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 2016  febbraio 12 Venerdì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - IL CENTRODESTRA CANDIDA BERTOLASO


REPUBBLICA.IT
ROMA - Il tormentone del centrodestra per la candidatura a sindaco di Roma è finito. Il presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi, il segretario della Lega Matteo Salvini e la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni hanno trovato l’intesa sul nome di Guido Bertolaso chiedendogli di guidare, nel ruolo di candidato sindaco, un’ampia coalizione di centrodestra. "Aperta - scrivono in una nota congiunta - anche al contributo delle migliori risorse della società civile". E dall’ex numero uno della Protezione civile è arrivato il ’sì’: "Sono onorato della proposta che Berlusconi, Salvini e Meloni mi hanno formulato. Grazie al progressivo miglioramento delle condizioni di salute della mia adorata nipotina, che mi consentono di riacquisire la necessaria tranquillità, accetto questa nuova sfida consapevole che sarà indispensabile l’impegno di tutti e sarà altrettanto fondamentale dedicare ogni energia e ogni sforzo, ogni giorno, per migliorare le condizioni di vita dei cittadini romani, per ridare decoro e prestigio a una città ormai ridotta davvero in condizioni di emergenza. Per amore di Roma, per la sua storia e per il rispetto che i romani meritano", ha spiegato Bertolaso da Londra, dove si trova in questi giorni.

La svolta è arrivata dopo il pasticcio della candidatura di Rita Dalla Chiesa, avanzata da Giorgia Meloni e silurata da Forza Italia e da Salvini. Tra i nomi erano usciti anche quello della stessa Meloni, che ha poi annunciato la sua gravidanza - che coincide proprio con la campagna elettorale - dal palco del Family Day, della giudice minorile Simonetta Matone e di Fabio Rampelli.

Bertolaso era in realtà già sceso in pista nelle scorse settimane, ma aveva annunciato, via lettera, un passo indietro dettato - aveva spiegato - da motivi personali: i problemi di salute di una nipotina. In tanti però avevano letto, dietro quella ritirata, una reazione alle perplessità del Carroccio. Dubbi legati in particolare alla situazione giudiziaria di Bertolaso, che deve ancora ancora affrontare un processo in primavera. Il prossimo 4 marzo, due giorni prima delle primarie romane del centrosinistra, è fissata infatti l’udienza dell’ex capo della Protezione civile, coinvolto nel procedimento "Grandi rischi bis" con le accuse di omicidio colposo plurimo e lesioni presso il tribunale dell’Aquila.
Candidato centrodestra Roma, Salvini: ’’Basta balletti, meglio le primarie’’
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Accanto al nome di Bertolaso a destra restano in campo le candidature di Francesco Storace (Video), che ha chiesto le primarie, e di Alfio Marchini, che correrà da solo con una lista civica, come già accaduto per le Comunali del 2013. Nel centrosinistra sono sei candidati alle primarie fissate per il prossimo 6 marzo: Roberto Giachetti, Roberto Morassut, e Stefano Pedica, tutti e tre in quota Pd; Domenico Rossi di Centro democratico; Gianfranco Mascia portavoce dei Verdi e l’outsider Chiara Ferraro, una ragazza autistica (Video) che ha deciso di lanciarsi provocatoriamente nella corsa per porre l’accento sui diritti delle persone con disabilità.
Campidoglio, la presentazione ufficiale dei candidati alle primarie Pd
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Il M5s, invece, prima ha illustrato il suo "codice di comportamento" che prevede una multa di 150 mila euro per chi disobbedisce alla linea del movimento. Poi Alessandro Di Battista, deputato pentastellato, è andato all’attacco sostenendo che il M5s "amministrerà Roma con il pugno duro". E infine, ieri, si è conclusa la votazione online tra gli iscritti romani M5S per scegliere i primi tre punti del programma del candidato sindaco. Sul podio la mobilità e la manutenzione delle strade, scelta dal 23% dei votanti (1.917 preferenze); la trasparenza e lo stop agli sprechi per il 8% (1.520 preferenze); e l’emergenza rifiuti e la cura del territorio per il 16% (1.361 preferenze). Nel movimento di Casaleggio e Grillo, sono 209 i candidati dei 5 stelle i cui video appariranno presto (tra domani e lunedì) online per un posto da sinidaco o consigliere comunale.

