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 2016  febbraio 09 Martedì calendario

DELITTI USCITI SUL FOGLIO DEI FOGLI DEL 8 FEBBRAIO 2016


Luana Finocchiaro, 41 anni. Di Misterbianco, Catania, alle spalle un matrimonio finito da cui aveva avuto due figli, nel 2011 s’era messa con Vincenzo Di Mauro, 37 anni, appena uscito di galera dov’era finito nel 2000 perché aveva strangolato un vicino di casa che ci aveva provato con la sua fidanzatina di allora. Con Di Mauro la Finocchiaro aveva fatto un altro figlio ma poi, siccome l’uomo, «violento e collerico, gelosissimo», la picchiava di continuo, s’era decisa a lasciarlo. L’altra sera lui andò a casa di lei e durante l’ennesima lite, mentre il bimbo dormiva nella sua cameretta, le strinse le mani attorno al collo finché non smise di respirare.
Sera di domenica 31 gennaio in un appartamento in via Garibaldi nel centro di Misterbianco, hinterland di Catania.

Hubert e Giulia Palmerini, 13 e 8 anni. Di Vaiano, piccola frazione di Castiglione del Lago, figli della polacca Katarzyna, 47 anni, e di Maurilio Palmerini, 58 anni, ex informatore farmaceutico caduto in disgrazia e pieno di debiti, in cura da anni per una brutta depressione. I compaesani aiutavano la famiglia donando cibo e vestiti e offrendo al Palmerini qualche lavoretto, ma qualche giorno fa gli era pure arrivato l’ordine di pignoramento deciso dal tribunale. Sabato mattina Hubert, alunno modello che l’anno scorso aveva vinto una borsa di studio, dormiva in camera sua quando il padre, in pugno un coltello, gli si avvicinò in punta dei piedi e lo sgozzò. Quindi raggiunse Giulia che guardava i cartoni in salotto davanti alla tv e colpì alla gola pure lei. La moglie si precipitò a difendere i bambini, Palmerini la ferì al volto e alla testa, lei corse in cortile a chiedere aiuto, lui la inseguì dicendo «non gli ho fatto niente, vieni a vedere», una vicina la fece entrare in casa e mentre il marito prendeva la porta a calci e pugni la donna chiamò i soccorsi: «Ci sta ammazzando tutti, correte, fate in fretta». Subito dopo il Palmerini si arrampicò sul bordo del pozzo di casa, arrivarono un carabiniere e un vicino che tentarono di convincerlo a scendere ma lui disse più volte «non vi avvicinate, tanto non mi fermate: non potete capire cosa ho fatto ai miei figli» e si buttò di sotto.
Alle 11 e 30 di sabato 30 gennaio in un casolare a Vaiano, 260 anime nelle campagne al confine fra Umbria e Toscana.

Marinella Pellegrini, 55 anni. Impiegata, viveva in un’elegante casa a Brescia col marito Paolo Piraccini, 56 anni, ex ristoratore e ora titolare di una tabaccheria. I due a detta dei vicini erano «una coppia tranquilla, felice». Lui però di recente aveva scoperto d’avere un tumore al braccio e da allora s’era fatto assai depresso. Lunedì sera, durante una lite scoppiata chissà perché, l’uomo afferrò un coltellaccio da cucina, lo affondò nella gola della consorte fin quasi a decapitarla, quindi telefonò al cognato («Ho fatto una sciocchezza, ho ucciso Marinella, adesso mi ammazzo») montò in auto e s’andò a schiantare contro un tir nella corsia di sorpasso della A4 presa contromano.
Intorno alle 22.30 di lunedì 31 gennaio in via Cefalonia, a Brescia, e a Ospitaletto, sull’autostrada A4.

Ezio Sancovich, 62 anni. Residente a Rubano in provincia di Padova, consulente esterno della Moncler, sposato, due figlie, «tutto casa e lavoro», appassionato di palestra e bicicletta, bell’uomo, sempre curato, tempo fa aveva prestato sedicimila euro all’amico e socio Renato Rossi, 68enne originario di Ferrara ma residente a Martellago (Venezia), disegnatore di capi d’abbigliamento, grande appassionato d’armi che sul suo profilo Facebook postava selfie con fucili e pistole ma anche la foto del nipotino seduto sul divano col kalashnikov. Lunedì scorso i due si incontrarono per la restituzione dei soldi, Rossi però non li aveva e così scoppiò una lite. A un certo punto Sancovich fece scendere l’amico e quello allora gli sparò tre colpi di pistola alla testa.
Sera di lunedì 1 febbraio a Piombino Dese, in provincia di Padova.

SUICIDI

Arturo Politi, 67 anni. Ex controllore comunale presso il casinò di Sanremo, sposato, due figli, l’altro pomeriggio, a Bordighera, scavalcò l’alta ringhiera che separa la passeggiata sul mare dai binari dei treni e quando vide arrivare l’intercity partito da Ventimiglia e diretto a Milano si buttò sotto le carrozze lasciandosi stritolare. Nessun biglietto.
Verso le 17 di venerdì 5 gennaio a pochi metri dalla stazione di Bordighera, Imperia.

Aldo Lamanna, 42 anni. Originario di Cosenza, parroco della chiesa della Santissima Annunziata a Tropea e anima dell’oratorio “Amico Cuore” da lui stesso fondato anni fa, da qualche tempo non era più lo stesso: appariva cupo e turbato e aveva chiesto ai fedeli di pregare per lui. L’altro pomeriggio durante una funzione religiosa uscì dalla chiesa, raggiunse un punto del convento che sporge sulla rupe, e si buttò di sotto. Volo di una quarantina di metri.
Verso le 17.30 di venerdì 5 febbraio a Tropea, Vibo Valentia.