Notizie tratte da: Andrea Pritoni, I poteri forti. Banche e assicurazioni nel sistema politico italiano, il Mulino, Bologna, pagg. 256, € 24, 20 marzo 2016
LIBRO IN GOCCE NUMERO 82 (I
poteri forti. Banche e assicurazioni nel sistema politico italiano)
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LA GALASSIA DEL CREDITO –
Gruppi di interesse. I gruppi di interesse sono organizzazioni formali cui si aderisce il più delle volte, in maniera volontaria; pur non assumendo alcuna responsabilità di governo, il loro obiettivo principale è quello di influenzare a proprio favore l’adozione, la formulazione e l’implementazione delle politiche pubbliche.
Studi. In Italia non è possibile imbattersi in ricerche di scienza politica il cui oggetto di studio sia l’associazione delle banche o l’associazione delle imprese assicuratrici italiane.
Affari. Il giro d’affari degli Istituti di credito in Italia sfiora i 1.800 miliardi di euro. I dipendenti sono oltre 300.000. Il giro d’affari delle assicurazioni: 120 miliardi (e 50.000 occupati).
Associazioni. Le istituzioni finanziarie che non si associano all’Abi hanno la sola alternativa di farlo all’Assiom Forex.
Abi. L’Abi è nata il 12 settembre 1945 dalle ceneri della Confederazione delle Banche Italiane costituita a Milano nel 1919 dai vertici di 53 istituti di credito (i primi associati). Obiettivo: «essere considerati dalle autorità finanziarie e dal governo strumento di collaborazione con la politica economica dell’esecutivo».
Soci. Oggi l’Abi conta 952 soci.
Fiducia. Grado di fiducia presso l’opinione pubblica dell’Abi: 7%.
Staff. Lo staff dell’Abi è composto da 181 persone tra dirigenti e impiegati.
Istituti. I dodici Istituti di credito più importanti tra quelli associati all’Abi: Unicredit, Intesa SanPaolo, Mediobanca, Unione delle Banche italiane, Banca Monte dei Paschi di Siena, Banco popolare, Banca Nazionale del Lavoro, Banca Popolare dell’Emilia Romagna; Banca Popolare di Milano, Banca Generali, Banca Popolare di Sondrio, Cassa di Risparmio di Genova.
Collegamenti. Tra questi dodici istituti, sette intrattengono una qualche forma di collegamento con altri componenti del settore.
Capitale. Le tre banche più importanti (Unicredit, Intesa San Paolo e Mediobanca) d’Italia controllano i due terzi (67,55%) dell’intera capitalizzazione dei mercato del settore bancario.
Organi. Unicredit e Intesa Sanpaolo controllano il 26% del Comitato Esecutivo dell’Abi, il 20% del Consiglio Nazionale e il 33% delle Commissioni Regionali.
Assicurazioni. L’Ania, l’associazione nazionale fra le Imprese Assicuratrici, rappresenta il 70% delle assicurazioni italiane e l’85% della raccolta premi complessiva del settore. Non esistono altre associazioni che rappresentano le compagnie assicurative.
Ania. L’Ania è stata fondata nel 1944 succedendo alla Fnfia (Federazione Nazionale Fascista delle Imprese di Assicurazione), costituita nel 1926 come trasformazione della Fnia (Federazione Nazionale delle Imprese Assicuratrici) sorta nel 1921.
Soci/2. All’Ania sono associate in tutto 168 assicurazioni. Lo staff è composto da 57 funzionari.
Fiducia/2. Grado di fiducia presso l’opinione pubblica: 11%.
Rami. I tre principali players del mercato assicurativo nazionale sono: Generali, Allianz, Unipol e Fondiaria Sai e detengono il 61,6% dell’intero ramo danni italiano, il 51,7% del ramo vita e il 55,1% del mercato assicurativo complessivo.
Relazioni/1. Attori istituzionali con i quali l’Abi intrattiene relazioni: Agcm (Autorità garante della concorrenza e del mercato); la Banca d’Italia; la Covip (Commissione di vigilanza sui fondi pensione).
Relazioni/2. Attori istituzionali con i quali l’Ania intrattiene relazioni: Agcm, la Covip e l’Ivass (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni).
Prezzi. Prima del decreto Prodi sulle liberalizzazioni del 2006, il prezzo di una serie di servizi bancari fondamentali (quali assegni e pagamenti, gestione del conto, anticipi e scoperti e gestione degli errori) praticato dalle banche italiane, risultava essere il più alto in un campione di 73 banche di 11 paesi occidentali: 206 euro, contro una media di 109 euro (studio di Capgemini).
Giorgio Dell’Arti, Domenicale – Il Sole 24 Ore 20/3/2016