Sostenuto da Sinistra italiana e parte di Sel, ma fuori dalle primarie, c’è anche Stefano Fassina che vorrebbe coinvolgere in un ticket anche l’ex sindaco Ignazio Marino tentato dal correre da solo con una sua lista civica: "Da medico non sono uno che lascia un’operazione incompiuta", aveva detto durante il videoforum di Repubblica. Infine c’è Alessandro Mustillo, 26enne del Partito comunista guidato da Marco Rizzo.
Roma, Marino: "No alle primarie Pd. Ma non lascio le operazioni a metà"
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Una curiosità: Giachetti e Bertolaso, i principali sfidanti dei due schieramenti, ai tempi del Giubileo del 2000 lavoravano fianco a fianco. Tanto che Francesco Rutelli, giorni fa, aveva detto: "Anche perché poi vedo - dice - che sono candidati sindaci un pò tutti i miei. Giachetti è stato mio ex capo di gabinetto e Berlusconi candida il mio vice del Giubileo, scherzo, Bertolaso... Chi ci manca ancora?".

Dal presidente del Pd Matteo Orfini, via twitter, è arrivato un ironico "in bocca al lupo a Bertoloso. Un risultato lo ha già raggiunto. È la prima volta in vita sua che fa una gara". Roberto Giachetti (Pd), a Radio Radio, ha commentato la candidatura a sindaco per il centrodestra di Bertolaso, accennando al periodo in cui entrambi facevano parte della squadra dell’allora sindaco Francesco Rutelli: "Il mio lavoro prescinde da Bertolaso e dal candidato di centrodestra. Bertolaso è una persona che conosco, competente, ha fatto il subcommissario al Giubileo, ci ho lavorato insieme e ne conosco tutte le qualità. Io avevo sperato che anche il centrodestra scegliesse la linea delle primarie, dopodiché hanno scelto diversamente. Mi pare di capire che rimane in pista Marchini, non ho capito cosa farà Storace". Ileana Argentin (Pd), presidente del comitato elettorale di Giachetti, ha affermato: "A noi ci dice un gran bene, vuol dire che vogliono perdere, che non hanno trovato tutti gli alibi per nascondere tutte le cose brutte che hanno fatto con Alemanno - ha detto a Radio Radio -
Quindi ci mandano Bertolaso che scende con gli stivaloni e proverà a fare qualcosa...una tristezza assoluta, vedremo. Noi tanto abbiamo un unico nemico che sono i Cinque Stelle".

Per Alfio Marchini, "la nomina di Bertolaso è un fatto positivo perché rende tutto più chiaro per i cittadini. Ci saranno profili definiti e proposte concrete sulle quali i romani potranno scegliere. Sarà sicuramente un’avvincente campagna elettorale".

DAGOSPIA
1. PIOGGIA DI VETI SU ROMA E IL CAV RICHIAMA BERTOLASO

Paolo Emilio Russo per “Libero Quotidiano”

È abituato a risolvere crisi e ad affrontare emergenze.
«E io ho una emergenza, Guido, mi devi aiutare!». Con questa motivazione, scherzando come usa fare coi suoi amici, Silvio Berlusconi sta pressando Bertolaso perchè si candidi a fare il sindaco di Roma.
L’ ex premier e leader di Forza Italia non è affatto contento di come si sono «comportati» Matteo Salvini e Giorgia Meloni nella scelta dei candidati per le Amministrative, del gioco dei «veti» che sembra più finalizzato «a perdere le elezioni» che a vincere e a dare la «spallata» a Matteo Renzi. «Io non ne posso più di questi due, sei l’unico che può rimettere insieme la coalizione...», ha spiegato l’ ex premier all’ ex sottosegretario, il primo ad Arcore, il secondo a Londra, dove assiste la nipotina malata.
Berlusconi è alle prese con una situazione molto intricata: un pezzo importante di Forza Italia tifa per il "civico" Alfio Marchini, così come tutte le formazioni di centro e la Lega, mentre gli ex aennini pur di fermare l’ imprenditore accusato di essere «organico alla sinistra» hanno messo in campo un loro candidato di "bandiera", Fabio Rampelli.
A criticare duramente questa decisione, sostenendo al contrario che il candidato civico potrebbe «governare dieci anni» è stato un altro ex colonnello di Via della Scrofa, oggi senatore di Fi, Maurizio Gasparri.
Senza sorprese, dunque, il centrodestra sarebbe votato al suicidio politico. È ufficialmente esclusa anche l’ ipotesi di un clamoroso ritorno nella corsa della presidente di Fdi: «Avevo dato la mia disponibiltà, ma aspetto un bambino, ci ho riflettuto tanto e mi prenderei una responsabilità importante verso questa creatura e verso me stessa» ha ribadito la Meloni.
A ricominciare il pressing sull’ ex capo della Protezione civile, romano di Prati, medico, è stato Marcello Fiori, già capo dei Club Forza Silvio, prima ancora vice del possibile candidato a capo del Dipartimento di Palazzo Chigi che si occupa di affrontare e gestire le emergenze. «È quasi sì, ha detto un quasi sì», si lascia scappare lui, fermato per strada.
Bertolaso aveva già dato la sua disponibilità e, al contrario di altri, aveva avuto il via libera anche dei Fratelli d’ Italia, che rivendicano di essere «il primo partito del centrodestra a Roma, stando ai sondaggi», mentre il Carroccio aveva dubbi: l’ ex capo della Protezione civile è imputato nel processo sulla "cricca" degli Appalti al G8 e rinviato a giudizio nel processo Grandi rischi bis all’ Aquila.
Nessuno dei due procedimenti sembra potersi concludere con una condanna eppure il segretario del Carroccio, temeva dannose incursioni dei pm nella campagna elettorale. Bertolaso non sembra entusiasta del pressing, si è preso comunque altre ore per pensare e verificare gli sviluppi delle condizioni di salute della bambina, ma potrebbe accontentare l’ amico per "risolvere" un problema. «C’ è bisogno di un manager, di un esperto di emergenze», continua a ripetere il Cavaliere, che ha stoppato, promettendole una diversa proposta, anche la candidatura di Rita Dalla Chiesa.
L’ ex capo della Protezione civile, oltretutto, era già stato testato nei sondaggi e, tra i tanti, risultava il candidato più competitivo. Sicuro l’ ex premier sarà costretto a cedere rispetto all’ unica richiesta fatta dall’ ex collaboratore, quella di poter presentare una propria lista civica «lontana dai partiti». Per l’ ufficializzazione c’ è tempo: il leader di Fi non è sicuro del risultato delle primarie Pd e vuole aspettare quelle prima di fare la sua mossa. «Li facciamo innervosire...», spiega.

