varie, 16 febbraio 2016
DELITTI USCITI SUL FOGLIO DEI FOGLI DEL 15 FEBBRAIO 2016
Corriere della Sera, sabato 13 febbraio
La notizia a La Spezia ha lasciato molte persone incredule e sgomente: ieri i carabinieri hanno arrestato Marzia Corini, sorella cinquantenne di Marco Valerio Corini, avvocato notissimo, grande amico e legale del portiere della Juve Gigi Buffon, ex presidente dello Spezia Calcio, difensore durante i processi per le violenze del G8 di Genova dei vertici della polizia, dal capo dello Sco Francesco Gratteri al superpoliziotto Gilberto Caldarozzi.
L’accusa mossa dalla Procura è pesantissima, omicidio volontario aggravato, Marzia Corini, anestesista nelle strutture sanitarie di Pisa, avrebbe provocato la morte del fratello, colpito da un tumore devastante, somministrandogli oppiacei in dosi massicce per accelerarne la fine. Insieme all’anestesista è stata indagata per circonvenzione di incapace un’avvocatessa, Giuliana Feliciani, che – sempre secondo le indagini condotte dai carabinieri su ordine dei pm spezzini – avrebbe indotto Marco Valerio Corini ormai prossimo alla fine a distruggere un testamento per redigerne un altro in netto favore della sorella. L’uomo, cinquantenne, avrebbe manifestato la volontà nelle ultime settimane di vita di sposare la compagna poco più che ventenne, conosciuta qualche anno prima. Il matrimonio non c’è stato. C’è stato invece un testamento modificato. È questo il punto su cui si incardina l’accusa contro Marzia Corini che ha assistito il fratello nel settembre scorso. Marco Valerio, la cui malattia si è manifestata poco prima dell’estate, è morto il 25 dello stesso mese. Le indagini sarebbero partite proprio dalla denuncia della fidanzata di Corini che ha sostenuto come nel testamento scomparso l’avvocato l’avesse nominata erede lasciando alla sorella solo la quota di legge.
Marzia Corini si trova adesso agli arresti domiciliari. È molto difficile per le persone che la conoscono valutare un’accusa così pesante: Corini è una dottoressa estremamente impegnata nel sociale, ha fatto parte di missioni di Médecins sans frontières e anche di Emergency, ha prestato la sua opera in zone di guerra come l’Iraq nel 2002 e in Paesi tormentati come la Liberia e la Cambogia. Da alcuni anni lavorava a Pisa. C’è chi fa notare che un anestesista può essere tentato di usare la mano pesante con la morfina e con gli oppiacei in genere davanti alle sofferenze di un familiare, ben sapendo che nulla è più possibile da un punto di vista della cura. È un grave errore, in alcuni casi può sconfinare nel reato, ma ben altra cosa è un omicidio volontario con un movente di interesse. Un legame di causa-effetto, questo, ancora tutto da dimostrare ma che, per il momento, ha determinato l’arresto della dottoressa.
Marco Valerio Corini dopo gli anni di intenso lavoro durante i processi per l’irruzione della polizia nella scuola Diaz, era stato difensore del presidente del parco delle Cinque Terre Franco Bonanini, arrestato per truffa, ed era fra i legali di un importante dibattimento che ha visto alla sbarra la cosiddetta mafia della Versilia. Brillante, elegante, sportivo, la malattia l’ha stroncato in pochi in mesi.
Erika Dellacasa
Vitali Kimpis, 40 anni. Lituano, camionista, alto e robusto, arrivato in Italia un paio di mesi fa per ricongiungersi alla moglie, badante da cinque anni a Livorno, sabato notte aveva quasi raggiunto il portone del suo palazzo quando qualcuno che lo aspettava gli infilò una spada o un grosso coltello da caccia nel torace con tanta forza da spezzargli due costole e squarciargli il cuore. Trovato in terra da una vicina in una pozza di sangue, morì durante il trasporto in ospedale. La polizia, che indaga sulle comunità dell’Est Europa presenti a Livorno, in particolare quella originaria della Georgia, ipotizza che alla base del delitto ci sia una questione di soldi.
Notte tra sabato 6 e domenica 7 febbraio in un appartamento in via Roma a Livorno.
SUICIDI
Paolo Galli, 39 anni, e Barbara Morellini, 45 anni. Residenti a Guastalla, nel Reggiano, fino a qualche tempo fa erano una coppia «serena e affiatata». Tecnico informatico lui, pronta ad arrangiarsi con qualsiasi mestiere lei, s’erano conosciuti nella ditta dove lavoravano entrambi. Poi due anni fa erano rimasti entrambi disoccupati e mandare avanti la famiglia in cui c’era pure una figlia adolescente avuta da Barbara da una precedente unione nonostante l’aiuto dei parenti era diventato sempre più difficile. In più entrambi avevano problemi di salute e così s’erano fatti sempre più depressi. Domenica sera dissero a un fratello di lei che sarebbero andati a cena dai genitori di lui, invece a bordo della loro Matiz grigia guidarono fino alle campagne del Mantovano, parcheggiarono vicino a un casolare abbandonato, collegarono il tubo di scarico dell’auto all’abitacolo, chiusero tutti i finestrini, lasciarono il motore acceso, e aspettarono d’essere soffocati dal monossido di carbonio. Li trovarono abbracciati, la testa di lei reclinata sulla spalla di lui.
Notte di domenica 7 febbraio a San Matteo delle Chiaviche, frazioncina di Viadana, paese del Mantovano sull’argine del Po.