Marco Cosenza, Wired 4/2016, 24 marzo 2016
IL TRENO SOTTOVUOTO
Elon Musk è una specie di re Mida della tecnologia: ovunque metta mano, da PayPal a Tesla, fino a SpaceX, sgorga innovazione. Anche nel deserto, non ultimo quello del Nevada, dove una startup californiana (Ht), ispirata dalle idee del magnate sudafricano, ha deciso di posare le fondamenta, o meglio i tubi, della sua ultima trovata: Hyperloop. È un treno supersonico, privo di rotaie, che promette di collegare San Francisco e Los Angeles (o Roma e Milano se preferite) in soli 30 minuti. I 600 chilometri che le separano verrebbero percorsi nella metà del tempo di un volo aereo, bypassando tra l’altro il problema del traffico, degli scali lontani dal centro o dei costi (8 miliardi di dollari quelli previsti per la tratta, solo 20 per il prezzo del biglietto). Come è possibile? Attraverso un tubo “sottovuoto“ in cui capsule a levitazione magnetica da 6-8 passeggeri partono ogni 30 secondi e vengono sparate a destinazione come proiettili. La velocità massima attesa è di 1200 km/h e la sensazione quella di sentirsi su un’auto più che sulle montagne russe, assicurano i progettisti. Il sistema funziona grazie a pannelli fotovoltaici incaricati di raccogliere energia lungo tutto il percorso, il resto lo fa la mancanza di attrito. La struttura si reggerebbe inoltre su pilastri antisismici oppure potrebbe correre sottoterra, riducendo i problemi di sicurezza e minimizzando l’impatto in termini di traffico e occupazione del suolo. Convinta del potenziale rivoluzionario per i trasporti di domani è anche un’altra compagnia (Htt), che sta sperimentando la tecnologia a Quay Valley, a nord di Los Angeles. Il loro prototipo, 8 chilometri di pista in scala naturale costruita lungo l’autostrada 15, sarà pronto nel giro di 3 anni. Nel 2020, Hyperloop potrebbe quindi tramutarsi da visione in realtà, cambiando per sempre i concetti di pendolarismo, mobilità e urbanizzazione. Ne è convinto il vicepresidente della società, l’italiano Gabriele “Bibop” Gresta, così come lo sono gli studenti di ingegneria di Pisa che hanno preso parte alla SpaceX Hyperloop Pod Competition, il concorso indetto per la realizzazione del design delle capsule. Tra oltre mille partecipanti, il progetto della Scuola superiore Sant’Anna è entrato in finale, sostenuto da super-sospensioni attive capaci di adattarsi al tracciato: un aspetto fondamentale, viste le velocità vertiginose. Intanto l’area di test in Nevada punta al collaudo su un tracciato di 5 chilometri all’interno dell’Apex Industrial Center, 15 miglia a nord-est di Las Vegas, già entro fine anno, per raggiungere poi la piena operatività nel 2017. C’è chi lo definisce un azzardo, ma esiste forse luogo migliore della capitale dei casinò per smentire gli scettici?
Marco Cosenza