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 2016  gennaio 28 Giovedì calendario

MAMMA «Mia mamma allo stadio non viene. Sta davanti alla tv, fa i cori, balla, grida. E qualche volta applaude un mio compagno convinta che sia stato io a tirare» (Leonardo Pavoletti, attraccante del Genoa)

MAMMA «Mia mamma allo stadio non viene. Sta davanti alla tv, fa i cori, balla, grida. E qualche volta applaude un mio compagno convinta che sia stato io a tirare» (Leonardo Pavoletti, attraccante del Genoa). VINCENTI «In Italia non è facile perché se sei determinata diventi arrogante agli occhi degli altri. Se hai degli obiettivi diventi una montata. Per gli uomini invece è molto più naturale essere vincenti e determinati» (Federica Pellegrini, nuotatrice). INSICURI «Quando ero allenatore della Nazionale andavo a vedere le partite della serie C, c’è sempre da imparare. Confrontarsi significa non avere complessi, essere certi di ciò che si sta facendo. Chi evita il confronto è un insicuro» (Arrigo Sacchi, ex allenatore). PARLARE «Un tecnico ti può convincere con la complicità e l’affetto. O con la conoscenza. A Guardiola piace parlare di futbol per ore e anche a me. Con lui ho imparato nuovi concetti» (Javier Mascherano, difensore del Barcellona). ALTO «I tifosi del settore più basso mi hanno detto che ostacolavo la visuale perché sono troppo alto e per questa ragione mi sono seduto in panchina. Mi sono perso anche un rigore perché non si vedeva benissimo» (Jurgen Klopp, allenatore del Liverpool, dopo la vittoria ai calci di rigore contro lo Stoke nella Coppa di Lega). AVANTI «Se Totti dovrebbe ritirarsi? Sono scelte personali, se si sente di poter giocare è giusto che lo faccia. Io ho smesso il giorno in cui non riuscivo più a stare avanti agli altri» (Roberto Donadoni, allenatore del Bologna). MORTE «L’atletica sta morendo. I coach non sanno allenare, i grandi ex vivono di rendita e non studiano, gli atleti s’infortunano di continuo. L’Europa, Italia inclusa, ha un complesso di inferiorità rispetto al resto del mondo, soprattutto nello sprint. Oh no, l’atletica in pista proprio non mi manca» (Carl Lewis, ex corridore). SOGNI «La Formula 1 prima era competizione, spettacolo, cameratismo dopo la battaglia. Oggi vedo borse firmate, jet ed elicotteri: il mondo è cambiato ma non a tal punto da dimenticare che tra i tifosi c’è gente normale che chiede solo di essere più vicina a questo sport. Cerchiamo di farli sognare» (Maurizio Arrivabene, team principal della Ferarri). PAURA «Sì, ma per me è naturale aver paura anche al primo turno. Anche al secondo. È una legge dello sport, che vale per tutti non solo nel tennis» (Roberta Vinci, tennista).