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 2016  gennaio 27 Mercoledì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - ALLARME OMS PER IL VIRUS ZIKA


REPUBBLICA.IT
ROMA - Il virus Zika "si propaga in maniera esplosiva". E’ l’allarme lanciato dalla direttrice genrale dell’Organizzazione mondiale della sanità, Margaret Chan, che ha convocato per il 1° febbraio una riunione d’emergenza per affrontare il caso e decidere se proclamare un’emergenza mondiale, come avvenne nel caso di Ebola (11 mila vittime). In quella sede saranno adottate le linee generali "per un livello appropriato" di allerta internazionale e "le misure da prendere nei paesi colpiti e altrove".

Il virus, trasmesso dalle zanzare, pur essendo stato identificato per la prima volta nel 1947, ha cominciato a far parlare di sè l’anno scorso in Brasile e in Sudamerica, soprattutto perché, pur essendo simile a quello della dengue, ha delle conseguenze gravissime per le donne incinte in quanto provoca nel feto malformazioni congenite come la microcefalia.
L’Oms ha dedicato una riunione speciale del Consiglio esecutivo, in corso questa settimana a Ginevra, all’epidemia di virus Zika, che riguarda più di una ventina di Paesi dell’America Latina, tra i quali il Brasile è il più coinvolto. Quello che preoccupa particolarmente l’Oms è "la rapida evoluzione" della situazione e la diffusione del virus che in alcuni paesi "è stata associata all’aumento di nascite con il cranio di dimensioni piccole in maniera anormale". Lo scorso anno, ha aggiunto Chan, il virus zika "era stato individuato nelle Americhe, dove adesso si sta diffondendo in maniera esplosiva".
Alcuni paesi, come la Colombia, hanno consigliato alle cittadine di evitare gravidanze per un lungo periodo. Tutti i casi segnalati in Europa (quattro anche in Italia) hanno riguardato persone di ritorno da soggiorni in Sud America, ma anche le autorità sanitarie dell’Honduras hanno registrato oltre mille casi da dicembre. L’authority Usa ha sconsigliato viaggi nelle aree a rischio. Anche il primo caso rilevato oggi in Austria ha riguardato una turista tornata dalle vacanze in Brasile. I medici dell’istituto di medicina tropicale dell’università di Vienna sottolineano che, dal momento che la donna non è incinta, non ci sono rischi.
Comparso relativamente da poco sul tavolo della ricerca, Zika ha ancora troppi misteri da chiarire, a cominciare dal rebus sulla trasmissione da uomo a uomo. Alcuni esperti sostengono che il contagio possa avvenire per via sessuale. Passati tentativi di fermarlo utilizzando il vaccino anti-dengue hanno avuto risultati fallimentari. Quanto ai suoi effetti sul feto, gli scienziati hanno poche certezze: "Non sappiamo ancora se il virus oltrepassi la placenta e generi o provochi la microcefalia, ma pensiamo che comunque abbia un ruolo e su questo non ci sono dubbi", ha detto Marco Espinal, un esperto dell’Oms, durante il meeting di Ginevra. Secondo Espinal, Zika potrebbe colpire 3-4 milioni di persone nelle Americhe, 1,5 milioni nel solo Brasile.


portato da uno spettatore dei mondiali di calcio 2014 che negli ultimi sei mesi ha infettato un milione e mezzo di persone.
inverno in brasile
paese in declino
carnevale 5 febbraio

REP DEL 16 GENNAIO
SAN PAOLO - Il governo brasiliano ha deciso di stanziare fondi per la ricerca di un vaccino contro il virus Zika, pericoloso soprattutto per i danni celebrali che causa nei feti. Per il ministro della Salute Marcelo Castro l’obiettivo sono i tempi, bisogna agire nel minor tempo possibile, perché Zika si diffonde attraverso le zanzare tigre e sta diventando un’emergenza, soprattutto per le donne in gravidanza.

Secondo i dati del ministero della Salute, in Brasile da ottobre sono nati 3.530 bambini con microcefalia, una rara condizione che causa la deformazione della testa, più piccola del normale, con gravi conseguenze per il cervello che non si sviluppa.

I centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie, venerdì hanno emesso un avviso che consiglia alle donne incinte di evitare viaggi in Brasile e in altri paesi del continente americano dove si sono verificati focolai Zika. La lista ne indica 14: Brasile, Colombia, El Salvador, Guiana francese, Guatemala, Haiti, Honduras, Martinica, Messico, Panama, Paraguay, Puerto Rico, Suriname e Venezuela.
Virus Zika, Brasile stanzia fondi per trovare un vaccino: mette a rischio donne in gravidanza
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I ricercatori dell’Istituto Pasteur della Guyana hanno analizzato integralmente il Dna dell’agente infettivo e hanno pubblicato lo studio su Lancet. Secondo lo studio, il ceppo che circola in America Latina somiglia molto a quello che ha colpito l’area del Pacifico tra il 2013 e il 2014, con oltre il 99% di omologia. Lo Zika virus è infatti legato filogeneticamente ai virus della dengue, ed è stato isolato per la prima volta negli esseri umani negli anni Settanta, anche se la sua virulenza è emersa solo con le epidemie del 2007 in Micronesia (5 mila casi) e del 2013 in Polinesia (55 mila casi).