PRIMARIE DEL PD
Sei candidati in cerca di voti. Ai blocchi di partenza per le primarie del centrosinistra si sono presentati alla fine i due Roberto, Giachetti e Morassut, e Stefano Pedica, tutti e tre in quota Pd; Domenico Rossi di Centro democratico; Gianfranco Mascia portavoce dei Verdi e l’outsider Chiara Ferraro, una ragazza autistica che ha deciso di lanciarsi provocatoriamente nella corsa per porre l’accento sui diritti delle persone con disabilità.

"Abbiamo ritenuto di accettare anche la sua candidatura di Chiara Ferraro - ha spiegato oggi durante la presentazione ufficiale dei candidati all’enoteca regionale Palatium il segretario del Pd Lazio, Fabio Melilli - che aveva presentato oltre mille firme, che non sarebbero state però sufficienti a partecipare". "Abbiamo predisposto un vademecum, consultabile online, che sottoporremo a tutti candidati e che riguarderà soprattutto il candidato sindaco e come verranno scelti i candidati consiglieri nelle liste - aggiunge - Ci saranno criteri che andranno dall’onestà al radicamento nel territorio, una serie di punti che vanno oltre regole". "Inoltre - ha spiegato il consigliere regionale del Lazio Teresa Petrangolini - chi intende candidarsi dovrà rendere pubblico il suo certificato del casellario giudiziale e rendere trasparenti eventuali conflitti di interesse. A questo scopo - conclude - dovrà elencare le associazioni, i movimenti, i partiti, i circoli anche riservati di cui ha fatto parte o ai quali è ancora legato. Lo stesso vale per le cariche o le semplici partecipazioni avute o ancora esistenti in società, enti o fondazioni, anche istituzionali".
Campidoglio, la presentazione ufficiale dei candidati alle primarie Pd
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Fissate le regole e anche il tetto di spesa: "Sarà una campagna elettorale per le primarie è sobria - ha aggiunto Melilli - con un tetto di spesa di 30.000 euro e l’impegno dei candidati alla rendicontazione puntuale. La campagna elettorale durerà fino al 6 marzo" all’apertura dei gazebo in città. "Saranno primarie vere" promette il presidente del Pd e commissario del aprtito a Roma, Matteo Orfini.

Uno strumento in cui crede fortemente Roberto Giachetti, per ora in vantaggio tra le scelte dei minisindaci, che rivolge un invito al centrodestra: "Sarebbe importante e bello che anche dall’altra parte dove si devono decidere le candidature si utilizzasse lo stesso metodo delle primarie, un importantissimo strumento democratico e per far riavvicinare la gente". "Sull’azione del prossimo sindaco - aggiunge poi - io credo debbano trionfare parole come onore, rigore, determinazione e onestà. Poi ci vuole competenza e grandissima umiltà. La città è in grandissima difficoltà e credo si debba ricreare un rapporto di fiducia". "Sto girando molto la città ed è un patrimonio di conoscenze straordinario - dice ancora - Le cose che sto ascoltando sono uno strumento per trovare soluzioni e ho promesso che qualunque parola sul programma sarà direttamente condizionata da questo. Quanto al tetto di spesa - ha aggiunto -, io ho lanciato una campagna di mini finanziamento".

