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 2016  marzo 25 Venerdì calendario

La prima cosa che dobbiamo sapere, quando parliamo della sessualità degli antichi , e in particolare dei greci, è che i nostri più lontani antenati europei non capirebbero quello che stiamo dicendo

La prima cosa che dobbiamo sapere, quando parliamo della sessualità degli antichi , e in particolare dei greci, è che i nostri più lontani antenati europei non capirebbero quello che stiamo dicendo. Non capirebbero, più precisamente, parole come etero-, omo- o bi-sessualità, perché allora non esistevano i concetti che queste parole esprimono. Distinzione sessuale tra «attivi» e «passivi» L’etica sessuale degli antichi, infatti, era molto diversa dalla nostra, per una ragione tanto semplice quanto fondamentale: gli antichi (greci e romani) erano pagani. Fu il cristianesimo infatti a introdurre concetti e precetti sessuali che noi, intendo noi moderni, siamo (più o meno) abituati a considerare universali. E fatta questa premessa eccoci ai greci: per loro la bipartizione fondamentale tra comportamenti sessuali non era etero- e omo-sessualità. Era attività e passività. La virilità infatti, per loro, significava ( e imponeva) “attività” . Un uomo doveva essere attivo in tutti i campi, dalla guerra, in cui doveva vincere, alla politica, in cui doveva imporre le proprie idee, all’amore, in cui doveva sottomettere: non solo le donne ma anche alcuni uomini. Ma a una condizione: che il sottomesso (detto eromenos, “l’amato”) fosse un pais, vale adire un ragazzo, destinato a diventare un uomo ma non ancora tale, perché ancora debole, intellettualmente e sessualmente incerto, e quindi equiparato alle donne. Quando il pais diventava un uomo , infine, (attorno ai vent’anni) non poteva e non doveva più essere un “amato”. Doveva diventare un erastes (“amante”), vale a dire il partner attivo non solo di una donna (la moglie o le amanti che gli erano ampiamente consentite) ma anche di un pais, che diventava il suo “amato”. Comportamenti regolati ma solo «per uomini» Nulla di più falso, dunque, del mito una volta diffuso della libertà sessuale dei greci: la vita sessuale dei greci era regolata da norme precise e cogenti, la cui violazione era sanzionata sia giuridicamente sia socialmente. Tornando per concludere al problema della terminologia: parlare di bisessualità dei greci si può certo fare, ma bisogna sapere che, riferita a loro, la parola non descrive l’ orientamento sessuale che oggi definiamo con questo termine. I greci erano bisessuali nel senso che nel corso della loro vita avevano rapporti sia con donne sia con altri uomini: ma nel senso e secondo le regole sopra indicate. Infine, tutto quanto sopra detto vale esclusivamente per gli uomini. Alle donne non era consentito avere rapporti che con gli uomini, e secondo la legge solo con i propri mariti