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 2016  marzo 28 Lunedì calendario

TRAMEZZINO PER SETTE


Il tramezzino compie novant’anni. Lo inventarono al caffè Mulassano di Torino, nel gennaio 1926. A battezzarlo così fu Gabriele D’Annunzio che osservando la forma di pane a cassetta da cui si ricavava il sandwich pensò alla «tramezze» della sua casa di campagna. Nel caffè una targa ricorda: «In questo locale nel 1926 la signora Angela De Michelis Nebiolo inventò il tramezzino». Angela e Onorino Nebiolo, dopo essere emigrati in America per qualche anno, rientrarono a Torino, la loro città natale, e comprarono un locale storico a piazza Castello, pagando 300mila lire. Furono i primi a proporre in Italia il toast, portando dagli Stati Uniti il tostapane. Con lo stesso tipo di pane inventarono il tramezzino, che originariamente era farcito con burro e acciughe. I tramezzini all’inizio vennero serviti come rompi-digiuno insieme con l’aperitivo, ma in capo a pochi mesi, il successo fu tale che i titolari di Mulassano decisero di proporli a mezzogiorno come pranzo veloce. Un giorno D’Annunzio si sedette al bar e ordinò un vermouth: gli portarono anche un vassoio di questi nuovi panini. Li divorò e quando fu il momento di ordinarne ancora disse: «Ci sarebbe un altro di quei golosi tramezzini?» (Minucci, Sta).

Al caffè Mulassano di Torino oggi servono più di quaranta tipi di tramezzino: richiestissimi quelli all’aragosta, al lardo caldo e alla lingua in salsa verde. Altri gusti: burro e acciuga, cocktail di scampi, coda di aragosta, vitel tonné, insalata di pollo, peperoni con alici, arrosto al Barolo. (ibidem).

Il tramezzino al bar entrò nel paniere dell’Istat nel 1988.

Il tramezzino più lungo del mondo, 356,10 metri, realizzato da cittadini e commercianti di via Garibaldi a Mestre il 16 febbraio 1999 e registrato nel Guinness dei primati. Ingredienti: un quintale di maionese, un quintale e mezzo di mozzarella, due quintali di pancarrè, un quintale e 800 grammi di prosciutto. La preparazione, iniziata alle 16.35, terminò dopo 40 minuti.

Secondo la leggenda, il pancarrè che ha portato alla nascita del tramezzino è legato alla storia dell’ultimo boia di Torino, vissuto nella prima metà dell’800. Essendo i boia in odio alla popolazione, tra i panettieri c’era l’abitudine di porgergli il pane, in segno di disprezzo, al contrario. Il boia, offeso dalla scortesia, si rivolse all’autorità e fece emettere un’ordinanza che vietava ai panettieri di perseverare nella pratica. I panettieri inventarono allora un nuovo tipo di pane, di forma simile a un mattone. Uguale sia sotto che sopra, poteva essere servito al boia capovolto senza che quest’ultimo potesse lamentarsi e segnalare l’accaduto alle autorità.

Secondo una recente stima del centro studi Fipe-Confcommercio, il 34 per cento degli italiani che pranzano fuori casa scengono tramezzini o panini (il 33,8% preferisce la pizza, il 29,8% un piatto di pasta).


Il «trapizzino», incrocio tra pizza e tramezzino inventato dal romano Stefano Callegari. Tra le farciture: pollo alla cacciatora, polpo al sugo, coda alla vaccinara, brasato, polpette al sugo, alici e burrata, zucchine alla scapece e mozzarella di bufala, melanzane alla parmigiana, lingua in salsa verde, salsiccia e broccoli.



Tramezzino.it prepara e consegna a domicilio tramezzini di tutti i tipi: tra i più originali, quello con mortadella al tartufo nero e quello con gorgonzola e mela.


La formula del tramezzino perfetto secondo gli esperti del gruppo inglese Cadmen and Charleywood Food Research: 28 grammi di formaggio "cheddar" maturo, 17 grammi di sottaceti, 3 grammi di margarina e pancarrè tagliato spesso da consumare sul divano davanti alla tv.