Per Roberto Morassut, deputato Pd ed ex assessore della giunta Veltroni, sono quattro le questioni fondamentali da affrontare "per un lavoro di conoscenza e rilettura della città": "La prima è che il Comune così come l’abbiamo conosciuto non è più efficiente. Serve dare a Roma uno status diverso e speciale. Può essere una Regione nuova o una città metropolitana con poteri speciali" spiega. "Secondo aspetto: le risorse, perché senza di esse non si fa nulla. Serve un rinnovato patto con il governo - aggiunge - Bisogna rivedere i 500 milioni l’anno oggi previsti per pagare i debiti. Ora nemmeno un euro va agli investimenti: quella norma va rivista: senza oneri ulteriori per lo Stato bisogna spostare quelle risorse per lo sviluppo. Poi il paradigma del bilancio di Roma va ristrutturato per fare le cose che servono alla città, per migliorare il ciclo dei rifiuti, il decoro dei beni comuni e il tpl. Infine utilizzare meglio il nostro patrimonio immobiliare". A margine dell’iniziativa Morassut ha chiarito: "L’amministrazione non si fa con gli slogan. Il mio slogan sarà basta slogan".

Stefano Pedica, ex senatore Pd, apre invece ai Cinque Stelle. "Serve un patto del Campidoglio - dice - perché nessuno ha la sfera magica per controllare tutto quello che oggi è incontrollabile: Ater, Affittopoli, parentopoli, ci sono tante, troppe cose che non vanno. Quando non ce la fai da solo ti devi circondare di persone, anche di altre esperienze politiche, perché se Roma diventa bella diventa bella per tutti". "Visto che il patto del Nazareno ha funzionato penso ad un patto per il Campidoglio a Roma, allargando a tutti, anche arrivando ai 5 stelle - aggiunge - Io ho già offerto loro ambiente, legalità, se vogliono si parla a tavolino".

"Io sono sempre stato per 44 anni al servizio del mio Paese, e mi sembrava che fosse l’ora di essere al servizio della mia città. Questo è l’unico scopo per cui mi candido" confessa Domenico Rossi, candidato di Centro democratico. "Le priorità - spiega - le indicano già i cittadini ogni volta che ci si confronta: sicurezza, legalità, assistenza, sviluppo e futuro della città. Credo che siano le priorità principali, poi ovviamente per risolvere i problemi serve capacità organizzativa". A chi gli chiedeva quali fossero le differenze tra lui e gli altri candidati, Rossi ha risposto: "Credo che a tutti sia noto che queste sono primare del centrosinistra e non del Partito democratico, il Pd ha tre candidati, io sono espressione di Centro democratico e in questo ci sono evidenti differenze".

Si definisce "un candidato fuori controllo" il portavoce dei Verdi Gianfranco Mascia che si era fatto avanti "per rompere il monocolore Pd". "Con me sindaco Roma cambia clima" spiega. Tra i primi punti da affrontare per Mascia la questione "cemento su cemento": "In questa città si continua a costruire - dice - Rispetto a questo quando sarò sindaco si dirà basta al cemento e si riconvertiranno le case ecologicamente". "Il secondo punto sono i cassonetti - aggiunge - Il problema si risolve con il porta a porta. Quando sarò sindaco la raccolta porta a porta sarà al 60%". "Altro problema grosso la mobilità pubblica - prosegue Mascia - penso ad esempio a mettere le bici attaccate ai bus. Poi c’è la scuola: noi diciamo che la scuola deve essere pubblica e per tutti".
La candidata autistica alle primarie di Roma. Il padre: "Chiara in corsa per cambiare il welfare"
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Per Chiara Ferraro parla invece il padre: "Bisogna evitare l’isolamento nelle strutture del nostro welfare seppure dignitose. Abbiamo fondato una cooperativa, non assistenziale ma produttiva, con Chiara e i ragazzi come lei e Chiara sta imparando attraverso il lavoro. Noi intendiamo il welfare come bene comune e la sua candidatura nasce per dare una
svolta. Mi chiedono perché con il Pd, io risponde che con le primarie si afferma un principio democrazia. A prescindere dal risultato che otterremo è già un passo importante" dice Maurizio Ferraro. "Mi chiedono perche ’non ti candidi tu’? Perché è diverso. Siamo qui - ha spiegato il padre durante la presentazione - perché la costituzione ce lo permette: dice che Chiara può stare qui, nei punti di governance".