Danilo Taino, Sette 29/1/2016, 29 gennaio 2016
A VOLTE RITORNA, LA CRISI GRECA
La crisi dimenticata è sul punto di farci un fischio. Cioè: la Grecia sta per tornare. Non necessariamente con l’intensità di un anno fa ma con pericoli non minori per la stabilità dell’Eurozona. Siamo all’inizio della prima verifica, da parte dei creditori di Atene, di quanto hanno fatto il governo e il Parlamento ellenico per mettere in pratica una serie di misure previste dal programma di salvataggio firmato l’estate scorsa. È necessaria una valutazione positiva perché sborsino una tranche degli 86 miliardi del bail-out. La settimana scorsa, il premier Alexis Tsipras è stato al summit di Davos per cercare di convincere della bontà di quanto fatto i vertici del Fondo monetario internazionale (Fmi), della Banca centrale europea (Bce) e dei governi della Ue. I dubbi sulle prospettive dell’economia greca, però, rimangono.
L’Fmi, in particolare, non è affatto convinto che Atene stia facendo a sufficienza e ritiene che il programma di salvataggio difficilmente funzionerà. Calcola che la spesa previdenziale, pari al 17% del Pil, sia insostenibile: Tsipras e il suo partito, Syriza, dicono però che le pensioni non possono essere tagliate ulteriormente. Il leader greco non avrebbe voluto la partecipazione dell’Fmi al terzo salvataggio: troppo duro nelle sue valutazioni. Ma il governo dell’Eurozona, soprattutto la Germania, lo pretendono. Tsipras aveva anche sperato che la crisi dei rifugiati avesse spinto il caso greco definitivamente in ombra. Non solo, invece, l’Fmi resterà della partita: anche un negoziato con le capitali europee promette di essere molto duro. In estate, Angela Merkel aveva in qualche modo “frenato” il suo ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble, che aveva fatto circolare l’ipotesi di un’uscita di Atene dall’euro. In uno scontro nel 2016, difficilmente potrebbe ancora farlo: la crisi dei profughi ha intaccato la sua autorità e, nella situazione odierna, nessuno immagina che sia in grado di chiedere ai tedeschi e al loro parlamento di fare sconti alla Grecia. Anzi. Se Schaeuble tornasse alla carica, l’argine Merkel questa volta non ci sarebbe. La scarsa collaborazione di Atene sulla registrazione dei rifugiati in entrata in Europa ha inoltre peggiorato ulteriormente il capitale politico di Tsipras a Bruxelles.
Generosità. Si tratta di una delle tante crisi dell’Europa, al fianco di quelle dei profughi, dell’Ucraina, del terrorismo, della Siria, dei rapporti con la Russia. I creditori non potranno essere più generosi dell’anno scorso. Stavolta tutto dipenderà da Atene.