varie, 21 marzo 2016
MARADONA
«Il pubblico mi ama come ha amato Maradona? È un orgoglio per me, li ringrazio, penso che stiamo facendo di tutto e dobbiamo continuare a lottare così» (Gonzalo Higuain, attaccante del Napoli).
INADEGUATI «Meritiamo di retrocedere, qui ci sono alcuni giocatori che non sono adeguati alla Serie A» (Luca Toni, attaccante e capitano dell’Hellas Verona, ultimo in classifica in Serie A).
TOSTO «A Roma i tifosi, ti seguono nel bene e nel male, io l’ho vissuto sulla mia pelle. È un posto bello in cui vivere, ma anche tosto, forse non adatto a tutti, dove però si può crescere e migliorare» (Antonio Rudiger, difensore tedesco della Roma).
SCELTE «Ho fatto una scelta l’anno scorso ed ero molto soddisfatto. Genova è stata una scelta e non pensavo fosse così contestata. Non so cosa succederà in futuro, ma la mia scelta l’ho già fatta. Ho sempre lavorato bene qui, ma in questi ultimi anni abbiamo avuto notevoli difficoltà» (Gian Piero Gasperini, allenatore del Genoa).
PROFESSIONISTI «Le voci su Mihajlovic prossimo allenatore della Lazio? Tutti gli allenatori sono iper-professionisti, guai se una notizia potesse turbarli. Nelle altre nazioni si danno annunci con mesi di anticipo e non succede nulla» (Adriano Galliani, vicepresidente del Milan).
ARTIGIANO «Se non c’è programmazione sei un artigiano del calcio e non una multinazionale. Questo è il vero problema, un problema che coinvolge tutto il calcio italiano in generale, non solo il Milan» (Demetrio Albertini, ex calciatore).
COPIA E INCOLLA «Al presidente Berlusconi non piace il gioco del Milan? Ero preoccupato perché non facevate domande su Berlusconi. Fate un bel copia e incolla con quello che dico sempre» (Sinisa Mihajlovic, allenatore del Milan).
RISPETTO «Per rispetto alla Yamaha non ho più intenzione di proseguire questa battaglia dialettica con Valentino. È meglio lasciar parlare la pista. Parleranno i risultati» (Jorge Lorenzo, pilota della Yamaha, campione in carica del Motomondiale e vincitore del primo GP della stagione in Qatar).
ORO «Il mio obiettivo resta Rio. Questi sono tutti passaggi. Nell’ultimo mese e mezzo ho fatto cinque gare di livello, vincendole tutte, compresa la più importante, questa. Ma in funzione di un’unica cosa: ha un nome di tre lettere» (Gianmarco Tamberi, che ha appena vinto l’oro nel salto in alto ai Mondiali a Portland).