Pierluigi Diaco, Oggi 9/3/2016, 9 marzo 2016
Roma, marzo Pomeriggio di fine febbraio. Salgo le scale di un palazzo signorile di Monti Parioli. Suono alla porta
Roma, marzo Pomeriggio di fine febbraio. Salgo le scale di un palazzo signorile di Monti Parioli. Suono alla porta. «La Signora dorme», mi dice il maggiordomo. «Come dorme? Avevamo un appuntamento». «Eccomi, ero al telefono con mia figlia. Scusi l’attesa». Pericolo scampato: la memoria storica di tante battaglie del Msi, la vedova del padre nobile della destra che fu, Giorgio Almirante, Donna Assunta, entra in scena in salotto con fare deciso: «Non mi ero scordata di lei, leggo sempre il settimanale Oggi. Sono pronta a rispondere alle sue domande». Raffaella Stramandinoli, ribattezzata dai genitori Assuntina essendo nata il 15 Agosto, giorno della Festa dell’Assunta, è un fiume in piena. Ha 91 anni, ma ne dimostra almeno venti di meno. Minuta, rigorosa, gentilissima, mi prepara il caffè. Si accende una sigaretta e mi guarda curiosa e diffidente. «Faccio fatica a fidarmi subito delle persone», confida. «Non ho mai avuto slanci immediati con i miei interlocutori. Ho bisogno di tempo». Bene, allora prendiamoci tutto il tempo che serve. Che poi diventerà un intero pomeriggio. «L’adorabile Italia» tanto cara a suo marito assomiglia all’Italia di oggi? «Quell’Italia non c’è più. Come del resto non si riesce più a stabilire in che mondo viviamo. Io sono ancora innamorata del nostro Paese e non riesco a dimenticarmi delle mie radici calabresi. Torno spesso in Calabria perché non ho mai smesso di amarla ma anche perché lì ho ancora la mia terra e le mia azienda agricola. In famiglia siamo da sempre proprietari terrieri. Secondo me, il problema degli italiani e dell’Italia è che si è perso il contatto con la terra e, quindi, con le nostre radici». Cominciamo a comprendere le sue. È nata a Catanzaro nel 1925 e il suo primo matrimonio è con il Marchese Federico de’ Medici. «Un grandissimo signore Federico. Un vero gentiluomo. Quando l’ho conosciuto aveva 22 anni più di me. Io ero una fanciulla cresciuta in collegio, non sapevo ancora nulla dell’amore. Marco, Marianna e Leopoldo sono i nostri figli e, assieme a Giuliana, sono la cosa più importante che ho al mondo» (Giuliana, figlia di Giorgio Almirante, porta il cognome de’ Medici perché il marchese la riconobbe come sua figlia per evitare che venisse considerata una figlia illeggittima, ndr). Poi nel 1952 conosce a Roma l’allora deputato del Msi Giorgio Almirante e se ne innamora. «Sì, è amore a prima vista. Lo sposerò più tardi nel 1969. Ma Giorgio per me è stato tutto e io sono stata tutto per lui. Le faccio vedere una cosa che non ho mai mostrato a nessuno». Deduco che la signora cominci a prendermi in simpatia. Mi svela che conserva ancora 500 lettere d’amore che Almirante le ha spedito quando, per mesi, girava l’Italia per i suoi impegni politici. Me ne mostra una. Comincio a leggere. «Cara Assunta, in questi lunghi anni non ho mai smesso di considerarti amica e sorella e un poco anche mamma, feci di te qualcosa di più alto che una sposa, di un’amante: tale sei sempre rimasta e tale rimarrai. Assunta: sei la donna nel senso più completo, più nobile, più puro e più caro… Mogliettina mia, sapessi quanto bene mi hai fatto in questi lunghi anni; sapessi quanto ero diverso prima di conoscerti; non sarei stato capace di scoprire me stesso in una lunga lettera, come sto facendo con te». Signora Almirante, ma queste lettere sono un documento incredibilmente commovente... «Commuovono ancora anche me. Le confido che ogni tanto, quando sono sola, ne rileggo qualcuna. A volte anche a voce alta. Sento risuonare la voce di Giorgio, così lo sento più vicino, ancora