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 2016  febbraio 01 Lunedì calendario

ARRIVA IL SUPER BOWL, WALL STREET DIVENTA TIFOSA

Wall Street tifa per le Pantere della Carolina al Super Bowl, la finale del campionato di football americano che si gioca domenica 7 febbraio a Santa Clara, vicino a San Francisco in California.
Infatti, quando vince una delle squadre «originali» della National football league (Nfl) come i Panthers, quell’anno l’indice Dow Jones della Borsa americana avrà una performance positiva, secondo il Super Bowl Predictor , l’indicatore più «pazzo» di Wall Street, ma anche quello che ci ha azzeccato di più dal 1966 a oggi. Se invece vince una delle squadre che erano con l’American football league (Afl) prima della fusione nel 1970 — come i Broncos di Denver, l’altro team in campo quest’anno — Wall Street chiuderà in rosso.
Per 40 dei 49 Super Bowl giocati finora, il Predictor ci ha azzeccato, cioè l’82% delle volte. E non ha sbagliato per sette anni di fila, dal 2009 al 2015. L’ultima volta che la previsione non si è verificata è stato il 2008: avevano vinto i New York Giants, ma le azioni sono crollate lo stesso, nel bel mezzo della grande crisi finanziaria.
In particolare il Super Bowl Predictor è stato più accurato quando ha vinto una squadra Nfl: il Dow Jones è salito l’86% delle volte con un rialzo medio del 12% nell’anno; mentre dopo una vittoria di una squadra Afl l’indice azionario è sceso solo nel 69% delle volte, con una perdita media del 5%.
I calcoli li ha fatti per il Corriere Economia Sam Stovall, stratega della Borsa Usa per S&P Capital Iq e «figlio d’arte». Suo padre infatti è Robert Stovall, l’analista azionario che ha reso popolare il Super Bowl Predictor . Stovall padre ha 90 anni, ma lavora ancora per la società di gestione indipendente National investment services a Sarasota, in Florida: è lui il primo a precisare che la teoria borsistica del Super Bowl — inventata da un cronista sportivo del New York Times , Leonard Koppett — non ha basi scientifiche. «L’andamento del Super Bowl ha un’ottima correlazione con quello di Wall Street, ma non c’è un rapporto di causa-effetto — spiega Stovall figlio, che ha 60 anni —. Credo che gli investitori guardino i risultati della finale di football per divertimento, a differenza degli indicatori stagionali che invece hanno un senso».
Più che aver paura di una possibile vittoria dei Broncos, secondo Sam Stovall, Wall Street dovrebbe temere la chiusura in rosso di gennaio. «C’e’ una vera correlazione con causa nell’effetto gennaio: come va il primo mese di Borsa spesso dà il tono per tutto il resto dell’anno — dice lo strategist di S&P —. A gennaio i gestori avviano le loro nuove politiche di investimento e anche gli individui si fissano ‘buoni propositi’ su che fare con i loro risparmi, come le persone che si mettono in dieta. Se il risultato di gennaio è positivo, aumenta la fiducia del mercato. Se è negativo, come quest’anno, perlomeno aumenta la confusione».
Resta il fatto che il Super Bowl Predictor è seguitissimo ed è stato studiato persino da professori universitari di Finanza. Forse perché — ha commentato il Wall Street Journal — gli indicatori «seri» falliscono troppo spesso.