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 2016  marzo 09 Mercoledì calendario

INTERVISTA AD ALESSANDRA AMOROSO

«Sono tutto tranne che brava». Alessandra Amoroso abbassa gli occhi grandissimi e verdissimi e scuote la testa, mentre intorno a noi smontano il set del servizio fotografico che vedete in queste pagine. Poi si interrompe e saluta una per una le persone che se ne vanno, abbreviando i nomi di tutti, distribuisce baci e battute, scoppia a ridere scoprendo un sorriso enorme.

Perché non si sente brava?
«Sono una persona molto emotiva, quando mi devo esibire mi carico d’ansia, ho sempre paura di tradire le aspettative. Mi faccio prendere dalle situazioni. Se tra il pubblico vedo una nonna mi viene da piangere, per esempio. E se davanti a me vedo diecimila persone, ma anche solo duecento, per un po’ sto male. Poi però, quando si apre il sipario, ingrano e tutto diventa più facile, mi sento come sul divano di casa mia. Perché quella è la mia gente».

La sua gente, come la chiama lei, è una parte importante non solo della storia che da Amici l’ha portata a essere una delle poche vere star della musica italiana, ma anche della sua vita quotidiana. Per capire le dimensioni del fenomeno, basti pensare che il giorno prima dell’intervista, a Bari, c’erano cinquemila persone che la aspettavano fuori da un megastore dalle sei del mattino solo per avere un suo autografo e un selfie con lei. A ogni apparizione, concerto, video, uscita di album, i fan si scatenano e il risultato sono palazzetti pieni, 150 milioni di visualizzazioni, primi posti in classifica, milioni di copie vendute, diciassette dischi di platino. Non a caso, tutte queste persone si sono date anche un nome, «Big Family», la grande famiglia, e anche una disciplina, fatta per esempio di un sistema di biglietti numerati, in modo che ai firma-copie sia chiara la fila, chi è venuto prima e chi è arrivato dopo.
L’ultimo grande successo di Alessandra Amoroso si chiama Vivere a colori, già certificato disco di platino, ed è un album con collaborazioni importanti: tra gli altri, Elisa, Federico Zampaglione e Tiziano Ferro. Tra un bagno di folla e l’altro, Alessandra è poi diventata testimonial del marchio di bijoux lolaandgrace, e si è lanciata anche alla conquista del Messico, dove il suo primo disco in spagnolo, Alessandra Amoroso, è stato accolto con grande entusiasmo, con il singolo Me siento sola che è finito nella top 10 radiofonica nazionale.

È sempre stata emotiva?
«Sempre. Non posso farci niente».
Tutti questi riconoscimenti non aiutano?
«No, anzi: sento ancora di più la responsabilità. Vorrei che il mio pubblico fosse sempre contento. Sempre. E non è facile».
Ha un rapporto molto stretto con i fan.
«Sì, siamo davvero una grande famiglia. Ci vogliamo bene, a volte ci mandiamo pure a quel paese. Una volta dovevo andare a fare un’ospitata ad Amici e, lì fuori dallo studio, c’era la mia gente che non vedevo da un po’. Sono uscita dalla macchina – poi ho chiesto scusa alla sicurezza, perché non si fa – e sono andata loro incontro, piangendo di gioia. Avevo bisogno del contatto con loro: mi mancavano».
L’ultima volta che vi siete mandati a quel paese?
«Non succede da tempo. Diciamo che ci siamo educati a vicenda: loro avevano bisogno di alcune cose, io di un po’ di privacy, e abbiamo trovato un equilibrio».
Ma non è sempre stato così.
«Appena uscita da Amici, c’era sempre un sacco di gente sotto casa, giorno e notte. Era spiacevole. Con alcuni ho discusso: questa è la casa dei miei genitori, non è giusto. Non sono una che se la tira ma ci sono limiti da rispettare».
Sente il bisogno di essere protetta?
«Sì, infatti mi sono circondata di persone fidate, come il mio manager, che è un mio amico storico. La verità è che sembro sempre così solare, però sono molto insicura: della mia bellezza, del mio talento».
Non si vede bella?
«Non sono bella, sono un tipo, sono simpatica. Sempre stata».
Che cosa non le piace di sé?
«Le mani, il fisico, un po’ tutto. Mi piacciono i miei occhi e il sorriso – denti storti ma sorriso simpatico».
Eppure sul set fotografico sembrava molto a suo agio.
«Ma quella non sono io».
Prego?
«Non mi riconosco nelle foto che mi fanno, io non mi vedo così “donna”. È una cosa che mi ha spiegato Giovanni Gastel, che mi ha fotografato per la cover dell’album: tutti ci vediamo in un certo modo, gli altri invece in un altro. E va bene così».
Il fidanzato lei lo tiene nascosto.
«Di lui posso dire che si chiama Stefano e che lavora più o meno nel mio mondo. Basta così».
Vuole proteggere anche lui?
«È un pezzo della mia vita che voglio sia solo mio».
Di questa vita solo sua che cosa può dirci?
«Che sono una persona normale, che quando non lavoro sto quasi sempre a casa, faccio le pulizie».
In casa fa tutto da sola? Non si fa aiutare da nessuno?
«Nessuno. Mi rilassa pulire, mi piace avere tutto lindo, ordinato, profumato. E poi, l’ha fatto mia mamma che aveva tre figlie, perché non dovrei farlo io?».
Perché è sempre in giro, e anche perché può permetterselo. Si sente in colpa per il suo successo?
«Un po’».
Eppure se l’è meritato.
«Mi sono impegnata tanto, sì. Ma sento che un po’ devo pagarla. Devo faticare per avere le cose che voglio. Mia mamma faceva l’impiegata, mio padre lavorava in ospedale. Io sono una privilegiata».
Come li ha spesi i primi soldi che ha guadagnato?
«Ho comprato una macchina a mia mamma. È stato bellissimo quando è venuta in concessionaria con me e io ho firmato l’assegno».
Siete molto legate?
«Moltissimo. Io sono fan della mia mamma, è una persona speciale, ha superato tante cose difficili nella sua vita».
I suoi genitori che cosa sognavano per lei?
«Un lavoro».
Non prendevano sul serio il suo sogno?
«Mia madre un po’ ci credeva, anche lei da giovane voleva fare la cantante. Mio padre invece non voleva che lasciassi il mio posto da commessa a Lecce, con contratto a tempo indeterminato. Lo capisco, è un padre, per me sperava in una certa stabilità. Poi si è ricreduto».
Vivere a colori è un titolo significativo.
«È un messaggio: bisogna essere positivi, cercare il colore più tenue anche quando ti sembra tutto nero. La vita è così, ci sono tante situazioni da affrontare e bisogna sempre prendere il lato positivo, come mi ha insegnato mia mamma».
Si ricorda la prima volta che ha cantato ad Amici?
«Eccome. Cantai Immobile. Avevo una magliettina celeste ed ero molto spaventata, mi sentivo il cuore dappertutto. Era la prima volta che cantavo dal vivo, davanti a un pubblico, in diretta. Ci fu una standing ovation. Bellissimo. Avevo 21 anni».
Che effetto le fa rivedersi adesso?
«Mi fa una grande tenerezza vedere quella ragazza che si toccava l’orecchio e diceva che non era fatta per fare la cantante. Lei non sapeva che cosa sarebbe successo. Vorrei dirle: piccolina, non ti preoccupare, andrà tutto bene».