VARIE 12/3/2016, 12 marzo 2016
APPUNTI PER GAZZETTA - LE VALANGHE UCCIDONO IN VAL PUSTERIA
REPUBBLICA.IT
BOLZANO - Sono di nazionalità italiana, altoatesini, cinque delle sei vittime della valanga che intorno alle 11 si è staccata da Monte Nevoso, in Valle Aurina, sulle Alpi Pusteresi in Alto Adige. Tra i corpi recuperati c’è quello di un austriaco, a quanto riferiscono i soccorritori. Una donna austriaca è stata ricoverata all’ospedale di Brunico ma non è in gravi condizioni, mentre un’altra escursionista, sempre austriaca è stata estratta viva dalla coltre di neve e portata con l’elicottero al campo sportivo di Riva di Tures, la base da dove partono i mezzi di soccorso, che fanno la spola tra il luogo della disgrazia e gli ospedali. Sotto choc, è stata accompagnata verso un albergo poco distante, per ricevere assistenza psicologica dagli operatori della Protezione civile altoatesina. In totale sono otto le persone illese estratte dalla neve. Non ci sono dispersi.
Sono quindici in totale gli scialpinisti coinvolti nell’incidente. I soccorritori hanno riferito che alcune delle persone travolte sono riuscite a riemergere da sole dalla neve. La cordata si stava dirigendo verso la vetta ad oltre tremila metri di quota, quando è avvenuto il distacco della slavina. Sul posto sono intervenuti tre elicotteri, uno dell’Aiut Alpin Dolomites, uno della Guardia di Finanza ed il Pelikan 1 del 118 ma le operazioni di soccorso si sono rivelate estremamente difficili perché per poter raggiungere il luogo ad oltre tremila metri di quota gli elicotteri, che trasportano anche unità cinofile, devono essere leggerissimi e perciò volano con poco carburante.
La valanga non era molto grande, con un fronte di 150 metri e una lunghezza di 300 metri. Il pericolo valanghe era 2 su 5. Sulla dinamica del distacco non c’è ancora chiarezza. Sembra che si sia creato il fenomeno del sovraccarico nevoso, vale a dire uno strato di neve fresca che scivola su uno strato, più duro di neve più vecchia.
"La zona dove si è staccata la valanga che ha ucciso sei alpinisti in Valle Aurina è un grande triangolo, con il vertice rivolto verso la vetta" ha affermato il senatore Hans Berger, esponente della Svp ed esperto alpinista che conosce bene le insidie di queste valli. "Alla base di questo triangolo c’è un grande avvallamento. Se una slavina si stacca lassù, per chi si trova più in basso non c’è via di scampo e la neve si può accumulare per metri e metri".
"Raramente ci siamo trovati a gestire un intervento di soccorso di questa entità e di questa portata" ha detto Rafael Kostner, il pioniere del soccorso alpino, ora alla guida di Aiut Alpin. "I soccorsi sono stati estremamente difficili a causa dell’alta quota della disgrazia. Gli elicotteri hanno difficoltà a raggiungere in sicurezza quote oltre i tremila metri. Perciò si vola con pochissimo carburante e tutta l’attrezzatura superflua viene lasciata a terra". L’ultima parte del volo parte dal campo sportivo di Riva di Tures, dove è stata portata una cisterna con il carburante necessario agli elicotteri che fanno la spola con il luogo dell’incidente. Man mano si carica a bordo soltanto la quantità necessaria per salire in quota. Mentre all’andata vengono portati su soccorritori e cani da valanga, al ritorno gli elicotteri vengono caricati con le salme delle vittime e con i feriti, che vengono poi fatti proseguire verso l’ospedale con le ambulanze. Il tempo si è fatto via via più nuvoloso, riducendo la visibilità, mentre in mattinata splendeva il sole, con aria calda proveniente da nord.
Un mese fa un 34enne ha perso la vita travolto da una valanga a Madesimo (Sondrio) durante un fuoripista. Pochi giorni prima 5 persone sono morti sotto una valanga in Tirolo, nella zona montuosa del Wattener Lizum, nei pressi di Innsbruck, in cui erano stati coinvolti 17 sciatori. In questo caso il pericolo valanghe era di 3 su 5.