più vivo dentro di me. Più volte ho pensato di pubblicarle in un libro. Mi sono ripromessa di cercare Bruno Vespa. Vorrei chiedergli una mano a metterle insieme, poi però appena sono lì lì per farlo cambio idea: sono cose molto private, ho paura di tradire la mia intimità e soprattutto quella di Giorgio. Lui era molto pudico e io pure». Signora, lei, per molti italiani e per molti “irriducibili”, è un’icona indiscussa. Mi dica qualcosa di destra. «Non bisogna dire qualcosa di destra per sentirsi di destra. La destra abita dentro ognuno di noi. Per valori, principi e temperamento, dentro ogni italiano vive una dimensione conservatrice. Gli italiani, in fondo in fondo, sono tutti un po’ di destra. La destra siamo noi italiani. Primo perché il valore della famiglia, che è un valore riconosciuto da tutti i nostri connazionali, è un valore di destra. Secondo perché abbiamo fede in Dio, anche se a messa vedo sempre meno persone». Colpa dell’operato di Papa Francesco? «Ma no, a me sta molto simpatico. È umano e sa parlare alla gente. Però nella chiesa di Piazza Euclide, dove vado a messa io, se non ci fossero i vecchietti i banchi sarebbero tutti vuoti. Penso, però, che questo accada soprattutto a Roma, dove c’è uno scarso senso della fede». A proposito di Roma: Giorgia Meloni, causa gravidanza, ha rifiutato la candidatura a sindaco. Ha fatto bene? «Ha fatto benissimo. Nonostante la sua preparazione e la sua cultura, correre a Roma sarebbe stato un forte rischio. Detto questo andrò al seggio, ma sto pensando veramente di non votare per nessuno». Nemmeno Berlusconi la convince più? «Nemmeno lui. Ha avuto una grande occasione e l’ha sprecata. Basta!». Renzi come le sembra? È di destra o di sinistra? «Renzi mi fa solo ridere. Non riesco a pensare che possa essere il nostro presidente del Consiglio. Non è stato scelto dal popolo e, quindi, io non lo riconosco come tale. Non lo trovo né di destra né di sinistra. Lo trovo il nulla. Soprattutto perché i politici sono una cosa seria: non possono essere degli improvvisati». Maria Elena Boschi? «Né di destra, né di sinistra. Niente pure lei». Daniela Santanchè? «Per forza è di destra. È stata eletta la prima volta nel nostro partito. Ma non la apprezzo particolarmente». E Alessandra Mussolini? «Che deve fare quella? Ha pure aperto una pizzeria. Può fare tutto perché non è una vera Mussolini. Lei è goliardica, non è una persona seria come il nonno. Il suo cognome non le sta addosso». Tutti si chiedono se Beppe Grillo sia di destra o di sinistra... «È di destra e di sinistra, un po’ tutto». Matteo Salvini? «È un uomo di destra ed è culturalmente molto preparato». Gianfranco Fini cos’è? «Gianfranco Fini non c’è. È stato. Per ora è non pervenuto». Giorgio Almirante? «Un uomo di Stato. Né di destra né di sinistra. Unico, rispettato da tutti». Essere stata la moglie di un leader politico non deve essere stato facile. Agnese Renzi è molto defilata. Ha qualche consiglio da darle? «Deve stare allo stesso tempo accanto al marito e lontana dal marito. È molto difficile trovare un equilibrio». Una donna moderna, secondo lei, deve essere perfino capace di portare le corna? «Oggi, se è una donna vera, sì. Deve fare capire all’uomo che non si fa prendere per i fondelli. Io, però, non ho mai avuto le corna. Non avrei potuto sopportarlo». Cena a casa di Donna Assunta. Chi le piacerebbe ospitare? «Oddio… non so, bella domanda! Giorgia Meloni, Lella e Fausto Bertinotti e Bianca Berlinguer che stimo molto». Un tavolo decisamente sbilanciato a sinistra. «Cosa importa? Io mi confronto da sempre con tutti e nella mia casa ho sempre ospitato le persone, al di là delle loro idee». Infine, mi dica una cosa di sinistra. «Chi l’ha vista più?».