Massimo Gaggi, Sette 11/3/2016, 11 marzo 2016
Boom del collezionismo d’auto d’epoca. Passione o convenienza?– Il record dei 38,1 milioni di dollari pagati due anni fa per una Ferrari GTO Berlinetta del 1962 a un’asta della Bonhams a Carmel, in California, tiene ancora
Boom del collezionismo d’auto d’epoca. Passione o convenienza?– Il record dei 38,1 milioni di dollari pagati due anni fa per una Ferrari GTO Berlinetta del 1962 a un’asta della Bonhams a Carmel, in California, tiene ancora. Causa rivalutazione della moneta Usa, infatti, la recente vendita, a Parigi, di una Ferrari 335 Sport Scaglietti del 1957 per 32 milioni di euro, il gioiello della collezione della famiglia Bandinon, vale “solo” 36 milioni di dollari. Ma, dietro i record, c’è la realtà del “boom” del collezionismo delle auto d’epoca. Un tempo “business” per pochi appassionati (o per super ricchi narcisisti e un po’ fissati), negli Usa il mercato delle aste delle vetture “vintage”, 144 milioni di dollari nel 2000, ha raggiunto i 457 nel 2008. Poi è crollato insieme al crollo di Wall Street, ma si è rapidamente ripreso (612 milioni nel 2012) fino al picco di un miliardo e 116 milioni, l’anno scorso. Convenienza, più che passione da collezionista: con Internet che crea un mercato mondiale anche per prodotti di nicchia e il moltiplicarsi di aste, anche quello in auto rare è diventato un investimento abbastanza facilmente liquidabile. E la rivalutazione, nascosta dietro il velo del collezionismo, può sfuggire al Fisco. Ma l’IRS, il ramo tributario del Tesoro, si sta attrezzando, estendo alle “classic car” il faro del suo Art Advisory Panel: il corpo di esperti che stima il valore delle opere d’arte dei contribuenti.