Notizie tratte da: Piero Gobetti, Ada Prospero, La forza del nostro amore, a cura di Pietro Polito e Pina Impagliazzo, Passigli, Bagno a Ripoli, pagg. 232, € 28, 14 febbraio 2016
LIBRO IN GOCCE NUMERO 77
(La forza del nostro amore)
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L’EDITORE IDEALE DI PIERO –
Signorina. «Gentilissima Signorina, Era proprio ineluttabile che nell’autunno del 1918 io dovessi armarmi di tutta l’impertinenza di cui sono dotato per turbare la tranquillità e gli ultimi riposi estivi di tutti gli amici che ho conosciuto e conosco o no. Si rassegni anche lei alla sorte cui tutti si sono adattati e s’accontenti di mandare un sospiro di soppiatto! Forse non le è ignota la ragione di questa mia lettera. Ad ogni modo eccogliela in due parole. (Due veramente sono un po’ poche!) Dunque... Ho deciso di fondare un periodico studentesco di cultura che s’occuperà di arte, letteratura, filosofia, questioni sociali etc... È fatto da soli giovani. Titolo «Energie Nove» quindicennale, L. 0,30 il numero. Abbonamento alla prima serie di 10 numeri L. 3,00. Sostenitore L. 10. Scopi: destare movimenti d’idee in questa stanca Torino, promuovere la cultura, incoraggiare studi tra i giovani etc. Il primo numero è ormai interamente redatto: uscirà ai primi di novembre. Vedo che la noia si disegna sul suo viso a tante notiziette; ma se Dio vuole sono finite. Quando uscirà il giornale troverà non più notiziette ma pensiero...» (Gobetti diciottenne scrive la sua prima lettera ad Ada Prospero, che vive con la famiglia nel suo stesso palazzo, 14 settembre 1918).
Salvemini. «Salvemini è un genio. Me lo immaginavo proprio così. L’uomo che sviscera le questioni, che la fa smettere agli importuni e ti presenta tutte le soluzioni in due minuti, definitive. [...] Un’altra persona di cui sono entusiasta è Prezzolini col quale ci si trova quasi sempre insieme a pranzo e a spasso, franco, semplice, pratico. Editore propriamente come lo pensavo io. L’editore più intelligente d’Italia come t’avevo detto. E insieme uno spirito libero, un capo ameno
che si mette a cantare le canzoni popolari per Firenze. Faremo con Prezzolini parecchie cose insieme. La sua libreria della Voce sarà meravigliosa [...]» (Piero ad Ada, Firenze, 17 aprile 1919).
Bilancio. «[...] Sono, non dirò un buon combattente per ragioni di ironia, ma certo un degno soldato e il mio spirito rude non ha mai avuto bisogno di esasperate confessioni; i cimenti estremi coincidevano senz’altro con la psicologia cotidiana. Ora sono passati venti anni, e mi sembra di aver vissuto due vite. È l’ora di un bilancio, che non sia un arido elenco di risultati intellettuali, ma la scoperta delicata e terribile di una responsabilità. Le ragioni del pessimismo e dell’ottimismo [...]» (Piero Gobetti, 1921).
Editore. «Ho in mente una mia figura ideale di editore. Mi ci consolo, la sera dei giorni più tumultuosi, 5, 6 per ogni settimana, dopo aver scritto 10 lettere e 20 cartoline, rivedute le terze bozze del libro di Tilgher o di Nitti, preparati gli annunci editoriali per il libraio, la circolare per il pubblico, le inserzioni per le riviste, litigato col proto che mi ha messo un errore nuovo dopo 3 correzioni, mandato via rassegnato dopo 40 minuti di discussione il tipografo che chiedeva un aumento di 10 lire per foglio, senza concederglielo; aiutato il facchino a scaricare le casse di libri arrivate troppo tardi quando ci sono solo più io ad aspettarlo, schiodata io stesso la prima cassa per vedere i primi esemplari e soffrire io solo del foglio che è sbiancato in una copia, e consolarmi che tutto il resto va bene [...] Quattordici ore di lavoro al giorno tra tipografia, cartiera, corrispondenza, libreria e biblioteca (perché l’editore dev’essere fondamentalmente uomo di biblioteca e di tipografia, artista e commerciante) non sono troppe anche per il mio editore ideale. L’importante è ch’egli non debba aver la condanna del nostro pauperismo, non debba vivere di ripieghi tra le persecuzioni del prefetto, il ricatto della politica attraverso
il commercio [...]» (1925).
Giorgio Dell’Arti, Domenicale – Il Sole 24 Ore 14/2/2016