varie, 12 febbraio 2016
CATTIVO
«Se sono cambiato? No, sono sempre un po’ cattivo. In questa squadra serve una persona come me» (Yohan Benalouane, difensore della Fiorentina).
MANIGOLDO «Nel ’64, Omar Sivori era alla Juventus ed era già celebrato, quando arrivò in panchina Heriberto Herrera. Herrera e Sivori avevano un’idea di calcio opposta, oltre a due caratteri incompatibili. Questo costrinse Omar a lasciare Torino. Nel ’65 passò al Napoli. E da allora tutte le volte che giocavano contro, Sivori gli tirava le pallonate contro la panchina, lo faceva apposta. degli attentati. E noi: “Omar non si fa”. E lui: “Se volevo farlo, davvero, lo uccidevo”. Un manigoldo geniale» (Dino Zoff).
GIOIA «Spero di dare sempre qualcosa alla squadra, anche a livello di personalità. Io sono sempre positivo, cerco di mettere in testa a tutti che dobbiamo scendere in campo con gioia» (Kevon Prince Boateng, trequartista del Milan).
GIOVANI «Intorno ai giovani c’è il vuoto: pensano più ad apparire che a crescere. Servono più istruttori nei settori giovanili, dove spesso i ragazzi sono lasciati nelle mani di persone sbagliate. Ci sono tecnici che badano più a fare carriera che a far migliorare i ragazzi» (Davide Ballardini, allenatore esonerato lo scorso mese dal Palermo).
DISCIPLINA «Ho sempre vissuto il calcio con molta passione. Il mio primo regalo a tre anni fu un pallone e iniziai a giocare ovunque. Sono cresciuto rispettando questo sport come una professione anche perché la vera difficoltà è mantenersi a un alto livello. La disciplina è fondamentale, nel calcio e nella vita» (Javier Zanetti, ex calciatore, ora vice-presidente dell’Inter).
RAGAZZE «David Beckham, era perfetto, era una brava persona. Era normale che il 100% delle ragazze volessero conoscere lui e non me, ma non era possibile perché lui era sposato. Io, invece, ero quello che... beh, avevo la ragazza, ma un mese dopo...» (Antonio Cassano, attaccante della Roma, ricordando i tempi del Real Madrid).
PAPA’ «Ora che vivo da solo riesco a scindere bene casa e pedana. Mentre prima quando vivevo insieme a mio papà sentivo troppa pressione addosso e mi sentivo controllato, sorvegliato. Sono professionale al massimo, però se ho voglia di uscire una sera a divertirmi mi sento più libero e sereno nel farlo» (Gianmarco Tamberi, saltatore in alto)-