20 marzo 2016
APPUNTI PER GAZZETTA - IL PIANO MIGRANTI
REPUBBLICA.IT
ATENE - La Grecia ha bisogno di più tempo per attuare il programma di rimpatrio dei migranti deciso nell’ultimo vertice europeo. "Ci vogliono più di 24 ore", ha detto il portavoce del coordinatore del governo greco per le politiche migratorie, Giorgos Kyritsis, secondo i media greci. Ieri il premier Alexis Tsipras aveva detto che i rimpatri sarebbero cominciati a partire da oggi, come prevede l’accordo tra Ue e Turchia.
In base all’accordo i migranti che arrivano in Grecia a partire da oggi devono essere rispediti indietro in Turchia. L’intesa prevede che per ogni migrante rinviato in Turchia, un siriano già in Turchia sarà ricollocato in un paese dell’Ue. Per applicare l’accordo circa 2.300 esperti, interpreti, funzionari degli uffici immigrazioni e della sicurezza, dovranno essere al lavoro in Grecia.
APPELLO DEL PAPA "Assumersi responsabilità del loro destino"
"Ancora non abbiamo idea di come attueremo in pratica il piano", arriva ad ammettere una fonte della polizia di Lesbo, l’isola greca più colpita dall’emergenza migranti. "Ma soprattutto - ha aggiunto - stiamo ancora aspettando i ’rinforzi’ promessi dall’Europa per smaltire più velocemente le richieste d’asilo: traduttori, avvocati, funzionari di polizia".
E l’entrata in vigore dell’accordo tra Ue e Turchia non ha certo fermato gli arrivi sulle isole greche. Secondo quanto riferito dal Comitato di crisi del governo di Atene, nella notte sono sbarcati, provenienti dalle coste turche, 875 persone, che si vanno ad aggiungere ai 1.498 rifugiati arrivati ieri nelle isole greche, rispetto alle 670 di venerdì ed alle 239 di giovedì.
Lo stesso Comitato ha reso noto che al momento si trovano in Grecia 48.141 rifugiati: di questi, 7.316 si trovano sulle isole dell’Egeo orientale, 13mila nella zona di Atene-Pireo, mentre gli altri vivono nei campi profughi allestiti nel centro e nel nord del Paese. Tra questi, quello di Idomeni, al confine con la Macedonia, dove si trovano circa 12mila persone.
Dal gennaio 2015 più di un milione
di migranti e rifugiati sono entrati nell’Ue provenienti, via mare, dalla Turchia. Solo dall’inizio del 2016 ne sono arrivati 143.000 e circa 460 sono morti annegati nella traversata, secondo i dati della Organizzazione internazionale delle migrazioni
REPUBBLICA.IT DEL 18 MARZO
BRUXELLES - L’accordo tra Ue e Turchia è stato adottato all’unanimità: lo ha annunciato su Twitter il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk. A partire dal 20 marzo, inizieranno le procedure affinché tornino in Turchia tutti i migranti irregolari in viaggio verso le isole greche. Ma i ritorni veri e propri "cominceranno a partire dal 4 aprile", ha chiarito Angela Merkel dopo la conclusione del vertice.
SCHEDA I punti dell’intesa
La cancelliera ha anche precisato che "solo Ungheria e Slovacchia si sono dette non disponibili al piano di ricollocamenti dei rifugiati bloccati in Grecia".
Tusk, dopo nuove negoziazioni con il premier turco Ahmet Davutoglu, ha chiesto ai leader europei di sottoscivere un nuovo testo, dato che ieri sera i 28 leader avevano sospeso i lavori del vertice poco dopo la mezzanotte senza arrivare a un accordo condiviso. "È un giorno storico", ha commentato il rappresentante di Ankara.
Paletti rispettati. "L’accordo raggiunto rispetta i requisiti che ci eravamo dati - ha detto in conferenza stampa il premier italiano Matteo Renzi - c’è un esplicito riferimento ai diritti umani, alla libertà di stampa e quei valori fondanti dell’Europa. La nostra posizione era sì all’accordo, ma non a tutti i costi, abbiamo ottenuto questo principio, adesso vedremo di lavorare per fare in modo che tutto vada nel miglior modo possibile. Alle parole ora devono seguire i fatti".
