Diodato Pirone, Il Messaggero 11/3/2016, 11 marzo 2016
I deputati dovranno restituire i regali di valore superiore ai 200 euro– Addio al Brunello di Montalcino? È quello che dal prossimo Natale rischiano i 630 deputati italiani che probabilmente dovranno lasciare ad un apposito ufficio della Camera i regali di valore superiore ai 200 euro
I deputati dovranno restituire i regali di valore superiore ai 200 euro– Addio al Brunello di Montalcino? È quello che dal prossimo Natale rischiano i 630 deputati italiani che probabilmente dovranno lasciare ad un apposito ufficio della Camera i regali di valore superiore ai 200 euro. Questo almeno è uno dei punti di svolta del”Codice etico” le cui prime bozze sono state depositate ieri presso la Giunta per il regolamento della Camera. Nulla di definitivo, sia chiaro, nessuna decisione è stata già presa e la prossima riunione sul tema è fissata per il 24 marzo. Non c’è fretta, dunque. E tuttavia appare chiaro che, almeno in parlamento, i tempi del Far West sul fronte dei doni natalizi e su quello amplissimo delle lobby stanno per finire. Il Consiglio d’Europa già da tempo preme sugli organismi parlamentari italiani (così come su quelli di altri Paesi) affinché si dotino di disposizioni chiare sul tema della gestione etica degli interessi concreti. E gli”ispettori” europei a giugno verranno a Roma per indagare sui liveli di corruzione del nostro Paese e per verificare se anche i deputati italiani osservano regole già in vigore da tempo, ad esempio, per i loro colleghi del parlamento europeo. LA BATTAGLIA Già, quali regole? Quella sui regali colpisce di più l’opinione pubblica («Anche se in tanti anni di esperienza io non ho mai visto girare doni particolarmente preziosi», assicura Pino Pisicchio che ha preparato le bozze del nuovo regolamento) ma il grosso della battaglia riguarda i lobbisti che oggi affollano i corridoi della Camera durante la discussione di leggi delicate e complesse. «Nessuno ha intenzione di impedire il lavoro di lobby che in sé non solo non è un reato ma è espressione di legittimi interessi – sottolinea Pisicchio – si tratta di regolarizzarlo e di renderlo trasparente non per spirito burocratico ma per omologare l’Italia a quanto accade già da tempo in Europa e in altri Paesi». IL REGISTRO Il testo presentato ieri prevede un registro delle attività di «relazione istituzionale» nei confronti dei deputati. Questo significa che ogni lobbista dovrà rendere pubblici gli incontri che avrà con i vari parlamentari non solo in relazione a leggi che riguardano l’azienda o il gruppo che rappresenta ma anche per «proposte, studi, ricerche e singoli emendamenti». I lobbisti poi dovranno registrarsi e dichiarare pubblicamente gli interessi che sponsorizzano. Una regola che dovrebbe riguardare – sempre ammesso che nei prossimi mesi le cose non cambino – anche gli ex parlamentari che hanno libero accesso alla Camera e che oggi spesso si”divertono” a tampinare i colleghi in attività per mille ragioni. La bozza del Codice fissa poi dei criteri generali e prevede norme di controllo e garanzia, e anche di consultazione, su dubbi di applicazione o su singoli casi controversi nonché un largo utilizzo di pubblicità e «tracciabilità» sul web, comprese le eventuali sanzioni. La Presidente della Camera, Laura Boldrini, ieri ha sottolineato l’importanza del tema. Il Codice comunque riguarderà la Camera (e con ogni probabilità il Senato ne adotterà uno analogo) ma senza una apposita legge non riguarderà i membri del governo e di altre istituzioni delicate come le Authorities. Diodato Pirone, Il Messaggero 11/3/2016