MG, National Geographic 2/2016, 11 febbraio 2016
LA PRIMA DONNA AL VOLANTE
Ernestina Luisa Prola era una “sportista”, come si diceva agli inizi del secolo scorso. Andava in montagna, cacciava camosci, pattinava, giocava a tennis, tirava di scherma, vinceva gare di tiro a segno, pedalava in velocipede per le vie di Torino. E fu lei, il 5 giugno 1907, la prima donna italiana a conseguire la patente di guida, numero 3.
In seguito prese il brevetto di motorista d’aviazione e sarebbe diventata anche pilota d’aerei se a “tarparle le ali” – così spiegava un articolo de La Stampa nel 1948 – non fossero intervenuti l’amore e il conseguente matrimonio. L’esempio di Ernestina, racconta Laura Fezia nel libro Il giro di Torino in 501 luoghi (edizioni Newton Compton) «instillò nelle donne torinesi la voglia di possedere una vetturella a motore», tanto che nel 1910 una tale vedova Barbero aprì una «rivendita di auto al femminile», naturalmente destinata solo a clienti molto facoltose. La signora Prola guidò fino alla morte, avvenuta nel 1954, e fece in tempo, già anziana, a esercitare il diritto di voto, che le italiane ottennero solo nel 1946. Un percorso inverso rispetto a quello delle donne saudite, che da poco possono votare per i consigli comunali (gli unici organi elettivi del paese), ma la patente non possono ancora prenderla.
MG