Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  febbraio 11 Giovedì calendario

LA PRIMA DONNA AL VOLANTE

Ernestina Luisa Prola era una “sportista”, come si diceva agli inizi del secolo scorso. Andava in montagna, cacciava camosci, pattinava, giocava a tennis, tirava di scherma, vinceva gare di tiro a segno, pedalava in velocipede per le vie di Torino. E fu lei, il 5 giugno 1907, la prima donna italiana a conseguire la patente di guida, numero 3.
In seguito prese il brevetto di motorista d’aviazione e sarebbe diventata anche pilota d’aerei se a “tarparle le ali” – così spiegava un articolo de La Stampa nel 1948 – non fossero intervenuti l’amore e il conseguente matrimonio. L’esempio di Ernestina, racconta Laura Fezia nel libro Il giro di Torino in 501 luoghi (edizioni Newton Compton) «instillò nelle donne torinesi la voglia di possedere una vetturella a motore», tanto che nel 1910 una tale vedova Barbero aprì una «rivendita di auto al femminile», naturalmente destinata solo a clienti molto facoltose. La signora Prola guidò fino alla morte, avvenuta nel 1954, e fece in tempo, già anziana, a esercitare il diritto di voto, che le italiane ottennero solo nel 1946. Un percorso inverso rispetto a quello delle donne saudite, che da poco possono votare per i consigli comunali (gli unici organi elettivi del paese), ma la patente non possono ancora prenderla.
MG