Il presidente del Consiglio Matteo Renzi, che ora si trova a Parigi per il vertice dei Progressisti, si tiene in continuo contatto con la protezione civile per essere aggiornato sull’incidente.
13 febbraio 2016
Travolto da una valanga durante un fuoripista e soccorso in condizioni disperate, non ce l’ha fatta l’appassionato di snowboard spirato in ospedale a Bergamo dove era stato trasportato in elicottero dopo l’incidente in montagna avvenuto in mattinata a Madesimo, in provincia di Sondrio.
Paride Cariboni, 34 anni, di Colico, in provincia di Lecco, stava facendo snowboard fuoripista in compagnia di due amici, quando la valanga lo ha investito. Si è staccata a un’altitudine di 2.800 metri, con un fronte di 50 metri, erano le 10 del mattino.
Madesimo, tragico fuoripista tra amici: snowboarder travolto da una valanga, morto
Un’altra delle foto condivise dal 34enne
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Sul posto sono intervenuti dopo pochi minuti gli uomini del soccorso alpino, l’elisoccorso del 118, la polizia. Sono riusciti a localizzare lo
snowboarder e a estrarlo dalla neve, ancora in vita.
Dopo i primi tentativi di rianimazione sul posto, il 34enne, in gravi condizioni e in arresto cardiocircolatorio, è stato trasportato in elicottero all’ospedale di Bergamo. Illesi gli altri due snowboarder che sono stati solo sfiorati dalla massa di neve. Sono in corso accertamenti da parte degli agenti della polizia per ricostruire la dinamica dell’accaduto e accertare eventuali responsabilità.
6 febbraio 2016
BOLZANO - Nella zona montuosa del Wattener Lizum, nei pressi di Innsbruck in Tirolo, una valanga ha investito un gruppo di 17 persone di nazionalità ceca che facevano parte di due gruppi. Cinque persone sono morte, due ferite in modo lieve. I corpi sono stati recuperati sotto due metri di neve.
Le cinque vittime, uomini e donne, appartenevano a due gruppi di escursionisti cechi che sciavano nella valle del Wattental a sud di Innsbruck.
L’allarme è stato lanciato da un terzo gruppo che ha assistito in diretta all’incidente, poco dopo mezzogiorno a circa 2.000 metri di altitudine.
Alcuni sciatori sono riusciti a tirarsi fuori da soli da sotto la massa di neve, lunga e larga diverse centinaia di metri.
Il gruppo di turisti si trovava in Tirolo per un Freeride Camp, una sorta di corso di sci fuoripista, e doveva raggiungere il rifugio Lizumer Hütte. Si tratta di un’ampia valle di montagna, in una zona militare che però è di libero accesso per gli escursionisti. Gli scialpinisti stavano procedendo in due gruppi, uno formato da 12 e l’altro da 5 persone, quando verso mezzogiorno la slavina si è staccata dalla forcella Junsjoch ed ha inghiottito tutti e tutto quello che si trovava sulla sua strada.
I soccorsi sono scattati immediatamente con quattro elicotteri, tre austriaci e uno dall’Alto Adige. Da Pontives, in val Gardena, è decollato l’equipaggio dell’elisoccorso Aiut Alpin Dolomites.
"La nostra squadra ha recuperato le salme di due uomini e di un cane, un labrador", racconta il verricellista Gino Comelli. "Con la slavina è venuto giù praticamente tutto il pendio", aggiunge. "La prima vittima - spiega - è stata localizzata dal nostro cane di ricerca, la seconda con l’Arva". Tutti gli scialpinisti della Repubblica ceca erano ben equipaggiati con il rilevatore Arva e lo zaino-airbag. Due di loro sono stati trasportati nella clinica universitaria di Innsbruck con ferite giudicate non gravi.
Il pericolo valanghe era stato segnalato come alto sui bollettini: 3 su una scala di 5. L’inverno anomalo è
la prima causa del fenomeno. A causare la valanga è stato infatti probabilmente un rilevante aumento della temperatura e l’ora piuttosto avanzata per un’escursione in questo periodo della stagione. In tutto il Tirolo in giornata si sono infatti registrate una ventina di valanghe.