L’analisi determinante è stata realizzata a partire dal prelievo di sangue su un uomo della Repubblica del Suriname, ricoverato nel 2015 con un’eruzione cutanea e una congiuntivite, risultato positivo al virus Zika e negativo a dengue e chikungunya (malattie ’sorelle’, sempre trasmesse dalle zanzare). La zanzara della specie Aedes aegypti è considerata il principale responsabile della sua diffusione. I sintomi sono simili a quelli di dengue e chikungunya, ma più lievi: febbre, dolori articolari e muscolari, eruzioni cutanee, congiuntivite. Un’infezione da Zika virus potrebbe quindi passare inosservata o essere attribuita a uno degli altri virus.

REP DEL 21 GENNAIO
BOGOTA’ - Ha gli stessi sintomi della febbre gialla: macchie rossastre sulla pelle e sulle palpebre, febbre intermittente, dolori muscolari, nelle articolazioni e alla testa. Non esistono, per il momento, vaccini per prevenirla. Si trasmette con la zanzara “aedes aegypti” e a volte con quella “aedes albopictus”, meglio nota come “tigre”. Sopravvive nei territori al di sotto dei 2.200 metri di altezza e si sviluppa nelle acque chiare che ristagnano. Non ti uccide. Ma, secondo diverse e scrupolose analisi comparate, mette a rischio la salute dei feti che possono nascere con gravi patologie, come la microcefalia:cervelli più piccoli del normale.

L’ultimo killer sfornato dalla natura si chiama “zika”, un virus che prende il nome dal bosco dell’Uganda dove fu scoperto per la prima volta su una scimmia nel 1947. Rimasto poco diffuso in Africa e in fondo silente per decenni, il nuovo virus ha spinto la settimana scorsa il Centro di Controllo e Prevenzione delle malattie statunitense (ECDC) a sconsigliare le donne incinte di viaggiare in 14 paesi dell’America latina e dei Caraibi. L’allarme è nato dopo la scoperta di una donna delle Hawaii che aveva contratto il virus durante una vacanza in Brasile.

Virus Zika, la Colombia sconsiglia alle donne di rimanere incinte per 6 mesi
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Sembrava una misura eccessiva. Ma adesso è la stessa Colombia a sollecitare tutte le potenziali mamme ad evitare di mettere al mondo un figlio. Per almeno sei-otto mesi. “Questo non significa”, aggiunge il ministro della Salute di Bogotà, Alejandro Gaviria, “che non si può fare sesso. Bisogna però fare molta attenzione perché si corre il serio rischio di far nascere bambini con gravi menomazioni”. Sono stati registrati ben 13.531 casi sospetti. Di questi 776 sono stati confermati da analisi di laboratorio. Si tratta di donne incinte, neonati e bimbi con problemi neurologici: crisi epilettiche, problemi alla vista e di crescita. La Colombia è seconda solo al Brasile dove si registrano 3.893 casi di bambini con malformazioni congenite dall’ottobre 2015, contro i 3.500 indicati nell’ultimo rapporto della settima a scorsa. Nel nordest del paese sono già morti 5 bambini; uno, nello Stato di Minas Gerais, nel sudest, era nato con una microcefalia dopo che la madre era stata contagiata dal virus; di altri 44, affetti da patologie analoghe, sono in corso delle analisi.
Virus Zika, l’esperto: ’’Donne incinte evitino di andare in zona a rischio’’
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Sono mesi che si parla dello “zika”. Sui giornali e nelle tv di tutto il Continente latinoamericano si denunciavano continui casi di neonati afflitti da microcefalie. Si era pensato a qualche male congenito. Poi al “dengue”, infine al “chikungunya”, entrambi parassiti trasmessi dalle zanzare con gli stessi sintomi. Ma alla fine dell’anno scorso, allarmato dai primi casi del contagio, il Suriname si rivolse all’istituto Pasteur della vicina Guyana francese. I laboratori isolarono quattro esemplari ed emisero il loro verdetto: il virus è identico al “zika”. Da un caso, i ricercatori sono riusciti a sequenziare il genoma completo. Degli altri tre hanno ottenuto una informazione genetica della proteina presente nella cappa del virus, quella che lo protegge e viene rafforzata dalle cellule che infetta. Dai dati ricavati si è ricostruito il ceppo filogenetico dal quale si può tentare di creare un vaccino.