Il capo di Palazzo Chigi ha sottolineato che "nelle conclusioni raggiunte oggi dal Consiglio Ue c’è un esplicito riferimento alla Libia e all’Africa, che noi abbiamo messo al centro come priorità assoluta, in termini di cooperazione internazionale: se vogliamo aiutarli a casa loro, dobbiamo capire che la strada è quella della cooperazione". E ha chiarito: "L’accordo con la Turchia è frutto di un lungo negoziato, vedremo se sarà applicato, l’auspicio naturalmente è tutto. Lo stesso approccio dovrà valere con i paesi del Nord Africa".
Il presidente nel Consiglio ha insistito sulla necessità di un’azione congiunta dei Paesi europei. E l’Italia ora cosa può dire? "Oggi l’attenzione è stata sancita e certificata: naturalmente ora c’è tantissimo da fare", ha ribadito il premier.
I termini dell’accordo. Ankara accetta il principio che tutti i migranti (che siano rifugiati o persone in cerca di lavoro non ha alcuna importanza) che vanno in Grecia torneranno in Turchia. Per ogni migrante tornato indietro, il governo turco invierà un migrante siriano nella Ue. È il meccanismo che viene ritenuto unanimemente in grado di scoraggiare i viaggi nell’Egeo. Nel testo si prevede anche un’accelerazione dei primi 3 miliardi di euro ad Ankara e l’apertura del capitolo negoziale 33 (quello che riguarda il budget) per l’adesione della Turchia all’Ue. "È esclusa ogni forma di espulsione collettiva" e saranno "rispettati gli standard internazionali" ed "il principio di non respingimento", si legge nel testo.
Adesione della Turchia a Ue. L’apertura di un nuovo capitolo negoziale per l’adesione della Turchia all’Ue dovrà avvenire "durante la presidenza olandese", ovvero entro il 30 giugno. La Commissione Ue "presenterà una proposta" per l’apertura del capitolo 33 "ad aprile", si legge nella dichiarazione congiunta Ue-Turchia. È concordato che "il lavoro preparatorio per l’apertura di nuovi capitoli continuerà ad un ritmo accelerato, senza pregiudizio per gli Stati membri", si aggiunge.
Davutoglu ha voluto precisare che l’offerta di Ankara per un accordo con l’Unione europea non ha nulla a che vedere con un "mercanteggiamento". "Per la Turchia - ha aggiunto Davutoglu - la questione dei rifugiati non ha a che fare con il mercanteggiamento, si tratta piuttosto di una questione di valori, tanto umanitari che europei".
Il monito di Erdogan. Meno distesi, rispetto a Davutoglu, erano stati i toni usati dal presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, che non ci sta a prendere lezioni dall’Europa: "Guardi ai suoi limiti, prima di dire alla Turchia cosa fare sui migranti". In un intervento in televisione, il presidente ha anche accusato i Paesi europei di avere un atteggiamento ambiguo nei confronti dei terroristi e li invita a smetterla con il sostegno ai curdi del Pkk. "Nonostante la realtà degli attacchi contro la Turchia - dice Erdogan, riferendosi ai recenti attentati - i Paesi europei non danno peso a questi fatti, come se ballassero in un campo minato".
Questione legale. La cosa più complessa risulta quella di conciliare decine di migliaia di rimpatri forzosi con il rispetto dei diritti stabiliti dalla Convenzione di Ginevra. Il meccanismo perciò è stato trasformato. Se inizialmente, al vertice del 7 marzo scorso, si era ipotizzato un rimpatrio di massa in Turchia per poi provvedere da lì a stabilire chi doveva tornare in Europa e chi no, il meccanismo ora si è di molto ammorbidito: i "migranti irregolari" arrivati sulla Grecia continentale torneranno in Turchia, ma le domande di asilo per quelli che arrivano sulle isole greche saranno valutate dalle autorità europee e ad essere rimpatriati saranno solo quelli che non faranno domanda o che riceveranno una risposta negativa. È stata inserita nel testo anche la parola "individuali" in relazione ai rimpatri, per specificare che ogni caso sarà valutato singolarmente e allontanare l’idea di operazioni di massa.
