varie, 28 marzo 2016
IDOLI «Onestamente, non ho mai avuto idoli. Mi è sempre piaciuto Fernando Alonso, perché è rimasto una persona normale, nonostante i titoli mondiali
IDOLI «Onestamente, non ho mai avuto idoli. Mi è sempre piaciuto Fernando Alonso, perché è rimasto una persona normale, nonostante i titoli mondiali. È giusto e vorrei che in futuro valesse anche per me. Ci sono esempi là fuori di gente che è completamente cambiata. Fernando dimostra il contrario. E anche Vettel» (Max Verstappen, pilota della Toro Rosso). BASTA «Le ossessioni forse le avevo da giovane, ora non più. La mia carriera è sotto gli occhi di tutti, soprattutto sotto i miei. E ho capito che vincere la Champions non mi renderà un giocatore migliore di quello che sono, e non vincerla non mi renderà peggiore. Io sono Zlatan e basta» (Zlatan Ibrahimovic, attaccante del Paris Saint Germain). GENERAZIONI/1 «Sembra che da noi non invecchino solo i presidenti, gli allenatori e i politici. Non c’è ricambio generazionale. D’altronde lo capisco, pensi alla visibilità che dà il calcio. Io ho giocato in Spagna sei anni e avrò visto in tv 4-5 presidenti, non di più. Da noi si fa a gara per metterci la faccia» (Enzo Maresca, centrocampista del Palermo). GENERAZIONI «Un cambio generazionale può fare bene alla Nazionale italiana, non ci si può aggrappare sempre ai leader, a un Pirlo, ma sforzarsi da soli. L’Italia non è quella del Mondiale, quella del 1982 o del 1990, però si fa sempre temere per l’organizzazione e la disciplina in campo» (Oliver Bierhoff, ex attaccante, ora team manager della Nazionale tedesca). VERTICALE «Il mio calcio è palla in verticale, scarico, attacco alla profondità. Lo dico sempre ai ragazzi: due passaggi orizzontali sono già troppi. L’idea di base è la voglia di far crescere i giovani, di insegnare. Poi, il gioco senza palla è importante: il calcio è tempo e spazi. Quei movimenti nei miei allenamenti si ripetono continuamente, la ripetitività è fondamentale» (Eusebio Di Francesco, allenatore del Sassuolo). SACRIFICI «Non abbiamo Messi o Cristiano Ronaldo, ma abbiamo grandi giocatori pronti a sacrificarsi l’uno per l’altro. Il ritiro basterà per farci arrivare in Francia come una squadra vera» (Emanuele Giaccherini, centrocampista del Bologna e della Nazionale). MUSICA «Sono stato fuori quasi tre mesi, per me non è stata una stagione facile. Sono un essere umano, ho bisogno di un po’ di tempo per ritrovare il feeling col campo. Non cerco scuse, ma la musica cambierà...» (Alessandro Gentile, giocatore dei basket, ala dell’EA7 Milano e della Nazionale).