VARIE 7/2/2016, 7 febbraio 2016
APPUNTI PER GAZZETTA - LE PRIMARIE DEL PD A MILANO
Giuseppe Sala stacca gli altri tre candidati con una percentuale che viene data tra il 39 e il 42. Francesca Balzani, seconda, tra il 32 e il 35 per cento e Pierfrancesco Majorino terzo con il 23-26%. In attesa delllo spoglio e dei dati ufficiali del comitato organizzatore delle primarie del centrosinistra di Milano, si comincia a ragionare su vincitori e sconfitti con i dati degli exit poll del Dipartimento di Scienze sociali e politiche dell’Università Statale di Milano condotto su un campione di tremila elettori intervistati ai seggi. La rilezione demoscopica è stata condotta in collaborazione con Candidate and Leader Selection e con PomLab - Laboratorio su pubblica opinione e social media dell’Università di Milano. Questi risultati sovvertono i risultati dell’ultimo sondaggio che indicavano un distacco molto più netto tra il primo (Sala tra il 45 e il 48) e il secondo (Majorino e non Balzani tra il 25 e il 28%).
ANCORA SUI CINESI
L’affluenza. Nonostante il maltempo, il dato sull’affluenza delle primarie del centrosinista - il dato è ancora fermo alle ore 16 - è di 41.420 (alle 12 i numeri parlavano di 18.120), un dato sostanzialmente in linea con quello del 2010, quando gli elettori del centrosinistra scelsero Pisapia andando a votare in 67mila. L’obiettivo è arrivare a quella soglia. La presenza degli stranieri ricalca quella del primo giorno delle primarie: circa il 4%, fanno sapere gli organizzatori.
Le stoccate tra candidati. I toni duri e le stoccate che hanno caratterizzato parte della campagna elettorale, si sono trascinate fino alle ultime ore della campagna elettorale con Balzani che su Facebook ha innescato una polemica last minute che coinvolto alcuni degli assessori della giunta Pisapia. La candidata (e attuale vicesindaco) ha scritto: "È indubbiamente vero: tutte e tutti abbiamo fatto un ottimo gioco di squadra in questi anni. Ma la giunta si chiama Pisapia e chi può dire cosa sia e cosa non sia vera continuità è soltanto Pisapia, quello che ha scelto e nominato tutti i componenti della squadra. Continuiamo il lavoro cominciato 5 anni fa, continuiamo la bella stagione".
La polemica sul voto della comunità cinese. Ma sono state le polemiche
sul voto della comunità cinese a caratterizzare l’edizione 2016 delle primarie. Polemiche nelle quali sono entrati anche Beppe Grillo e il premier Renzi. E che hanno portato i rappresentanti delle comunità straniere a intervenire per ben due volte con una nota il cui senso è stato: "Polemiche inaccettabili, esercitiamo il diritto al voto che il regolamento delle primarie ci ha concesso".
ELISABBETA SOGLIO SUL CDS STAMATTINA
MILANO Il nome arriverà oggi, ma la parola finale la anticipa il sindaco Giuliano Pisapia: «Adesso avanti tutti insieme». A Milano la festa delle primarie per scegliere il candidato del centrosinistra per le amministrative di giugno è cominciata ieri mattina alle 8, con l’apertura dei primi nove seggi: uno per ogni zona. Voleva essere un modo per agevolare chi oggi non avrà tempo di presentarsi alle urne (151 sparse in tutta la città), ci si aspettava un’affluenza media, in realtà è stato un boom, a sentire gli organizzatori: 7750 le persone che si sono messe in fila per firmare la Carta dei valori del centrosinistra, versare 2 euro di contributo spese e barrare la croce su uno dei quattro nomi: Francesca Balzani, Antonio Iannetta, Pierfrancesco Majorino e Giuseppe Sala. Posto che non è possibile fare paragoni con le precedenti primarie, dal momento che è la prima volta di un voto su due giorni, il dato racconta che se l’obiettivo è superare i 67 mila elettori che premiarono nel 2010 Pisapia, nove seggi e un primo giorno hanno già portato l’asticella ben oltre il 10 per cento del totale auspicato.
Tutti contenti per le code ordinate: «Una grande festa democratica e popolare», la definisce Pierfrancesco Majorino che va a votare in periferia ed è l’unico a salutare col pugno chiuso. Sala, rimasto con la moglie Dorothy in coda per oltre 40 minuti in attesa del proprio turno, osserva che «anche con le primarie Milano dimostra di esser leader e un esempio per il Paese». «Credo che queste primarie ce le stiano invidiando tutti», aggiunge Francesca Balzani, al voto accompagnata dal marito e dai tre figli (12, 8 e 5 anni).
Questa sera si scoprirà il nome del vincitore e a quel punto comincerà il lavoro più difficile per il centrosinistra: tenere unite tutte le anime e arrivare compatti al voto che sceglierà il nuovo sindaco. Pisapia si augura che «il centrosinistra a Milano continui a vincere». E su Facebook ha aggiunto, a proposito dell’esito delle primarie: «Non esistono destini già scritti, l’abbiamo dimostrato nel 2011».
Ma il sogno arancione pare un po’ appannato e, soprattutto nel caso che gli elettori della coalizione sceglieranno Sala, il rischio è quello della spaccatura dell’attuale maggioranza. Balzani, la candidata sostenuta da Pisapia, ha ribadito: «Chiunque vinca dobbiamo essere uniti. Il vero obiettivo è battere il centro destra». Insomma, in attesa di capire se Stefano Parisi correrà con FI, FdI e Lega, una cosa è certa: quella del centrosinistra non sarà una passeggiata.
