Deborah Ameri, Oggi 15/3/2016, 15 marzo 2016
Londra, marzo Elisabetta II è una stakanovista, il primogenito Carlo le sta alle calcagna, ma il nipote William è uno sfaccendato
Londra, marzo Elisabetta II è una stakanovista, il primogenito Carlo le sta alle calcagna, ma il nipote William è uno sfaccendato. Re Carlo XVI Gustavo di Svezia è il più impegnato tra i reali scandinavi, mentre sua figlia, la principessa Madeleine, è stata etichettata come una scansafatiche. Almeno in base al numero degli impegni ufficiali che i diversi membri delle dinastie europee portano a termine ogni anno. Ma cosa sono per l’esattezza questi impegni? E quanto lavorano davvero i reali? Molto meno di noi, con una sola eccezione: la regina d’Inghilterra. E in tutti i regni la solfa è la stessa: sono i membri anziani a tenere alto il vessillo del lavoro che nobilita l’uomo. I giovani, invece, si godono i privilegi caricandosi sulle spalle il minimo degli oneri. Mettendo a confronto le agende, sono i Windsor a spiccare per devozione al proprio ruolo. Anche se in questi giorni i tabloid inglesi hanno attaccato duramente il principe William, che dall’inizio dell’anno ha presenziato a soli due eventi in calendario. Lui si giustifica dicendo di avere anche un lavoro normale, quello di pilota di elicottero per le ambulanze dell’East Anglia. Peccato che i suoi colleghi abbiano spifferato al Sun: «A volte non lo vediamo per settimane». Al massimo, comunque, il principe è sotto contratto per venti ore a settimana. Non si ammazza di fatica, insomma. Suo nonno, il principe Filippo, alla bella età di 94 anni, l’anno scorso lo ha battuto 250 a 122 presenze ufficiali. La più virtuosa della famiglia, però, è la principessa Anna, figlia della regina, con 544 cartellini timbrati (si fa per dire), seguita dal fratello Carlo con 527, dall’altro fratello Edoardo con 354 e dalla regina in persona con 341. Il principe Harry totalizza un modesto 106 e Kate Middleton 62, ma bisogna contare la gravidanza e la maternità della secondogenita Charlotte. Gli impegni di cui si parla sono quelli fuori dal Palazzo e sono i più disparati. Visite a scuole e ospedali, inaugurazioni di luoghi pubblici, sopralluoghi alle forze armate, presenze a serate di gala, banchetti di Stato, manifestazioni d’interesse pubblico, visita alle charity di cui i reali sono patroni. A volte si tratta di viaggi all’estero, che possono durare da pochi giorni a un paio di settimane, a volte l’impegno porta via solo poche ore. Ogni giornata di un membro della famiglia reale, qualsiasi essa sia, viene programmata fin nei minimi dettagli. Nel caso dei Windsor l’agenda viene stabilita anche con un anticipo di un anno. Ogni visita della regina e dei suoi famigliari viene preceduta da un sopralluogo di segretari privati e funzionari dell’ufficio stampa che definiscono i particolari del viaggio e dell’evento. Tra le migliaia di inviti che i reali ricevono ogni anno, vengono scelti quelli più rappresentativi e più vicini alla sensibilità di ogni membro della famiglia. Più si scende nella scala gerarchica dinastica, meno si lavora. Secondo il tabloid danese Ekstra Bladet, che ha messo insieme e paragonato non i singoli impegni ma le giornate lavorative (in una vi possono essere anche cinque o sei appuntamenti diversi) dei reali europei (ad eccezione degli spagnoli), dopo i Windsor, i più virtuosi sono il re di Svezia, con 168 giorni lavorativi in un anno, sua moglie la regina Silvia con 134 e la regina Margrethe di Danimarca a pari merito con il re Harald V di Norvegia (124) Languono nelle ultime posizioni William e Harry, il principe Joachim di Danimarca (35 giorni lavorativi), sua moglie Marie (30) e la principessa Madeleine di Svezia, pecora nera con appena 22 giorni di lavoro. Stando a questa classifica il principe Carlo e sua madre Elisabetta II sarebbero i più laboriosi di tutti, con rispettivamente 189 e 181 giorni impegnati in un anno. Per i comuni mortali, contando anche le ferie, i giorni lavorativi sono circa 220: un mese abbondante di fatica in più. La classifica, però, non tiene conto degli impegni d’ufficio, cioè quelli portati a termine a Palazzo, lontano dalle telecamere. Se i giovani ne sono quasi del tutto esentati, i re e le regine non possono esimersi. Ma Elisabetta II come capo di Stato, non solo della Gran Bretagna ma di tutti i Paesi del Commonwealth, è quella che porta sulle spalle il carico di lavoro maggiore. Secondo i membri dello staff di Palazzo, la sovrana si rilassa solo a Natale e Santo Stefano. Ovunque si trovi, ogni giorno dell’anno, Elisabetta riceve documenti dai ministri del suo governo e dai rappresentanti del Commonwealth. Sono bozze di nuove leggi, trascrizioni di incontri di gabinetto, telegrammi, lettere e altro materiale governativo. I suoi segretari li ripongono nelle famose «red boxes», scatole rosse, che la sovrana consulta ogni mattina. Oltre a questo vanno messi in conto le udienze, decine al giorno, e le cerimonie di investitura alle quali partecipano un centinaio di persone alla volta. Ultimamente Elisabetta, che le ha sempre officiate di persone, ha delegato il figlio Carlo o il nipote William. Poi ci sono i pranzi di lavoro (seppure rari), una volta a settimana l’incontro con il primo ministro, alle 18.30 di ogni mercoledì, e ogni sera alle 19.30 la lettura del rapporto sui lavori del parlamento. E non è finita. Spesso la sera Sua Maestà organizza ricevimenti per diplomatici o altri capi di stato o rappresentanti delle sue charity. Insomma, per Elisabetta non c’è pace. Avrà mai sognato di lavorare in banca dalle 9 alle 5?