varie, 28 marzo 2016
MODELLE PER SETTE
Le modelle che vorranno sfilare a Parigi dovranno presentarsi con un certificato medico che ne attesti lo stato di buona salute e la mancanza di disturbi alimentari. Chi non rispetterà la normativa (sia la modella che il responsabile dell’agenzia che la fa lavorare) rischierà fino a sei mesi di carcere e 75mila euro di multa. I medici incaricati di valutare lo stato di salute delle modelle sono quelli della medicina del lavoro. La nuova legge impone anche la menzione «foto ritoccata» obbligatoria nelle riviste e nelle pubblicità «ogni volta che l’apparenza corporea sarà modificata per affinarne o ingrossarne la silhouette». Multe: 37.500 euro (nel caso il reato venga ripetuto) o pari al 30% degli introiti pubblicitari (Martinelli, Sta).
La top russa Kira Dikhtyar ha raccontato di alcune colleghe che per non sentire i morsi della fame mangiano batuffoli di cotone.
Il caso della modella taglia 38 Charli Howard, che si è ribellata alla sua agenzia che le chiedeva di dimagrire ancora: «Non posso mica tagliarmi le ossa».
Secondo Richard Klein, autore di E’ tutto grasso che vola (Feltrinelli), bastano tre minuti perché una donna si faccia traumatizzare dall’immagine di una top model. E sette donne su dieci soffrono della "sindrome di Barbie". «Proprio come le proporzioni ideali della bambolina, la forma di quelle modelle emaciate è geneticamente irrangiungibile per quasi tutte le donne, che provano al confronto un senso d’inferiorità».
Sophie Neophitou, che si occupa del casting degli Angeli di Victoria’s Secret, ha raccontato che le modelle, dieci giorni prima della sfilata, seguono una dieta priva di solidi, a base di frullati di proteine che includono uova in polvere. Due giorni prima, niente cibo, soltanto acqua, precisamente quattro litri di acqua al giorno. L’apice della dieta, dodici ore prima dello show: non si mangia e non si beve.
«Ecco come si rimorchia una top model: ”Ti andrebbe di venire a cena e poi vomitare insieme?”» (Daniele Luttazzi).
«Solo le mamme grasse che si siedono davanti al televisore con i loro pacchetti di patatine dicono che le modelle magre sono brutte» (lo stilista tedesco Karl Lagerfeld).
La modella più grassa del mondo è ventinovenne Tess Holliday: 120 chili di peso, taglia 58, riscuote grande successo sulle passerelle ed è pure comparsa sulla copertina di People.
Lo scorso luglio, la copertina del giornale specializzato Women’s Running ritraeva la modella plus size Erika Schenk. Fino ad allora solo ragazze sottili e scolpite erano state testimonial di un giornale per gente in forma. Anche Sport Illustrated, nel celebre numero Swimsuit, ha inserito per la prima volta una campagna pubblicitaria con una bellezza mozzafiato plus size (era febbraio). La top model curvy Candice Huffine (90 chili) è stata invece una delle protagoniste del calendario Pirelli 2015.
Bianca Balti prima di diventare una top model per pagarsi gli studi faceva «assaggiare il gorgonzola in un super».
A inizio carriera Naomi Campbell fu liquidata da un frettoloso esaminatore: «Le top model di colore non vanno bene».
In America ha grande successo un’agenzia di modelle racchie o fuori dell’ordinario (www.ugly.com).
La top model più alta del mondo è la californiana Amazon Eve: misura 2 metri e 5 centimetri senza tacchi.
La modella brasiliana Ana Hickmann, alta 1 metro e 85, entrata nel Guinness dei primati per le sue gambe lunghe un metro e ventitrè centimetri dal tallone fino all’anca.
Le modelle, sfilando in passerella, percorrono 30 chilometri a stagione.
Lo stilista Karl Lagerfeld è alto un metro e ottanta, ma per non sfigurare al fianco delle sue modelle indossa stivali con tacco più rialzo interno. L’effetto è quello di un tacco 9.
La top model più giovane del mondo è la russa Kristina Pimenova, nove anni. Due milioni di fan su Facebook e 300 mila follower su Instagram, ha già lavorato con Armani, Scervino, Cavalli, Burberry, Zara, Monnalisa e fatto centinaia di campagne pubblicitarie. «Ma non pretende un euro in più di budget — spiega Benedetta Ajani, titolare dell’agenzia B TalentScout, che ha la mini top in esclusiva mondiale — : ad ogni bambino vanno tra i 250 e i 300 euro lordi a sfilata e lei non fa eccezione. I genitori non hanno mai chiesto nemmeno il rimborso spese, solo quest’anno un brand ha pagato aereo e albergo».
