Vincenzo Cito, SportWeek 23/1/2016, 23 gennaio 2016
COME SE LA GIOCA L’OPINIONISTA
BEPPE BERGOMI
Sopravvissuto ad anni di convivenza con Fabio Caressa, fra i più longevi e imitati, resiste al tempo senza perdere colpi. La sua voce si incrina solo quando l’Inter prende gol, ma una vita in nerazzurro non si cancella.
PAOLO DI CANIO
La metamorfosi. Ha sfruttato la fama (esagerata) di cattivo ragazzo creando uno stile, rinnovando il linguaggio, catturando la tua attenzione con racconti, battute, spacconate. E non cambi canale, curioso di sapere dove vuole andare a parare.
PAOLO ROSSI
Mondiale come calciatore, mondiale nelle banalità da commentatore. È come se non fosse mai uscito dallo spogliatoio: bravi quelli che hanno vinto, ma meritavano anche quelli che hanno perso. Ci poteva stare la vittoria degli uni ma anche quella degli altri.
BEPPE DOSSENA
Il mito dell’assurdo. «La formichina si è messa a tessere». «Se non c’era l’avversario era gol». «Adesso dobbiamo in qualche maniera violentarci». «Non tireranno direttamente in porta, ci vuole un cannone tra le gambe». Lo fa fumare a noi per disperazione.
VINCENZO D’AMICO
L’uomo delle cause perse. È arrivato persino a indignarsi con i giocatori che protestano («Ai miei tempi non era così, l’arbitro era sacro!».) dimenticando che in un Lazio-Palermo dell’82 si fece cacciare dopo crisi isterica perché era stata invertita una rimessa laterale.
DANIELE ADANI
Il calcio in versione moderna, lettura tattica perfetta, grande capacità di divulgazione, passione allo stato puro. Ti fa capire il come e il perché, incespicando nei congiuntivi, ma arrivando sempre dritto al cuore della partita.
ZVONIMIR BOBAN
Di poche parole ma dirette, asciutto, a volte spietato, mai banale. Ci mette sempre la faccia, come quando era calciatore e difese un giovane tifoso croato dalle manganellate di un poliziotto serbo. E chi si offende non ha capito niente.
SALVATORE BAGNI
Mai parlar male di nessuno, a costo di sfiorare il ridicolo. È appena finita Slovacchia-Italia 3-2, siamo fuori dal Mondiale sudafricano del 2010 e lui commenta. «Però li abbiamo messi in difficoltà». Davvero una gran bella soddisfazione.
VINCENZO MONTELLA
A Sky debuttò così. «È stato un leader
in tutti gli aspetti, mi è piaciuto tantissimo Morasca». Lo cercarono invano per premiarlo, in realtà era Mascara. Così ha lasciato perdere, ha proseguito come allenatore ed è stato molto meglio.
MASSIMO MAURO
Incenerito in diretta da Balotelli («Non capisci niente di calcio»), ma di questo si può discutere. Indifendibile quando critica Conte dopo un derby «perché vi siete impegnati tanto, i punti servivano di piùal Torino». Mica scherzava, faceva sul serio.