Laura Laurenzi, D, la Repubblica 5/3/2016, 5 marzo 2016
FASCINO BUGIARDO
Sorriso da schiaffi, molto elegante, baciamano da vero gentleman prima dell’intervista: in che veste è il Jude Law che incontriamo oggi a Londra? Aspirante scrittore un po’ schivo, ma carico di aspettative. Attore nel ruolo di sua santità per un film-tv di Paolo Sorrentino. O testimonial superstar di un lussuoso suv, il Lexus RX, presentando il quale si divene a coinvolgere lo stuolo di giornalisti specializzati in una lunga seduta di teatro immersivo, quello in cui i confini tra attore e spettatore (e tra rappresentazione e vita reale) si sgretolano, come lui stesso ama ripetere. Colpi di scena, sorprese multisensoriali, ribaltamento di ruoli: gli invitati diventano protagonisti e lui un comprimario.
C’è un ceno “dualismo” in Mister Law. Un po’ bellimbusto, sfrontato, simpatica canaglia. Un po’ pater familias maturo, carico di responsabilità verso i figli (cinque, tre grandi e due piccolissimi, da tre madri diverse). Inevitabile chiedergli come riesca a conciliare questi opposti. «Non ho la più pallida idea di come vendere me stesso come sex symbol, non è così che sono programmato», dice. «Niente conta quanto essere padre. Da quando ho avuto il primogenito, a 24 anni, ho capito che tutto sarebbe ruotato attorno ai figli, ogni pensiero, ogni scelta, tutto il mio amore incondizionato che cresce ogni giorno e non smette di crescere. E oggi posso dire che i miei ragazzi rappresentano la mia più grande fonte di gioia e riflettono ciò che oggi sono. È come se avessero idealmente tracciato una linea di demarcazione fra un prima e un dopo, il momento da cui ha avuto inizio la mia onestà».
Ma quando gli ricordiamo che Naomi Watts lo ha definito «l’uomo più bello che abbia calpestato il suolo terrestre», lui sta al gioco e aggiunge: «Sono pazzo delle donne, vorrei sedurle tutte. Sono una persona a cui piace dare, perché sono molto socievole». Chissà cosa pensa di questa socievolezza Philippa Coan, la psicoioga 29enne con cui è stato fotografato mano nella mano a Roma, dove fino al mese scorso girava The Young Pope, con Sorrentino appunto.
Nonostante la sua agenda fitta di impegni – fra il cinema e le numerose battaglie civili cui da attivista ha legato il suo nome – a 43 anni Jude Law trova anche il tempo per scrivere. Una passione che non sbandiera, come se fosse prematuro parlarne: «Ho scritto della roba, sì. Roba che per ora tengo per me. Assolutamente non è un’autobiografia, trovo molto presuntuoso e vanesio scrivere la propria storia. Non voglio che la gente sappia cose private su di me: possono tirare a indovinare, ma non sarò io a raccontargliele». Sorride. Lo stesso sorriso perbene che ha sfoderato in un’intervista tv parlando di segreti e bugie. «Bugie? Beh», ha risposto Jude, «le bugie sono il mio lavoro».