VARIE, 5/2/2016, 5 febbraio 2016
APPUNTI PER GAZZETTA - LA SALMA DI PADRE PIO A ROMA
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LE SPOGLIE A ROMA
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ROMA - Le salme dei due santi, Padre Pio da Pietrelcina e Leopoldo Mandic, portate a spalla, sono entrate nella Basilica e verranno posizionate davanti all’altare della Confessione. E migliaia di fedeli sono stati in coda per ore.
La processione è stata accolta sul sagrato della Basilica Vaticana dall’arciprete, il cardinale Angelo Comastri, e le due teche di vetro sono state collocate nella navata centrale, dinanzi all’altare della Confessione, per la venerazione che durerà fino all’11 febbraio.
Roma, Giubileo: le spoglie di padre Pio arrivano a San Pietro. In 25mila alla processione
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Le spoglie dei due ’Santi della Misericordia’ sono giunte a Roma mercoledì scorso e sono state esposte nella parrocchia di San Salvatore in Lauro. Proprio quando è terminata l’ostensione delle reliquie - in concomitanza con l’inizio della messa -, in tantissimi, che attendevano lungo via dei Coronari il proprio turno per l’ingresso, soni rimasti bloccati al varco. Molte le proteste e, a causa della folla, anche qualche lieve malore. Proprio approfittando di una transenna spostata per lasciare passare una donna che si era sentita male, alcuni fedeli sono riusciti a superare il blocco e ad avvicinarsi alla Chiesa seguendo la messa che si celebra all’aperto, sul sagrato.
Per gli altri l’attesa è durata oltre due ore tra canti religiosi e recite del rosario. Diversi i gruppi di preghiera di San Pio sono giunti da diverse regioni di Italia come Puglia e Sardegna. Tra i pellegrini anche numerosi gruppi giunti da Spagna e Polonia.
Padre Pio, le spoglie a San Pietro. Migliaia di fedeli in coda per ore
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Ma i pellegrini hanno portato il loro omaggio ai due santi anche nel corso della notte. La chiesa - spiega l’organizzazione - è rimasta aperta sempre e il flusso di pellegrini, seppur ridotto rispetto a quello delle ore diurne, non è mai cessato.
Numerose le forze dell’ordine presenti per i controlli assieme a volontari di protezione civile e croce rossa.
Domani alle 10 in piazza San Pietro, Papa Francesco concederà un’udienza speciale agli aderenti dei Gruppi di Preghiera di Padre Pio e ai dipendenti della Casa Sollievo della Sofferenza. Dal 7 al 9 febbraio le reliquie di Padre Pio e di San Leopoldo sono esposte nella Basilica di San Pietro per la venerazione dei fedeli. Infine il 10 febbraio, che coincide con il mercoledì delle Ceneri, sempre
in San Pietro, si tiene alle 17 una solenne liturgia nella quale il Papa conferisce il mandato ai mille Missionari della Misericordia, sacerdoti indicati dai vescovi per una rinnovata e intensa pastorale delle confessioni durante il Giubileo. L’11 febbraio alle 7.30 monsignor Fisichella presiede la celebrazione eucaristica prima della partenza delle reliquie verso le sedi di provenienza.
PAPA FRANCESCO INCONTRERA’ IL PATRIARCA DI MOSCA
Un altro muro cade. Papa Francesco e il patriarca della Chiesa ortodossa di Mosca si incontreranno, si stringeranno la mano e firmeranno una dichiarazione comune. L’annuncio è stato dato dal direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, che ha convocato un briefing per dare quella che ha introdotto come "una buona notizia".
L’incontro tra il pontefice e Kirill avverrà a Cuba il 12 febbraio. Bergoglio farà scalo all’Avana durante il suo viaggio verso il Messico dove è prevista la visita apostolica fino al 18 febbraio. Sarà Raul Castro ad accogliere Francesco e ad accompagnarlo nel palazzo in cui avverrà lo storico incontro con il capo della Chiesa russa. Il programma prevede due ore di dialogo privato in spagnolo e russo, in una sala nella quale saranno ammessi, insieme ai due protagonisti, solo il cardinale Kurt Koch, presidente del pontificio consiglio per l’Unità dei cristiani, il metropolita Hilarion, stretto collaboratore di Kirill. Di seguito ci saranno uno scambio di doni, la firma congiunta di un ampio testo e le brevi dichiarazioni pubbliche del patriarca e del Papa, alla presenza di Castro. In tutto, saranno circa tre ore.
All’incontro, ha sottolineato padre Lombardi, si sta lavorando da tempo, almeno un paio d’anni di contatti. L’occasione, però, si è concetizzata solo di recente, tanto che si è dovuta anticipare la partenza dell’aereo che da Roma porterà il Papa verso l’America. Kirill si trova in quei giorni a Cuba per un viaggio che lo porterà anche in Brasile e Paraguay. "Cuba è un crocevia nel mondo di oggi ed è evidentemente luogo ben conosciuto alla Chiesa ortodossa russa, ma anche a quella cattolica dato che tre papi l’hanno visitata in poco tempo", ha detto Lombardi citando i viaggi recenti di Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco. Proprio Wojtyla aveva a lungo coltivato il sogno di ricucire un rapporto con la Chiesa russa senza però riuscire a concretizzarlo. Ratzinger invece aveva incontrato il futuro patriarca Kirill che all’epoca faceva parte di una delegazione ortodossa ricevuta dal pontefice tedesco. Tocca a Bergoglio, ora, compiere il passo storico di un incontro.
L’evento arriva in un periodo di grande fermento ecumenico e di vivo scambio anche all’interno delle Chiese ortodosse, tra le quali Mosca rappresenta una porzione di larga predominanza numerica con circa 200 milioni di fedeli. Nei giorni scorsi è stato annunciato che a giugno si terrà a Creta, dopo cinquant’anni, un concilio delle chiese autocefale, per il quale si è speso a lungo il patriarca ecumenico Bartolomeo, figura molto vicina anche a papa Francesco. E proprio il capo della Chiesa di Costantinopoli è stato informato dell’incontro che avverrà a Cuba e ha manifestato "la sua soddisfazione e gioia per questo passo avanti nel cammino delle buone relazioni ecumeniche tra Chiesa cattolica e la più grande chiesa ortodossa".
Il Papa a Bartolomeo: "Fratelli nella fede e nella speranza"
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Dal punto di vista storico, la stretta di mano tra Bergoglio e Kirill stabilisce un contatto che mancava dal 1054, anno del grande scisma con le Chiese d’oriente e occidente che si scomunicarono a vicenda. Nel 1964, Paolo VI e il patriarca Atenagora superarono la barriera tra cattolici e ortodossi avviando un dialogo tra Roma e Costantinopoli maturato nel corso degli anni fino al fraterno rapporto tra i loro due successori, Francesco e Bartolomeo, con il pontefice argentino che ha persino citato il magistero del patriarca nella sua enciclica ecologica Laudato si’. Ma dal riavvicinamento era rimasta esclusa finora la Chiesa di Mosca, con la quale, tra l’altro, era aperta la ferita dei cosiddetti ’uniati’, i fedeli di rito orientale tornati in comunione con Roma. Più volte dalla Russia era partita l’accusa verso il Vaticano di compiere proselitismo nei confronti degli ortodossi. E non sembra un caso che Francesco - il Papa che subito dopo la fumata bianca insistette nel presentarsi come vescovo di Roma, in un’accezione rispettosa anche del mondo orientale - più volte abbia sottolineato nei suoi discorsi che obiettivo della Chiesa è annunciare il Vangelo e non "fare proselitismo".