Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  febbraio 13 Sabato calendario

PICCININI: «TORNO IN GIOCO SUL PIU’ BELLO» 

Salvo qualche spezzone qua e là è fuori da un mese e mezzo: come va? «Adesso sicuramente meglio – spiega Francesca Piccinini – anche se per essere al 100% ci vorranno un paio di settimane. È stato un periodo difficile: è stato il mio primo stop serio in carriera e gestirlo mentalmente non era banale. Grazie al club e a Giuseppe Porcellini, uno dei migliori professori nella cura della spalla, mi sono rimessa in pista».
Non era un affaticamento.
«Ovviamente no, altrimenti avrei perso solo pochi giorni. In palestra sono sempre andata, ma nella prima fase non potevo muovere la spalla. Guardo il bicchiere mezzo pieno: mi sono riposata per essere protagonista nella parte decisiva della stagione. Le mie compagne, e Lucia Bacchi in particolare, hanno fatto un lavoro egregio: siamo in corsa su tre fronti».
Partiamo da Novara, dove la Pomì ritorna oggi per la prima volta dopo avere conquistato lì lo scudetto.
«Sarà una tappa significativa. Ci siamo ripetute di non guardare la classifica: è un campionato tanto equilibrato. Un torneo bellissimo, dove non puoi fare pronostici. L’obiettivo è fare punti sempre e, ad eccezione di Modena, ci siamo riuscite. Se alziamo l’asticella e miglioriamo i nostri automatismi, possiamo arrivare ad aprile e maggio al top. E questo conta più del piazzamento».
Con la Final Four di Champions sicura, avete solo 2 turni infrasettimanali (i quarti di Coppa e Bolzano) da qui al 2 aprile.
«Non è male, anche se organizzeremo molte amichevoli, perché il ritmo partita va tenuto alto: giocare aiuta».
A proposito di Final Four: sarà la tua 9a di Champions (5 vinte).
«E sarà in casa: Cremona o Montichiari non farà differenza, perché l’onda rosa, che ci ha seguito a Stettino e a Istanbul, non si farà spaventare da 50 km. Ho vinto spesso all’estero, ma ero in campo pure nell’ultima finale “italiana”, a Perugia, e andò bene. Le motivazioni vengono da sé, il contesto sarà un valore aggiunto».
Servirà il massimo anche per centrare l’Olimpiade.
«Ho sentito il ct Bonitta, per Ankara la spalla mi ha fermato: ho tifato – e che sofferenza – davanti alla tv. Ora, senza calcoli, ho solo una via: dare il massimo, tornare al 100%. Poi parlerà il campo».