Vaticano: "Umiliante chiudere le porte d’Europa". Sulla crisi dei migranti arriva, mentre si chiude il vertice Ue, una dura presa di posizione del Vaticano. Di fronte al "grave dramma" di tanti migranti, "dovremmo sentire umiliante dover chiudere le porte, quasi che il diritto umanitario, conquista faticosa della nostra Europa, non trovi più posto", ha detto il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, in occasione dell’apertura oggi della nuova residenza vescovile a Skopje, in Macedonia.
Boldrini: "Difficile da mettere in atto". "Ho seri dubbi che quest’accordo possa essere messo in atto, è molto complicato già sulla carta". A parlare è la presidente della Camera, Laura Boldrini, a Radio Radicale. "Chi conosce bene la materia - ha proseguito la terza carica dello Stato, già portavoce dell’Alto Commissariato per i Rifugiati dell’Organizzazione delle Nazioni Unite - sa che questo accordo nel diventare gestione quotidiana potrà essere quasi impossibile da mettere in atto. In base a quest’accordo la Grecia dovrà ricevere migranti, identificarli, fare le procedure di asilo e poi potranno anche fare ricorso. Tutto questo sull’isola dove approdano le persone, possono passare mesi, anni".
"Già a dicembre - ha ricordato Boldrini - c’erano 23mila ricorsi di richiedenti asilo presentati prima del giugno 2013. Coi ritmi della giustizia greca che sono lunghi immaginiamo quanto tempo i migranti verrebbero trattenuti in hotspot non attrezzati alla detenzione che sarebbe lunghissima. E tutto ciò viene fatto perché per ogni siriano che arriva in Grecia e viene rimandato indietro, l’Europa prenderà dalla Turchia un altro siriano. E’ una condizione difficilissima da realizzare. Quando si passerà alla pratica tutto questo diventerà molto molto complicato".
Migranti: Turchia ferma 1734 "irregolari" diretti a Lesbo. La autorità turche hanno fermato oggi in una maxi-operazione marittima e terrestre 1.734 migranti irregolari che volevano raggiungere l’isola greca di Lesbo. Lo rende noto un comunicato delle forze di sicurezza, spiegando che nei blitz sono stati anche arrestati 16 presunti scafisti.
L’operazione è stata compiuta dalla guardia costiera nelle acque territoriali turche nell’Egeo e dalla gendarmeria nei pressi della località di Dikili, nella provincia di Smirne, punto di partenza privilegiato nella rotta dei migranti per Lesbo.
I PUNTI DELL’INTESA
BRUXELLES - I capi di Stato e di governo dei Paesi membri dell’Unione Europea, riuniti a Bruxelles, hanno approvato l’accordo con la Turchia per fare fronte alla crisi migratoria. Questi i punti dell’intesa:
Rinvio degli irregolari. Tutti i nuovi migranti irregolari in viaggio dalla Turchia verso le isole greche saranno riportati in Turchia: è una misura "temporanea e straordinaria" con lo scopo di mettere fine ai pericolosi viaggi nell’Egeo e rompere il modello di business creato dai contrabbandieri. Per fare in modo che il ritorno dei richiedenti asilo non violi il diritto internazionale, l’accordo garantisce che qualsiasi domanda d’asilo sarà esaminata singolarmente sulle isole greche, il che richiederà un allestimento logistico importante. Torneranno coloro che non presenteranno la domanda o quelli la cui domanda sarà ritenuta irricevibile. Gli europei, per legittimare sul piano giuridico l’irricevibilità delle richieste d’asilo che saranno presentate in Grecia, si baseranno essenzialmente sul principio del "Paese terzo sicuro". Quando la Grecia avrà riconosciuto questo status alla Turchia, l’Ue ritiene che i rinvii saranno legali, nella misura in cui i candidati potranno beneficiare della protezione internazionale che meritano."La Turchia e la Grecia, assistiti dall’Unhcr e dall’Ue, prenderanno le misure necessarie" per permettere questa procedura, tra le quali la presenza di funzionari turchi sulle isole greche. "I costi delle operazioni di ritorno saranno prese in carico dall’Ue".
