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 2016  gennaio 31 Domenica calendario

SALVINI PARLA DEL DEL DERBY: «NON AMO BALOTELLI»

Eurocritico, come il convegno che ha promosso a Milano. Matteo Salvini, segretario della Lega, è cresciuto nel quartiere di Bande Nere a Milano tifando Milan e aspettando, come tanti, gli ultimi 20’ per entrare gratis allo stadio («Fisicamente non ce la facevo a scavalcare»). Rossonero col mito di Franco Baresi («La foto che ho in ufficio è la sua») e poi di Van Basten, pur deluso non ha abbandonato quei colori neppure ora che vive in tv a lottare in politica: «Ma la vera libidine è la crema al mascarpone o il gol decisivo del Milan al 93’, non la tv».

A proposito, Salvini: ha detto che il Milan del derby perso aveva giocato la miglior partita.
«Vero. Se oggi vincessimo o perlomeno non lo perdessimo giocando male sarei felice».
Va a San Siro?
«Spero, vorrei portare Federico, il mio figlio più grande di 12 anni».
Gli ha contagiato la passione. Chi è il suo idolo?
«Averne uno in questa squadra è difficile, gli piace Bonaventura. Ma ha il poster di Bale».
Chi vince?
«L’Inter. E’ favorita, è avanti in classifica».
All’andata Balotelli prese il palo...
«Eh, sì, ma Balotelli non mi piace, mai avuta una passione per lui».
Lei ha spesso contestato il mercato dicendo «con Alex e Rodrigo Ely dove vai» o spingendosi oltre dopo l’umiliazione col Napoli: «Galliani non ne azzecca più una».
«La riconoscenza e la memoria sono doti importanti, ma negli ultimi tempi non ne azzecchiamo una. In difesa sono cresciuto con Maldini, Baresi, Filippo Galli (che stimo). Romagnoli? E’ una speranza. Stavolta Berlusconi ci ha messo 100 milioni, va male uguale».
Che le dice Berlusconi?
«Che è amareggiato e arrabbiato. Ci mette soldi, passione, anima, ma in una società devi avere un capo, non due».
Ci crede a Mr Bee?
«Ho smesso di leggere. Vorrei crederci, vorrei più un investitore italiano, uno alla Ferrero».
Con Renzi parla di calcio?
«L’ho visto due volte, dieci minuti in tutto. Con Letta, milanista come me, parlavo di Milan, almeno è un signore».
Anche la Boschi è milanista..
«Pure il papà?».
Le ho dato un assist. Invece, Beppe Sala, che punta a fare il sindaco, è interista.
«Da lui aspetto di conoscere i conti di Expo».
Milano va male nello sport: milanesi in crisi, basket che non vince...
«Organizziamo la finale di Champions, è una gran cosa. Ma abbiamo perso volley e hockey su ghiaccio, l’impiantistica è un disastro. E c’è ancora il buco Milano Sport».
Cosa chiede al nuovo sindaco?
«Che Milano sia ancora più bella, perché è bella. E attrattiva per i giovani con un grande campus universitario».
Torniamo al derby: interista più odiato?
«In curva a Nicola Berti urlavamo di tutto. Apprezzavo Bergomi e Zenga».
Tra Pellegrini, Moratti e Thohir?
«Thohir non pervenuto. Scelgo Pellegrini, persona squisita: uno che si è fatto da solo».
Come non si prendono in giro i tifosi e gli elettori?
«Dicendo la verità. Senza dire che la squadra è da scudetto e non è vero e senza dare bonus da 80 euro. Il problema al Milan non è in panchina, con Seedorf e Inzaghi era uguale. Deriva da incertezze di altri».
Lei si batte sui temi dell’immigrazione: non è che Balotelli non le piace perché...
«Ma scherziamo? Ho adorato Gullit e Rijkaard, ma erano campioni, bisogna tornare a tre stranieri».
E che dice di quei piccoli che sbarcano da Paesi lontani con promesse nel calcio e rischiano di fare una brutta fine?
«No, questa tratta no. Limiti e controlli ed evitare l’invasione di bidoni. Che bello il Sassuolo italiano di Squinzi e guardate l’Inter: a volte non c’è un italiano. Fermiamo la compravendita dei 13enni. E promettiamo meno. Oggi c’è pure chi promette l’autobus gratis per tutti. Follia».