La modella.bambina Ekaterina Samsonov, che a 11 anni guadagnerebbe 1.500 dollari per ogni giorno di lavoro, e la cinese Xiu Chiu, nove anni, che lo stilista Lawrence Xu manda in passerella a ogni sua sfilata di haute couture nel mondo.
A marzo a Londra è stata inaugurata la prima agenzia britannica di modelle (e modelli) specializzata in over 35. L’agenzia si chiama “Grey Model Agency” e l’ha aperta una ex fotografa, Rebecca Valentine. In pochi mesi di attività, il successo è già arrivato, segno che l’intuizione è stata giusta: lo dimostra il caso dell’82enne Frances Dunscombe, una delle modelle dell’agenzia, che ha sfilato in passerella alla London Fashion Week e ha posato per Hunger Magazine in Prada. Nicola Griffin, invece, è una mamma 55enne di Nottingham che è stata scelta come volto per la nuova campagna del brand britanico Anna Scholz.
Una delle top più anziane è Carmen Dell’Orefice, 84 anni. Per la prima copertina, su Vogue, aveva 15 anni. E da allora in copertina c’è sempre rimasta. Ultima apparizione, quella sulla copertina di New You: capelli soffici e bianchissimi, pelle candida, occhi grigi profondi e bistrati, tacchi ancora alti a sostenere membra lunghe e affusolate. Cominciò a lavorare prestissimo non solo per la sua indiscutibile bellezza, ma anche per i problemi familiari, i pochi soldi che arrivavano in casa dai genitori bohemienne (ballerina lei, violinista lui) e spesso in lite fra loro: fu anche modella a 13 anni, per Salvador Dalì a 12 euro l’ora.
La modella più anziana del mondo è Daphne Selfe, 87 anni: la sua carriera è inziata nel 1949, e a 82 anni è stata scelta anche da Dolce&Gabbana. Ha fondato un Accademia dove insegna come diventare modelle. Uno dei suoi più ricorrenti consigli è «sorridete».
Quando negli anni Novanta arrivò in Italia, molti consigliavano a Michelle Hunziker di fare la modella: «Ma tutti volevano le androgine e io ero muscolosa. Dicevano che avrei funzionato per l’intimo». Al casting per lo slip Roberta, c’erano 500 candidate. «Una cosa surreale. Avevano i jeans abbassati per mostrare le ciapet... per farmi forza mi dicevo che, se mai mi avessero presa, nessuno avrebbe mai visto la mia faccia!» Con quella campagna, ha guadagnato i suoi primi soldi . «Ben 5 milioni di lire, ho potuto pagare l’affitto a Milano e fare spesa per 5 mesi!».
Negli anni ’90 si distinguevano le indossatrici dalle fotomodelle: «Poi Versace ha preso Linda Evangelista, una fotomodella, che non sapeva camminare e l’ha fatta sfilare... Così ora non interessa più se una modella sa camminare o non ha allure» (Piero Piazzi, proprietario dell’agenzia Women model di Milano).
Pat Cleveland, l’indossatrice che si muoveva «come una duchessa»: «Il segreto di tutto è mettersi una monetina fra le natiche e camminare veloce».
Secondo i talent scout, le modelle più belle devono esser cercate a Restinga Seca, piccola regione del sud del Brasile. Da qui infatti proviene il 70% delle top model brasiliane. Il segreto è nel cocktail genetico, dato che la modella perfetta ha caratteri somatici tedeschi e italiani, mescolati con sangue russo o slavo. Spiega l’agente Clovis Pessoa: «Se una top famosa ha le sembianze di una tedesca ma ha un naso russo, io faccio uno studio scientifico e vado alla ricerca di città colonizzate da tedeschi e russi nel sud del Brasile, per trovare una faccia simile». Per questo motivo la regione di Restinga Seca sembra ideale, essendo popolata dai discendenti di diverse etnie europee (italiani, tedeschi, portoghesi, polacchi, russi, svedesi).
Secondo la classifica di Forbes del 2015, è ancora Gisele Bundchen, per il nono anno consecutivo, la modella più pagata del mondo con 44 milioni di dollari guadagnati nell’ultimo anno nonostante si sia ritirata dalle passarelle ad aprile. Seguono Cara Delevingne e Adriana Lima, entrambe con un guadagno annuo di 9 milioni di dollari.
«Le modelle sono come i giocatori di baseball. Facciamo un sacco di soldi in fretta, ma all’improvviso abbiamo 30 anni, non abbiamo fatto l’università, non sappiamo fare nulla, e siamo abituate a vivere alla grande. La migliore cosa da fare è sposare una stella del cinema» (Cindy Crawford).
La depilazione delle ascelle diventò di moda nel 1915, quando una rivista anglosassone pubblicò la fotografia di una modella senza peli sotto le braccia. Subito diffusa in Stati Uniti e Gran Bretagna, molto lentamente nei paesi latini.
