Mauro Suttora, Oggi 9/3/2016, 9 marzo 2016
Roma, marzo Dolce Virginia, occhi da cerbiatta, Audrey Hepburn del Tufello... Si sprecano i soprannomi per Virginia Raggi, avvocatessa 37enne che a giugno potrebbe diventare sindaco di Roma per il Movimento 5 stelle
Roma, marzo Dolce Virginia, occhi da cerbiatta, Audrey Hepburn del Tufello... Si sprecano i soprannomi per Virginia Raggi, avvocatessa 37enne che a giugno potrebbe diventare sindaco di Roma per il Movimento 5 stelle. Per ora è in testa ai sondaggi davanti a Roberto Giachetti, l’ex radicale che ha vinto le primarie del Partito democratico. E distanzia anche Alfio Marchini, il bel costruttore che Silvio Berlusconi voleva candidato del centrodestra prima del veto di Giorgia Meloni. Senza speranza appaiono Guido Bertolaso e Francesco Storace. È bastata un’intervista di Bruno Vespa per entusiasmare Gianroberto Casaleggio, ormai capo unico dei grillini dopo il disimpegno di Beppe Grillo: l’ha convocata a Milano nel suo ufficio dietro via Montenapoleone e ne ha constatato di persona la telegenicità. La Raggi ha vinto con 1.764 voti le primarie on line dei 5 stelle, battendo Marcello De Vito, candidato sindaco nel 2013. È stata consigliera comunale per tre anni, e ora va all’incasso dopo lo scandalo Mafia Capitale che ha fatto cadere il sindaco Ignazio Marino. «Da Marino-Forrest Gump a Virginia-Mary Poppins», scherzano i grillini, che si sentono già la vittoria in tasca. Lingua sciolta, concreta, sorridente, Virginia dribbla le domande sui suoi tre anni di lavoro nello studio di Cesare Previti, anima nera del berlusconismo. Li aveva nascosti nel suo curriculum, e per questo Il Fatto, giornale molto vicino ai grillini, ha chiesto di ripetere le primarie. I problemi, però, per il M5s non finiscono qui. È scoppiato, infatti, anche per loro un caso Watergate: Casaleggio spiava le mail private dei suoi deputati? Ne sono convinti i 38 parlamentari espulsi o scappati dal partito (uno su quattro), che puntano il dito su una fedelissima del capo: Paola Carinelli, deputata milanese. Ma non sono solo i dissidenti ad accusarla di avere messo le loro mail nelle mani di un informatico vicino a Casaleggio. Anche le ortodosse Tatiana Basilio e Patrizia Terzoni l’hanno messa in croce: «Paola, hai dato tu le password del server a un perfetto sconosciuto, contro le decisioni del direttivo. Lo avevamo assunto con clausola di riservatezza, doveva rispondere solo a noi, ma così non è stato. Per questo volevamo sollevarti immediatamente da capogruppo». La Raggi è specializzata proprio in diritto informatico nel suo attuale studio, quello del suo ex professore Pieremilio Sammarco (pure lui del giro Previti, chiese 20 milioni di danni a Marco Travaglio). Dipanerà lei la questione?