Valerio Palmieri, Chi 27/1/2016, 27 gennaio 2016
ECCO IL COGNATO DI RENZI
Mentre il suo governo sta portando a termine la legge sulle unioni civili, in un Pase dove il termine “frodo” viene ancora usato come il peggiore degli insulti sui campi di calcio (l’ultimo a usarlo è stato l’allenatore del Napoli, Maurizio Sarri, contro quello dell’Inter, Roberto Mancini, anche se poi non hanno fatto pace). Matteo Renzi è combattuto fra il desiderio di essere artefice di un passaggio epocale e quello di non andare contro la Chiesa. Papa Francesco, infatti, senza fare riferimento alla legge, ha sottolineato la centralità della famiglia “tradizionale”; il premier ha detto che, se non si troverà un accordo su alcuni punti di questo delicato provvedimento, “ciascuno voterà secondo coscienza”.
Renzi è molto credente, come la moglie, Agnese Landini: entrambi ex capi scout cattolici, praticano insieme gli esercizi spirituali, almeno una volta l’anno, da don Enrico Deidda, padre gesuita.
Agnese ha anche un fratello prete, don Filippo, che vediamo in queste foto eccezionali, le prime mai pubblicate, mentre celebra messa presso l’Abbazia di San Gaudenzio nel piccolo comune di san Godenzo, in Toscana, poco distante da Firenze. Matteo si commosse quando, nel 2010, il cognato divenne sacerdote. Quel giorno, riportano le cronache, il premier (allora era sindaco di Firenze) era in terza fila nella cattedrale di Fiesole, in ginocchio, raccolto in preghiera mentre stringeva il libretto della cerimonia. Poi, emozionato, andò ad abbracciale don Filippo. Trentacinque anni, smilzo e moro come la sorella Agnese, il sacerdote ha frequentato cinque anni di seminario. «Una vocazione sincera, una persona serena, tranquilla, riservata», dicono di lui gli amici di Pontassieve, dov’è cresciuto, ha frequentato le scuole e ha coltivato la passione per il calcio. Di lui si ricorda un gol decisivo contro il San Quirico d’Orcia alla fine degli anni Novanta, quando il Pontassieve fu promosso in Eccellenza. Oggi don Filippo trascorre le sue giornate in questa splendida Abbazia, uno dei più importanti esempi di architettura romanica in Toscana, dividendosi fra messe, confessioni e attività parrocchiali. Rifiuta ogni intervista, ha deciso di vivere lontano dai riflettori, e pare sia molto ascoltato dal premier.
Anche il papà di Renzi, Tiziano, è un fervente cattolico e due volte l’anno, con la moglie, va in pellegrinaggio a Medjugorje. Renzi deve a lui anche la vocazione politica: Tiziano fu consigliere comunale di Rignano sull’Arno tra il 1985 e il 1990 per la Democrazia Cristiana. Il premier non rinnega le sue origini, tantomeno la lunga militanza negli scout. Qui, durante i raduni Agesci (Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani) ha conosciuto Agnese e proprio lì è iniziato il corteggiamento, ma ha dovuto attendere a lungo prima che la moglie cedesse. Matteo e Agnese si sono sposati il 27 agosto 1999, quando lui aveva 24 anni e lei 23. La coppia ha tre figli: Francesco, Emanuele ed Ester.
Renzi è stato in visita dal Papa con la famiglia nel 2014, poco prima di Natale. «L’altra volta mia figlia le portò il disegno del Papa vestito d’azzurro», ricordò Renzi, sempre secondo le cronache, al Pontefice, «sicché i fratelli le dissero: ma perché azzurro? Sembra il grande puffo più che il Papa!».
Oggi, a minacciare i buoni rapporti fra il premier e sua Santità, come dicevamo, c’è il disegno legge Cirinnà sulle unioni civili. Nei giorni scorsi papa Francesco, durante il suo discorso alla Rota Romana, ha tenuto a ribadire la necessità di non confondere unioni civili e matrimonio. Per la Chiesa “non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione”. Una doccia fredda per il premier, che vorrebbe far passare la legge (con qualche modifica sul tema delle adozioni) senza scontentare nessuno, anche se il vero termometro della situazione sarà la manifestazione “family day” di fine mese. «La legge sulle unioni civili ci vuole, la stragrande maggioranza ha capito che la legge va fatta», dice il premier, ma poi aggiunge: «Io credo che, se non troveremo un punto di equilibrio bisognerà andare a votare in Parlamento a scrutinio libero con voto di coscienza». Una coscienza, la sua, ispirata dalla paiola di Dio.