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 2016  marzo 17 Giovedì calendario

RISPETTO

«Conta solo il rispetto in pista. I rapporti personali non sono importanti» (Valentino Rossi, pilota della Yamaha).

ASCIA «Valentino non ha seppellito l’ascia di guerra? Sono concentrato sul 2016, il mio unico obiettivo. L’ho tradito? Dica lui cosa intende» (Marc Marquez, pilota della Honda).

STRATEGIA «Negli ultimi cinque anni potevi iniziare a spingere al 100% fin dalla prima curva, non credo che adesso sarà ancora possibile, bisognerà probabilmente cambiare strategia. Non solo io, lo dovranno fare tutti. Dobbiamo ancora capire bene come orientarci. Tutti dovremo abituarci: le gare saranno più dure fisicamente e il maggiore equilibrio richiederà grande concentrazione» (Jorge Lorenzo, pilota della Yamaha, campione del mondo in carica del MotoGp).

TRANQUILLO «Rispetto all’anno scorso alla vigilia del Motomondiale sono più tranquillo. Se nel 2015 l’obiettivo era il podio, quest’anno deve essere la vittoria. Deve esserlo sempre. Nel senso che dovremo sempre essere in grado di provarci. Poi ci saranno gare in cui andrà bene essere nei primi tre, magari nei primi cinque. Ma noi siamo la Ducati, io e Andrea Iannone siamo forti: la missione è la vittoria» (Andrea Dovizioso, pilota della Ducati).

STRESS «Sono abituato alla pressione, a essere tra i favoriti. Però non voglio vicino persone nervose. Mi creano stress. E questo ogni tanto capita. Non ho riti prima del via, non parlo molto alla radio durante la gara» (Peter Sagan, ciclista della Tinkoff-Saxo).

LAVORARE «Socializzare è una parte fondamentale del mio successo. L’ho capito solo da poco, e solo da poco ho realizzato che non ha senso lavorare, lavorare, lavorare e non avere mai tempo per uscire la sera con gli amici» (Lewis Hamilton, pilota della Mercedes, campione in carica della Formula 1).

PROSTITUTA «Le scarpe da gioco le ho prese a 30 euro su eBay. Preferisco essere libero piuttosto che una prostituta in mano agli sponsor» (Benoit Assou-Ekotto, difensore del St. Etienne).

VENDERE «Il mio rapporto con la Nazionale non è finito per un rigore ma per altri motivi. Quali? Le rispondo così: nel nostro ambiente bisogna sapersi vendere, io non riesco. E quando ritengo qualcuno non meritevole del mio rispetto, lo ignoro» (Roberto Donadoni, allenatore del Bologna).