Valanga, l’esperto: "Lì c’è un avvallamento e non c’è possibilità di scampo"
"La zona dove si è staccata la valanga che ha ucciso sei alpinisti in Valle Aurina è un grande triangolo, con il vertice rivolto verso la vetta". Lo dice il senatore Hans Berger, esponente della Svp che in Valle Aurina è di casa
ADIGE.IT
Cinque altoatesini della val Pusteria e un austriaco sono morti questa mattina sotto una gigantesca valanga abbattutasi alle 11.15 in valle Aurina, oltre quota 3.000, sul monte Nevoso, in Alto Adige.
Tra le vittime una donna. Nel bilancio c’è anche un ferito. Nessun disperso. Altri otto scialpinisti sono stati recuperati illesi dalla valanga che aveva un fronte di centinaia di metri e che si è staccata poco sotto la cima del monte Nevoso a quota 3200 metri.
Sul posto hanno operato cento uomini delle varie organizzazioni di soccorso in montagna, coadiuvati da quattro elicotteri. Sulla dinamica del distacco della valanga non c’è ancora chiarezza. Secondo i soccorritori, il pericolo di caduta valanghe segnalato nell’area era soltanto di due su una scala di cinque. Sembra che si sia creato il fenomeno del sovraccarico nevoso, vale a dire uno strato di neve fresca che scivola su uno strato, più duro di neve più vecchia.
Il monte Nevoso (3.358 metri) è la seconda cima nel gruppo delle Vedrette di Ries, lungo la linea di confine tra l’Italia e l’Austria, in val Pusteria.
Il fronte della valanga raggiunge i 150 metri, la lunghezza oltre i 300 metri.
Tra le persone soccorse, estratte dalla valanga c’è una turista austriaca. La donna appare scioccata ed è stata accompagnata in un albergo poco distante per ricevere assistenza psicologica dagli operatori della Protezione civile.
Nel frattempo un elicottero della guardia di finanza ha trasporto a valle le salme delle sei vittime.
«La zona dove si è staccata la valanga che ha ucciso sei alpinisti in Valle Aurina è un grande triangolo, con il vertice rivolto verso la vetta», spiega il senatore Hans Berger, esponente della Svp, che in Valle Aurina è di casa.
Il politico sudtirolese, che è un appassionato alpinista spiega: «Alla base di questo triangolo c’è un grande avvallamento. Se una slavina si stacca lassù, per chi si trova più in basso non c’è via di scampo e la neve si può accumulare per metri e metri».
La comitiva si stava dirigendo verso la vetta ad oltre 3.000 metri. L’intervento di soccorso è stato molto difficile. Gli uomini del soccorso alpino della zona e le unità cinofile sono stati portati in quota dagli elicotteri, che per poter raggiungere gli oltre 3.000 metri dovevano minimizzare il peso e perciò volavano con poco carburante.
Il pericolo valanghe attualmente è marcato (grado 3 di 5) con tendenza in aumento nel corso della giornata.
«Raramente ci siamo trovati a gestire un intervento di soccorso di questa entità e di questa portata», spiega Rafael Kostner, il pioniere del soccorso alpino, ora alla guida di Aiut Alpin, organizzazione di elisoccorso.
«I soccorsi - ha detto Kostner - sono estremamente difficili a causa dell’alta quota della disgrazia. Gli elicotteri hanno difficoltà a raggiungere in sicurezza quote oltre i tremila metri. Perciò si vola con pochissimo carburante e tutta l’attrezzatura superflua viene lasciata a terra».
L’ultima parte del volo parte dal campo sportivo di Riva di Tures, dove è stata portata una cisterna con il carburante necessario agli elicotteri che fanno la spola con il luogo dell’incidente.
Man mano si carica a bordo soltanto la quantità necessaria per salire in quota. Mentre all’andata vengono portati su soccorritori e cani da valanga, al ritorno gli elicotteri vengono caricati con le salme delle vittime e con i feriti, che vengono poi fatti proseguire verso l’ospedale con le ambulanze. La vallata è percorsa da autolettighe che salgono e che scendono con le sirene spiegate.
Nel pomeriggio il tempo si è fatto coperto, mentre in mattinata era più bello, con aria calda proveniente da nord.