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 2016  marzo 12 Sabato calendario

LA RESURREZIONE DI OMINI ROSSI E BLU


«Il calcetto è uno sport faticosissimo. Il vero giocatore lo pratica quasi completamente nudo o in mutande, essendo un gioco quanto mai accaldante. È anche rumorosissimo, specie se giocato dalle donne. Gli psicologi vedono nel calcetto uno sport dalla fortissima carica sessuale e lo consigliano vivamente alle coppie in crisi». Così Stefano Benni descriveva il calcio balilla («nei bar di destra») nel suo Bar Sport, capolavoro che compie quaranta anni.
Sarà l’effetto sauna o le doti afrodisiache, fatto sta che la disciplina, e relativo composto di legno, acciaio, plastica, vive oggi una seconda giovinezza. Persino più scintillante della prima: a Natale è risultato terzo nella classifica dei regali più venduti di un noto marchio francese della grande distribuzione.
La riscoperta dei passatempi vintage è fenomeno ciclico. Non è passato inosservato negli scorsi anni il ritorno del flipper, must dei perduti anni Novanta, che ha ritrovato il suo posto in numerosi bar della Penisola, a cui è indirizzato il 10% di quanto realizza il monopolista mondiale Stern Pinball. E mentre le freccette, per non parlare del biliardo, non sono mai state abbandonate da una corposa nicchia, persino il Subbuteo è stato rispolverato dai solai.
La nuova primavera del biliardino, da sostituire con fubalino o pincanello a seconda della latitudine, concerne alle abitudini domestiche, oltre che a quelle pubbliche. Si stima che il 70% della produzione nazionale finisca nelle case, spesso sotto forma di strenna per i più piccoli. L’obiettivo genitoriale, seppur non dichiarato, è semplice: distogliere i ragazzi da Xbox e Playstation, impegnando le loro giornate con una attività più socializzante e umana. Anche nei locali si sono riaffacciati gli ometti rossi e blu, per dare un tono oppure come avamposto a 50 centesimi nella battaglia che da Nord a Sud molti esercenti stanno conducendo contro la ludopatia.
Una resurrezione che fa felici le aziende di casa nostra, leader planetarie di un mercato che trova sfogo in decine di Paesi. Eppure il gioco non è nato sotto le Alpi. Gli inglesi sostengono che la primogenitura spetti a Harold Thornton, che negli anni Venti voleva replicare in scala il 2-5-3 del suo Tottenham, i tedeschi propendono per Broto Wachter, mentre i più romantici fingono che a inventarlo sia stato il poeta e avventuriero Alexandre de Fisterra (che avrebbe poi perso il brevetto durante una tempesta nella fuga da Franco lungo i Pirenei).
Da noi il calcio balilla, nome scelto in ossequio allo spirito del tempo, giunse negli anni Quaranta, quando l’imprenditore marsigliese Marcel Zosso convinse i falegnami Garlando di Alessandria, che fino a quel momento avevano intagliato per lo più botti di vino e casse da morto, a farsi pionieri dello svago del futuro. Ancora oggi quel nome è garanzia di qualità e sono migliaia i modelli che ogni mese escono dalla loro fabbrica, che nel frattempo è stata delocalizzata a Pozzolo Formigaro, per dirigersi nei 500 punti vendita sparpagliati per il pianeta.
In America, dove è arrivato con il rientro in patria dei soldati sbarcati lungo le coste europee, i collezionisti vanno pazzi per l’oggetto. Che è finito esposto, nella versione da 7 metri di lunghezza ideata da Maurizio Cattelan, alla Tate di Londra.
La concorrenza osserva le mosse dei Garlando da Spinetta Marengo. Qui, sempre nell’Alessandrino, c’è la Sardi, altra impresa dinastica datata 1947. Una storia di generazioni al pari di Fabi a Torino o di Roberto Sport a Lessolo, a pochi passi da Ivrea. Bisogna abbandonare il Piemonte e volger nella bergamasca per trovare Fas Pendezza.
I prezzi dei calcetti vanno dai 100 euro, ma bisogna accontentarsi dei modelli da bambini, a cifre di molto superiori, fino a cinque o dieci volte tanto. Dipende dalle versioni: quelle con la gettoniera sono prerogativa di bar e circolini, che li affittano da ditte noleggiatrici, mentre quelle per uso privato possono variare dalla linea color faggio a quella metallizzata, dai 30-40 chili del prototipo smontabile e trasportabile al centinaio di quelli più maestosi.
Garlando e le altre realtà più lungimiranti del settore hanno nel frattempo diversificato l’offerta e oggi assemblano anche carambole, ping pong e altri divertimenti. Persino i tavoli da air hockey, gioco ormai confinato nella ridotta delle sale giochi della Riviera romagnola che prevede di sparare tramite un piattino un piccolo disco nella buca difesa dal proprio avversario. Un giorno forse, ma davvero forse, farà tendenza anche lui.