Marco Archetti, Sette 18/3/2016, 18 marzo 2016
ECCO PERCHÉ UN BAMBINO SCATENATO APPRENDE PIÙ DI UNO PIGRO
Un gruppo di ricercatori olandesi, dell’università di Groningen, ha condotto per due anni uno studio bizzarro: hanno seguito 500 bambini di 12 scuole elementari, dividendoli in due gruppi. I ragazzini del primo studiavano in modo tradizionale, quelli del secondo univano esercizio cognitivo e fisico in alcune materie che richiedono capacità mnemoniche, come la matematica. Per esempio, per memorizzare le tabelline, alla domanda «quanto fa 2 per 4?» i bambini rispondevano «8» saltellando sul posto otto volte. La ripetizione unita al movimento, che serve da “rinforzo”, ha dato ottimi risultati: al termine dei due anni, i ragazzini del gruppo sperimentale avevano voti decisamente migliori degli altri. E nei test eseguiti dai ricercatori hanno dimostrato sia di poter risolvere i problemi più rapidamente sia di avere una maggiore capacità di comprensione di una nuova lezione. È stato calcolato che per mettersi al loro livello, i bambini del gruppo di controllo avrebbero dovuto fare altri quattro mesi di scuola. I ricercatori si sono limitati a presentare i risultati (ora pubblicati sul numero di marzo 2016 della rivista Pediatrics), senza dare spiegazioni di che cosa succede nella testa dei bambini. Ma si sa da tempo che l’attività fisica aiuta la memoria e la concentrazione. Introdurre queste “lezioni attive” in tutte le scuole è un obiettivo decisamente improbabile, mentre non sarebbe difficile incoraggiare maggiormente l’attività fisica.
Intervalli senza tv. Nel gennaio 2013 l’Accademia americana dei pediatri ha pubblicato su Pediatrics un documento, L’importanza cruciale della ricreazione, che raccomanda agli educatori di stimolare il movimento dei bambini con una certa tolleranza: meglio scatenati che pigri. Per motivi non solo fisici ma anche di apprendimento: è durante l’intervallo che i ragazzini socializzano, imparano a comunicare e condividere. Inoltre, come del resto gli adulti, quando affrontano un compito impegnativo dal punto di vista mentale, hanno poi bisogno di tempo per elaborare i dati. I pediatri consigliano anche ricreazioni non troppo strutturate, come giochi condotti da adulti, perché si perdono i benefici emotivi e sociali del tempo libero. E a casa, tra un compito e l’altro, niente televisione, computer e videogiochi. Stare sdraiati su un divano lasciando che il cervello sia bombardato di stimoli virtuali non è esattamente il tipo di intervallo consigliato dai pediatri. Serve movimento, servono giochi attivi, che aiutano il cervello e sviluppano diverse abilità: equilibrio, propriocettività, reattività, forza, resistenza. Tutto ciò che serve al bambino per diventare agile, crescere bene, evitare traumi e problemi muscoloscheletrici. Da piccolo e da grande.