Il British cheese board, volendo una formula per il perfetto sandwich al formaggio, stabilì che esiste una quantità ottimale di formaggio per il sandwich, superata la quale il sapore rilasciato durante la masticazione non aumenta di intensità.

La conduttrice tv Paola Maugeri, vegana, ha lanciato una linea di tramezzini biovegani per la grande distribuzione, prodotti con l’azienda Con.Bio. Gli ingredienti sono tutti biologici: seitan, capperi, tofu, pomodori secchi, cetrioli, lupini, carciofi, olive e maionese vegetale.


Maestri dei fornelli come il francese Alain Ducasse e il catalano Ferran Adrià hanno debuttato da tempo nel mondo dei tramezzini d’autore. L’italiano Enrico Crippa ne ha inventato uno tartufo, pancetta e olio alle aringhe.

Il mini tramezzino di Matteo Baronetto, chef stellato del ristorante “Del Cambio”, a base di maionese, mascarpone, prezzemolo, acciughe, capperi e un goccio di panna montata. Il vero segreto, però, è il pane, fatto in casa e lievitato in massa per ben 12 ore. Inoltre, per ottenere un ripieno il più possibile compatto e non far sporcare le mani di chi lo mangia, il suggerimento è mettere della colla di pesce nel ripieno.


Il tenore Vittorio Grigòlo a 13 anni lavorò con Pavarotti nella Tosca (faceva il pastorello): «Pavarotti lo guardavo incantato, il suo carisma era enorme, anche quando divorava trentasei tramezzini uno dietro l’altro».

Durante le feste a Capri della marchesa Casati, la cocaina si scioglieva nello champagne o si spargeva sui tramezzini.


Il sandwich, fratello maggiore del tramezzino, seppur di forma differente. Il termine può includere anche un piccolo panino imbottito.

Sandwich, dal nome di John Montagu, quarto conte di Sandwich, vissuto tra il 1718 e il 1792. Maniaco delle carte nel 1762, a un cameriere del Beef Steak Club di Londra, ordinò di portargli qualche fetta di carne in mezzo a due fette di pane tostato per non interrompere con pranzo e cena una partita durata ventiquattro ore. Da quel momento tutti gli altri soci del club presero a chiedere “lo stesso di Sandwich”.

Anna Maria Stanhope, duchessa di Bedford, nei primi anni del 1800, stufa di dover aspettare per la cena, decise di accompagnare alle tazze di tè tipiche del pomeriggio britannico dei piccoli panini. Si trattava di pane bianco tagliato a forma triangolare o rettangolare e all’interno era d’uso mettere del burro e dei cetrioli. Quando la pratica dei “tea sandwiches” cominciò a prendere piede in tutta l’Inghilterra verso il 1850, all’interno dei tramezzini cominciarono a comparire anche salumi e formaggi. L’idea di questi mini-panini ebbe così successo che cominciò a diffondersi in tutta Europa.
La ricetta inglese del tramezzino prevede sempre l’uso del cetriolo.


Come vengono consegnati i sandwich prodotti dagli eredi di Lord Sandwich, a Londra: motociclisti, vestiti in livrea con lo stemma di casa, consegnano pacchi su carta speciale, dove, oltre alla corona comitale, spicca il motto "Post Tot Naufragia Portum", "in porto dopo tanti naufragi", che risale al 1660».

Sandwich preferito di Elvis Presley: il "Fool’s Gold", un filone francese lungo mezzo metro e alto trenta centimetri, imbottito con mezzo chilo di pancetta fritta, un barattolo di burro d’arachidi e uno di marmellata di fragole. Valore in calorie: 42 mila. Calorie ingurgitate giornalmente da un elefante indiano: 50 mila.

