Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  gennaio 29 Venerdì calendario

Antonio Taibi, 47 anni. Originario di Palermo, maresciallo dei carabinieri a Carrara, noto come il «gigante buono», «sempre pronto ad aiutare la gente», sposato con Maria Vittoria, padre di due figli, Carlo di 17 anni e Gianni di 15, otto anni fa aveva arrestato per droga Alessandro e Riccardo Vignozzi, 26 e 31 anni, figli dell’ex postino Roberto, 72 anni

Antonio Taibi, 47 anni. Originario di Palermo, maresciallo dei carabinieri a Carrara, noto come il «gigante buono», «sempre pronto ad aiutare la gente», sposato con Maria Vittoria, padre di due figli, Carlo di 17 anni e Gianni di 15, otto anni fa aveva arrestato per droga Alessandro e Riccardo Vignozzi, 26 e 31 anni, figli dell’ex postino Roberto, 72 anni. Costui da allora gliel’aveva giurata: «Ha rovinato i miei figli, ha distrutto la mia famiglia». Martedì Alessandro e Riccardo erano stati condannati per direttissima a 1 anno e 8 mesi di carcere (da scontare ai domiciliari) per un’altra storia legata alla droga. Una vicenda nella quale nessun ruolo aveva avuto il maresciallo Taibi. In più Riccardo, un paio di anni fa, aveva messo a segno quattordici furti nelle scuole travestito da Diabolik, da sempre il suo eroe dei fumetti. «Volevo festeggiare il suo cinquantesimo compleanno», aveva raccontato alla polizia. Alessandro, la sera di martedì, sul suo profilo Facebook scrisse: «Ora ci facciamo due rise.... vediamo chi è il zoppo che li piace zoppicare con l’infame........». La mattina dopo, alle sette e mezza, il Vignozzi padre citofonò al carabiniere: «Sono il professore di musica suo figlio, ho bisogno urgentemente di parlarle, dovrebbe scendere». Il carabiniere preoccupato scese dalle scale a passo svelto, dal terzo al pian terreno, e trovò di fronte l’ex postino che estrasse la pistola regolarmente detenuta e gli sparò un colpo dritto nel cuore. Dopo l’arresto, disse che voleva «difendere i figli» e «dare una lezione a quel carabiniere». Alle 7.30 di mercoledì 27 gennaio in via Monterosso, centro di Carrara (Gasperetti, Cds).