e i 55 anni è andato incontro a problemi di salute, mentre il 71% di loro sostiene di essere stato meglio dopo l’adulterio. A soffrire sono tanto gli uomini quanto le donne, senza nessuna differenza.

Le femmine di scimpanzè copulano fino a ottanta volte la settimana, con partner diversi.

Le femmine degli scimpanzé della Tanzania avendo un solo maschio a disposizione ammettono non più di dieci rapporti quotidiani. Ma se i partner cambiano, arrivano fino a 50. Le babbuine del Kenia si uniscono 25 volte al giorno con tre partner diversi. Le bertucce in calore hanno un rapporto ogni 17 minuti con tutti i maschi del branco.

Gli scimpanzé nani ”Bonobo” vivono il sesso in maniera molto libera. E’ praticato da tutti con tutti, si accoppiano tra loro, per tutto l’anno, maschi con femmine, maschi con maschi, femmine con femmine, adulti con giovani, parentela compresa.

L’etologa Olivia Judson spiega che per essere certi che altri non fecondino la femmina prescelta, i maschi di svariate specie animali hanno escogitato sistemi piuttosto fantasiosi. Per esempio il pene della libellula Calopteryx è fatto a scovolino per pulire la compagna dal seme dei precedenti amanti. Il maschio che s’accoppia con l’ape regina invece, una volta unito nell’atto d’amore, esplode lasciando dentro alla femmina il proprio apparato riproduttore che fa da cintura di castità.

Laddove le femmine sono fedeli, il pene del maschio è piccolo: tra i gorilla, il cui maschio dominante compete con pochi rivali, il pene medio è di cinque centimetri, mentre l’anatra Oxyura vittata, costretta a una guerra continua, ne ha uno di venti.
Una ricerca della Sheffield University ha riscontrato che anche i cigni, simbolo della fedeltà, vanno soggetti a scappatelle e tradimenti. Alcuni restano effettivamente insieme per tutta la vita, ma non sono necessariamente il simbolo della fedeltà coniugale: se hanno l’occasione di incontrare un altro cigno di proprio gradimento, non esitano a flirtare e a concedersi un’avventura. Lo stesso si può dire, affermano gli scienziati dell’università inglese, praticamente di tutte le specie di volatili: dai pappagalli agli usignoli. Ne hanno studiate più di 200 e non ne hanno trovata una in cui non esista la promiscuità sessuale. In generale le femmine sono propense ad accoppiarsi con diversi esemplari più dei maschi.

Secondo uno studio della British Columbia University durato 80 anni in alcuni parchi del Ghana, essere monogami può portare all’estinzione. Ben 78 specie di animali che risulutano estinte a livello locale hanno infatti in comune due caratteristiche: sono monogame e risultano isolate dal punto di vista geografico. Il dottor Justin Bashares: «La promiscuità sessuale, come quella dei babbuini o dei bufali contribuisce a evitare l’estinzione».

«Sono stata molto infedele. Poi ho smesso. Era troppo faticoso. Gestire l’infedeltà è un’impresa» (Ornella Vanoni a Claudio Sabelli Fioretti).

«L’adulterio è l’applicazione della democrazia all’amore» (Henry Louis Mencken).

«La fedeltà è per la vita sentimentale ciò che la coerenza è per la vita intellettuale: un’ammissione di fallimento» (Oscar Wilde).