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 2016  marzo 08 Martedì calendario

E IL VIRUS DEI COMPUTER CONTAGIÒ ANCHE I MAC


Già il nome mette i brividi: cryptovirus. D’ora in poi perfino Apple deve farci i conti. Non era mai successo nella storia del suo OsX, il sistema operativo più stabile del pianeta. Il cryptovirus è un programmino malefico in grado di prendere in ostaggio la macchina crittografando tutti i tuoi file. Non si apre più niente a meno che tu non disponga di una password, di una chiave di decodifica. Ma per avere la chiave devi pagare, a volte fino a 400 dollari. Tra l’altro utilizzando BitCoin, moneta virtuale non tracciabile. Chi propaga il virus lo fa proprio per chiedere un riscatto, come sanno gli utenti Windows che in passato ci sono cascati.
Gli attacchi pirateschi di questo genere l’anno scorso hanno fruttato 34 milioni di dollari. Una doccia fredda per il popolo dei fedeli al Macintosh. Solo ieri all’alba hanno scoperto l’imboscata. Un tam-tam incessante nei forum di mezzo mondo. Per installare il virus gli hacker hanno utilizzato un cavallo di Troia, manomettendo un programma popolarissimo. Si chiama Transmission, serve per scambiare file da un computer all’altro. La nuova versione, nome in codice 2.9, era infetta.

Il cryptovirus chiamato KeRanger si è installato nei Mac di chi ha aggiornato il software tra le 11 (ora del Pacifico) del 4 marzo e le 19 del giorno successivo. Una società specializzata, la Palo Alto Networks, si è accorta del problema in 9 ore e ne ha dato notizia sia a Transmission sia a Apple. Subito dopo, le contromisure. In due mosse. Il programma infetto è stato sostituito dalla versione 2.92. Apple, invece, ha immunizzato tutti i Mac del globo rilasciando un aggiornamento trasparente. Tutto finito? Non proprio. Steve Jobs in una giornata così avrebbe licenziato chiunque avesse incrociato. Ma Jobs è morto e anche Apple comincia a non sentirsi troppo bene...