Sebastiano Triulzi, il venerdì 18/3/2016, 18 marzo 2016
SESSO SCRITTO: QUANDO L’EROS SI IMPOSSESSÒ DI APOLLINAIRE
C’è un profondo strato di eccitazione fisica, erotica e insieme guerresca, nelle lettere che Apollinaire spedisce a Louise de Coligny-Châtillon dal settembre 1914 al gennaio 1916, periodo che coincide con l’arruolamento come volontario nella Grande Guerra. Gui va per i 35, Lou è divorziata, bella e disinibita, legata a un altro uomo. Il poeta percepisce l’amore per lei come un grande momento della propria esistenza, che coincide con un altro eccitamento, quello per l’attesa di essere mandato al fronte, per la guerra «straordinaria e spaventosa».
Le parti più belle di questo canzoniere-epistolario sono gli inni pornografici, che Gui le dedica: esalta i doni del suo corpo (lo sguardo «traboccante di voluttà, sconcio, bello», i seni «colombi dal beccorosa») ma la sua «nobile» signora è tale perché ha un «didietro eccezionale». Il finale è un crescendo: «Ti abbraccio, ti amo, ti adoro, ti succhio, ti scopo, t’inculo, ti lecco, ti faccio ditali, ti faccio la glassa, mia adorata, ti prendo tutta. Tuo Gui».
Questa selezione più ricca dell’epistolario (Ti amerò di un amore nuovo, L’Orma, traduzione di Lorenzo Flabbi, pp. 128, euro 101 permette di gustare la vena teatrale di Apollinaire. Atmosfera che Caproni, traduttore di genio, aveva riprodotto nelle Poesie a Lou, che in origine accompagnavano queste lettere: le nove porte dell’amore, di cui si parla nella poesia Andando in cerca di granate, sono i nove punti erotici di Lou. Non la biasima mai per la scelta di amare un altro: è assente ogni giudizio morale. Apollinaire fantastica di «posizioni» o ricorda incontri, raccogliendo immagini per la solitaria e imminente vita di caserma.