Elisabetta Soglio
ANDREA SENESI SUL VOTO CINESE
MILANO Si può leggere il tutto come un bell’esempio di integrazione e di democrazia. Oppure come un caso estremo di cammellaggio, evento peraltro non inedito nella storia delle primarie italiane. Comunque si decida di interpretarlo ieri a Milano è successo un fatto nuovo: la comunità cinese, che in città ha radici antichissime, s’è mobilitata in forze per la scelta del candidato sindaco del centrosinistra. Non era mai successo, e su questo concordano tutti.Sulla vicenda è ovviamente esplosa la polemica, anche perché i rappresentanti della comunità nei giorni scorsi avevano pubblicamente manifestato il loro apprezzamento per uno degli sfidanti in campo: Beppe Sala.
I primi segnali sono arrivati da via Sarpi, il cuore della Chinatown milanese, da dove in mattinata è spuntato un gazebo che distribuiva opuscoli sul voto stampati in ideogrammi. E poi le code ai seggi. Da viale Monza allo Stadera, le segnalazioni di comitive di cinesi davanti ai circoli e alle sezioni della sinistra hanno preso a moltiplicarsi. Ordinati e silenziosi, a parte qualche «intemperanza» da neofiti. Chi si è fatto un selfie in cabina elettorale per certificare l’avvenuto voto, chi ha preteso di entrare con un accompagnatore per farsi indicare il nome giusto, chi ha portato con sé brochure prestampate. Abbastanza comunque per scatenare dubbi, illazioni (e ironie) soprattutto dai sostenitori di Francesca Balzani. A fine giornata gli stranieri risultavano ieri il quattro per cento dei votanti. L’affluenza cinese è stata però a macchia di leopardo. Impalpabile in centro e nelle zone chic, consistente (fino al dieci per cento del totale) in alcuni seggi di periferia. I supporter di Sala puntano il dito contro il «nuovo razzismo di sinistra». Tra questi, il deputato pd Emanuele Fiano: «Nel giorno in cui la comunità cinese decide di partecipare coscientemente alla scelta di chi sarà il candidato del centrosinistra, e lo fa ovviamente traducendo il materiale necessario, arrivano, anche da parte di notissimi “compagni” della piazza milanese, irricevibili e disgustose polemiche». Parole raccolte subito dallo stesso Sala: «In questa bella giornata di democrazia, in cui molti inseguono la polemica sulla partecipazione delle comunità straniere, mi sento di condividere le parole di Emanuele Fiano». Toni misurati anche dall’altro candidato, Pierfrancesco Majorino (che ha incassato il sostegno di un parte della comunità sudamericana): «Ho litigato spesso con la comunità cinese, ma nessuno può permettersi di salutare negativamente la partecipazione alle primarie di cittadini d’origine straniera. La cultura della cittadinanza non va esibita a giorni alterni». Si gode la scena, sull’altro fronte, Matteo Salvini: «File di cinesi, molti dei quali non parlano l’italiano, votano il renziano Sala alle primarie Pd. Che pena, povera Milano e povera sinistra».
ANCORA SUI CINESI
MILANO «Che polemica strana. Finalmente le nuove generazioni si sono date una svegliata e hanno capito che la politica riguarda anche loro. E allora abbiamo convinto molti a partecipare. Mi sembra positivo, non capisco questo casino». Francesco Wu, 34 anni, è un «ingegnere prestato alla ristorazione». È il fondatore dell’Unione degli imprenditori Italia-Cina ed è appunto il volto giovane di una comunità che a Milano ha radici da un secolo.
È stata la prima volta però che la vostra comunità ha partecipato a una primaria. E la sensazione ai seggi è che eravate tutti per Sala.
«Noi abbiamo incontrato Beppe Sala in un circolo del Pd domenica scorsa. Tutto alla luce del sole. Lui ci ha parlato per una decina di minuti e ci ha fatto un discorso molto semplice. “Una parte della città non vi vuole bene”, ci ha detto. “Io m’impegnerò a stemperare i toni”».
Nessuna promessa, nessun impegno?
«Niente di niente. Ma a noi ha fatto comunque una buona impressione. Ci ha detto di essere come noi figlio di piccoli imprenditori e di credere nel valore del lavoro. E poi lui è un volto conosciuto per il suo lavoro in Expo».
Avete scritto su un vostro sito che Sala si sarebbe rifiutato di incontrare il comitato di residenti italiani che da anni chiedono regole più severe per le vostre attività commerciali.
«Lui non ci ha detto niente in proposito. Sappiamo solo che il suo incontro con l’associazione Vivisarpi è saltato».
E gli altri candidati non hanno provato a contattarvi?
«Con Majorino non c’è mai stato dialogo perché vorrebbe trasferire le nostre attività in altre zone. Abbiamo incontrato Iannetta che ci ha parlato di sport, mentre la Balzani non l’abbiamo sentita».
Quante persone sono andate a votare, della vostra comunità?
«In città ci sono 25 mila residenti di origine cinese, ma non ho idea di quanti vadano davvero ai seggi. Molti di noi sono già andati a votare perché domani (oggi, ndr ) è prevista pioggia e per noi sarà l’ultimo dell’anno, un giorno quasi di festa. Abbiamo fatto un po’ di passaparola ma di certo non facciamo il lavaggio del cervello a nessuno. E so che qualcuno, qualche giovane e qualche donna, ha votato o voterà per la Balzani».
A.Se.