La modella Lisa Fonssagrives, svedese di nascita, morta nel 1992, indicata da molti come la prima supermodella della storia. Nel 1950 sposò Irving Penn. Nel 2004 una fotografia scattata da Penn a sua moglie fu venduta all’asta da Christie’s per 57.360 dollari.
Il 10 aprile del 2008 Christie’s organizzò al Rockefeller Plaza di New York una memorabile asta della collezione privata di Gert Elfering, 110 lotti di cui 14 erano fotografie di supermodel, soprattutto di quelle simbolo degli anni Novanta, da Naomi Campbell a Christy Turlington. Ce n’era anche una di Carla Bruni, allora da appena due mesi première dame di Francia, fotografata senza veli nel 1993 da Michel Comte: fu venduta a 91mila dollari, quando era stata valutata appena 3-4 mila. Ma fra i 97mila dollari della Kate Moss di Irving Penn e i 39.400 della Christy Turlington di Peter Lindbergh, il record assoluto fu segnato da Gisele Bundchen ritratta all’inizio della sua carriera da Penn, foto stimata fra i 30 e i 40 mila dollari e battuta per ben 193mila.
Twiggy, che alla fine degli anni Sessanta diventò la ragazza-immagine della swingin’ London, era una modella formato grissino. Altezza 1,68, peso 41 chili, taglio alla maschietta, ciglia lunghissime a imprigionare gli occhi enormi, look androgino. Era il 1965, Lesley Hornby aveva 16 anni, non sapeva molto né di moda né di cinema né di musica: «All’ epoca il lavoro di modella non era popolare come oggi e non garantiva guadagni milionari. I miei genitori erano proletari e lo considerarono un colpo di fortuna. Mio padre era certamente più preoccupato di mia madre. Avevo 16 anni, mi diceva: fai attenzione a quei giovani fotografi... In realtà non fui mai lasciata sola, c’ era sempre qualcuno di famiglia che mi accompagnava alle session fotografiche».
La prima modella che si conosce è Frine. Nata a Tespia, in Beozia, nel 328 a. C., si chiamava in realtà Mnesarete, ma era soprannominata Phriné, che vuol dire ranocchia, per via del suo colorito olivastro. Prassitele la raffigurò in una statua di bronzo, che sarebbe stata posta su una base di marmo nel tempio di Delfi. Divenne l’amante dello scultore.
Con l’accusa di aver diffuso il culto di una divinità straniera, Frine fu processata ad Atene. Rischiava una condanna a morte, così l’"avvocato", Iperide, che fu tra i suoi numerosi amanti, le suggerì un colpo di scena. E lei lo eseguì: si alzò in piedi, fece cadere l’abito e si mostrò ai giudici in tutta la sua abbagliante bellezza. Fu assolta.
Quando dipingeva, Giovanni Boldini «era sistematicamente colto da raptus di libidine, anche se le signorine che si facevano fare il ritratto, spesso dame altolocate, erano vestite e addobbate» (Luciano Spadanuda, Le modelle di nudo).
Jeanni Hébuterne, pittrice e modella di Modigliani, che la ritrae in una ventina di quadri, mai nuda. Quand’egli, alcolizzato e malato ai polmoni, torna a Parigi dopo un lungo soggiorno in Costa Azzurra, lei lo segue nella deriva. Li trovano in stato di semi-incoscienza sul letto dell’appartamento di lui. Modigliani, ricoverato in ospedale, entra in coma e muore. Jeanne, ripresasi, va a visitare la salma. Gli amici devono trascinarla via a forza. L’accompagnano dai genitori, in rue Amyot. Sembra che si sia calmata. All’alba, si alza e si getta dalla finestra. Volo di cinque piani. Aveva ventidue anni.
Quello delle modelle di nudo fu un fenomeno artistico che raggiunse il suo culmine a Parigi, negli anni a cavallo tra il XIX e il XX secolo. In place Pigalle, ogni lunedì, attorno alla fontana, si radunavano ragazze, ma anche ragazzi, che si offrivano ai pittori. La scelta del luogo di ritrovo derivava dal fatto che la maggior parte degli artisti abitava alle pendici di Monmartre. Tariffa: 5 franchi. Molti venivano dalla Puglia.
Una ragazza che timidamente aveva fatto osservare a Degas che lei non aveva il naso come lui l’aveva dipinto, fu cacciata fuori dall’atelier nuda com’era, con gli abiti in braccio, senza avere il tempo di rivestirsi.
«Mia madre, che faceva la barista, quando ho iniziato a fare la modella (aveva 15 anni, ndr) mi diceva: “Non puoi essere normale?”» (Kate Moss).