’Uno per uno’. Per ogni siriano tornato in Turchia dalle isole greche, un altro siriano sarà reinsediato dalla Turchia verso l’Ue, afferma il progetto di accordo. E sarà "data priorità" ai migranti che non abbiano tentato di entrare in modo irregolare nell’Ue. Per rassicurare gli Stati membri più riluttanti, il progetto prevede un plafond di 72mila posti offerti, nel contesto degli impegni già assunti dai Paesi europei, ma non ancora realizzati. "Se il numero dei ritorni supererà queste cifre", il meccanismo "dovrà essere rivisto", si legge senza ulteriori dettagli. L’Ue si impegna inoltre a lungo termine a un piano europeo di reinsediamento, sulla base degli impegni volontari da parte degli Stati membri.
Liberalizzazione dei visti. Una delle contropartite per Ankara sarebbe l’accelerazione della tabella di marcia per consentire l’esenzione dei visti per i cittadini turchi in Europa, "al più tardi entro la fine di giugno 2016". Ma Ankara deve soddisfare i 72 criteri specifici previsti "entro fine aprile", affinché "la Commissione Ue possa fare una proposta" in base alla quale Parlamento europeo e Consiglio possano prendere la decisione finale".
Assistenza finanziaria. La Ue si è impegnata ad accelerare il versamento dell’aiuto di 3 miliardi di euro già promesso alla Turchia per migliorare le condizioni di vita dei 2,7 milioni di rifugiati che ospita. "Quando queste risorse saranno sul punto di essere completamente esaurite", laUe darà "un aiuto finanziario aggiuntivo nel limite di 3 miliardi di euro supplementari fino alla fine del 2018".
Adesione alla Ue. Questa era una delle ’linee rosse’ poste da Cipro: la promessa di aprire rapidamente nuovi capitoli di negoziato
nel processo di adesione della Turchia. Per aggirare la minaccia di veto di Nicosia, il progetto di accordo è sufficientemente vago da non suscitare malumori: "L’Ue preparerà la decisione di aprire nuovi capitoli di negoziati di adesione il più presto possibile".
APPELLO DEL PAPA
CITTA’ DEL VATICANO - "Oggi penso a tanti profughi, a tanti rifugiati. Tanti non vogliono assumersi la responsabilità del loro destino". Lo ha detto papa Francesco, parlando a braccio, nel corso dell’omelia per la domenica delle palme che sta celebrando in piazza San Pietro di fronte a migliaia di fedeli. Il papa ha accostato le loro sofferenze e il loro abbandono a quelle del Cristo verso la croce.
Parole quelle del pontefice che si riferisocno alla tragedia dei migranti. Questa mattina la guardia costiera greca ha recuperato i corpi senza vita di due bambine, di uno e due anni, cadute in mare da un barcone di migranti vicino all’isola di Rodi, mentre ieri 30 migranti sono morti a largo della Libia.
A Gesù "viene negata ogni giustizia" e "prova sulla sua pelle anche l’indifferenza perché nessuno vuole assumersi la responsabilità del suo destino", ha spiegato il pontefice. Il Papa ha commentato i passaggi di Cristo tra sinedrio e Pilato e la "umiliazione estrema" che Gesù subisce nella Passione. "E penso a tanta gente - ha aggiunto a braccio dopo alcuni secondi di silenzio - a tanti emarginati, a tanti profughi a tanti rifugiati, che di coloro tanti non vogliono assumersi la responsabilità del loro destino".
Per il Papa il crocifisso è "la ’cattedra di Dio’", l’unica in grado di insegnare la via di un "amore umile" capace di "rinunciare" a "egoismo, potere, fama". Così lo ha definito nella omelia della messa delle Palme. "Può sembrarci tanto distante - ha rimarcato papa Francesco - il modo di agire di Dio, che si è annientato per noi, mentre a noi pare difficile persino dimenticarci un poco di noi".
"Egli - prosegue la riflessione del Pontefice - viene a salvarci; siamo chiamati a scegliere la sua via: la via del servizio, del dono, della dimenticanza di sé. Possiamo incamminarci su questa via soffermandoci in questi giorni a guardare il Crocifisso, la ’cattedra di Dio’, per imparare l’amore umile, che salva e dà la vita, per rinunciare all’egoismo, alla ricerca del potere e della fama. Con la sua umiliazione, Gesù ci invita a camminare sulla sua strada". Ha quindi invitato a meditare su "questo mistero del suo annientamento per noi"