Gli stessi risultati hanno potuto dimostrare che questo tipo di “zika” non appartiene al filone africano ma a quello asiatico, scoperto più recentemente. Il suo genoma è simile al 99,7 per cento, secondo lo studio pubblicato su The Lancet, al ceppo isolato nella Polinesia francese nel 2013. Come in una mappa geografica, si può notare che la zanzara dalla Malesia ha sconfinato in Thailandia e Cambogia; quindi, saltando di isola in isola, è arrivata alle Salomon, a Vanuatu, alle Cook, alla Polinesia francese e all’isola di Pasqua. Di qui, il salto verso il Continente latinoamericano. La Colombia prevede, per quest’anno, tra i 600 e gli 800 mila nuovi casi. Complice il “nino” che alza le temperature e provoca violenti acquazzoni.

C’è allarme ma si vuole evitare il panico. Il principale agente di trasmissione è la zanzara. Ci sono casi di contagio sessuale, perché rimane più tempo nello sperma, perinatale (tra madre e feto) e sanguineo. Escluso il latte materno. Per evitare di venire morsi dalle perfide zanzare bastano poche precauzioni: evitare che l’acqua piovana ristagni dentro recipienti aperti, usare repellenti, collocare retine alle porte e alle finestre di casa.

REP DEL 24 GENNAIO
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QUATTRO persone in Italia, tre in Gran Bretagna, due in Catalogna, tutte appena rientrate da viaggi in Sudamerica e ai Caraibi: sono i primi casi di infezione da virus Zika registrati in Europa. Chiusa (o quasi) l’emergenza Ebola, ora arriva Zika che però preoccupa molto meno: provoca febbre bassa, eruzioni cutanee, dolori articolari e arrossamento degli occhi. In pratica come un’influenza. Non è grave se colpisce adulti e ragazzi, ma può essere pericolosa per i feti perché secondo alcuni esperti può provocare microcefalie.

La sanità britannica ha voluto puntualizzare che il virus Zika "non si trova in forma naturale" nelle isole britanniche e che "non si contagia direttamente da persona a persona".

L’esperto: "Ma la zanzara tigre può veicolare il virus". "In Brasile sono stati registrati un milione e mezzo di casi", spiega Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli studi di Milano, e direttore sanitario dell’Istituto Galeazzi. "Il virus - spiega a Repubblica il virologo - è ’vecchio’, fu scoperto nel 1947, il suo nome è legato a una foresta dell’Uganda. Il virus è correlato alla dengue, alla febbre del Nilo occidentale già presente in Italia, tutte malattie provocate da virus membri della famiglia flaviviridae". "Negli anni 60 e 70 fu individuato in alcune scimmie in Nigeria. Poi s’è diffuso in diverse nazioni, Uganda, Egitto, Sierra Leone, Gabon, Malesia, Filippine, Thailandia, Vietnam. Ma le prime epidemie preoccupanti sono state registrate nel 2007 in alcune regioni della Micronesia, in Colombia e in Nuova Caledonia".

"Va precisato che la malattia non ha certo la letalità di ebola, nel 25% dei casi è asintomatica. Nella gran parte, la sintomatologia è lieve con forme di febbricola, congiuntivite, esantemi".

"Pur essendo presente da tempo ma con focolai circoscritti - spiega Pregliasco - è dal 2015 che è in corso una forte epidemia in Brasile, dove addirittura si pensa a una correlazione tra il virus e le microcefalie dei neonati". Tanto che la Colombia sconsiglia alle donne di rimanere incinte in questo periodo. Continua Pregliasco: "Il contagio, potenzialmente, può essere diffuso in Europa anche dalla zanzara tigre, com’è avvenuto, ad esempio, qualche anno fa nel Riminese quando un turista, ammalato di chikungunya, ha provocato una piccola epidemia diffusasi via zanzare, contagiando 200 persone".

"In questi casi - spiega ancora il virologo - deve scattare il sistema di sanità pubblica che da una parte isoli le persone infette, vietando loro, ad esempio, di uscire di casa nel periodo della malattia per evitare di essere punti dalle zanzare. E dall’altra occorre intervenire con i sistemi di bonifica ambientale per ridurre la presenza di zanzare. Non dimentichiamoci che il contagio ha le stesse caratteristiche del fuoco: se si interviene subito sul primo focolaio, si spegne subito, Altrimenti divampa l’incendio".

Cos’è Zika. Nonostante i sintomi legati alla malattia siano decisamente lievi e simil-influenzali, il virus sembra collegato alla nascita di neonati con derformità encefaliche. Il virus infatti sarebbe stato correlato alla microcefalia, una condizione nella quale i bambini nascono con piccole teste e un cervello poco sviluppato. In Brasile si è registrato in questo periodo un picco di casi di Zika e di microcefalie. I responsabili della sanità di Brasilia stanno indagando in merito e, nel frattempo, hanno raccomandato alle donne brasiliane di rimandare eventuali gravidanze.

Non esiste alcun vaccino contro il virus, per il quale l’unica forma di protezione è evitare la puntura della zanzara che trasmette la malattia, né altro tipo di cura. Zika è trasmesso dalla zanzara aedes aegypti, responsabile anche di chikungunya e di dengue. Un caso di contagio da quest’ultimo virus è stato accertato quattro mesi fa a Bologna.