All’Università di Leeds un gruppo di studiosi ha provato a preparare un sandwich con settecento diverse variazioni e alla fine ha identificato la formula del sandwich perfetto. Usando una vera e propria formula matematica, con tanto di operazioni e parentesi, indicando i termini dell’equazione con sigle che stanno per «tempo di cottura», «gradazione della temperatura», «qualità del bacon», i professori guidati dal cattedrattico Graham Clayton hanno concluso che non è solo la qualità delle materie prime – pancetta e pane – ad essere importante: la formula matematica della perfezione prevede che si usino due o tre fette di bacon tagliato sottile, cotte nel forno pre-riscaldato a 240 gradi per sette minuti. Quindi le listarelle vanno sistemate tra due fette di pane di buona qualità che devono essere spesse tra uno e due centimetri. Importante è che il bacon sia croccante perché è questo contrasto con la delicatezza del pane a essere importante. Quindi si agigunge, a seconda dei gusti, ketchup o maionese. Per identificare la formula esatta, gli studiosi hanno provato a usare fette di bacon di diverso spessore; a cuocerlo con differenti sistemi di cottura; a variare, una volta identificato il forno come il mezzo giusto, la temperatura. I risultati, ogni volta, sono stati analizzati al computer e, solo dopo, anche assaggiati da uno staff di 50 volontari.


Secondo una ricerca di Hotels.com, Ginevra si conferma per il terzo anno consecutivo la città più costosa dove ordinare un Club Sandwich, con una media di 27.91 franchi. Per stabilire la classifica, il sito ha rilevato i prezzi del panino di tradizione anglosassone - preparato a strati con pane, tacchino arrosto, pancetta, uovo sodo, maionese, lattuga e pomodoro - in 840 alberghi di 28 paesi. Parigi offre il Club Sandwich a 22.25 franchi, Roma a 13, 26 (il 31,59 per cento in meno rispetto al 2014). Il posto dove il Club sandwich costa meno è Città del Messico, con 10.26 franchi. La classifica tiene conto delle fluttuazioni delle monete.

Tra le parole straniere italianizzate dai futuristi: “traidue” invece di “sandwich”.

Di moda in America le stress interview: i candidati in cerca di lavoro sono sottoposti a una raffica di domande astruse per verificarne resistenza e prontezza. Tra le domande: come si fa un sandwich al tonno?

Negli Stati Uniti circa due terzi del tonno in scatola vengono utilizzati per preparare sandwich in cui il tonno è mescolato con salse dal sapore molto marcato.

Arthur Boyt, che ha scritto "Roadkill cookery book", ricette su come si cucinano i "roadkill", cioè gli animali schiacciati dalle automobili sulle strade, sostiene che il miglior sandwich è a base di brasato di tasso.

Lo scultore Antony Gromly, che già negli anni Settanta cominciò a usare le fette di pane per le sue sculture e con il suo "Letto", fatto di oltre 8mila pezzi di pancarrè, ottenne la ribalta alla Tate Britain nel 2008.

L’artista Laura Hadland nel 2011 ricostruì con 9.852 fette di pan carré il volto della suocera tratto da una fotografia, realizzando il più grande mosaico di toast del mondo. Con l’aiuto di 40 amici tostò le fette con tempi diversi per ottenere le svariate tonalità del viso della donna, impiegando sette ore di tempo e nove tostapane. Il mosaico era grande 128 metri quadrati. Il pane usato e avanzato fu poi donato all’esercito della salvezza.

Il 29 maggio 1919 Charles Strite, un americano di Minneapolis, depositò il primo brevetto di tostapane automatico a molla, destinato a scalzare il classico tostapane elettrico che già esisteva da una decina d’anni ma tostava un lato per volta e richiedeva la massima attenzione da parte dell’uomo. Il timer incorporato nel tostapane di Strite consentiva invece di abbrustolire entrambi i lati della fetta senza bruciature. Sulle prime gli americani si rivelarono scettici: valeva la pena di spendere soldi per un aggeggio la cui funzione era solo quella di abbrustolire il pane? Con il crescere della domanda i prezzi però calarono e, in solo otto anni, dal 1922 al 1930, le vendite passarono da 400.000 a oltre 1.200.000 pezzi venduti.


Venduto all’asta da eBay, nel 2004, un toast morsicato da Justin Timberlake. Costo: più di mille euro.


Helen Mirren, che ha incontrato a Ascot la regina Elisabetta: «Il tè era ottimo, i tramezzini una schifezza».

«Cucino solo sandwich. Ottimi, però» (Owen Wilson).