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 2016  gennaio 23 Sabato calendario

PERISCOPIO

Renzi: «Il Sud esca dai confini della rassegnazione». Beh, è già tanto che ancora lo consideri dentro i confini. Gianni Macheda.

Il Codacons ha chiesto le dimissioni di Alessandro Profumo da presidente dell’Mps. E quelle di Mario Monti da premier. Il rompi-spread. MF.

La nuova bandiera del Pd: bianco, rosso e Verdini. Jena. La Stampa.

Pietro Maso ha cercato di estorcere denaro alle sorelle. Gli serviva per andare al Family Day. Spinoza. Il Fatto.

Sono ricordato come un buon sindaco di Napoli, ma so che potevo fare di più. Sono ricordato come un cattivo governatore della Campania, ma so che non potevo fare di più. Antonio Bassolino (Sebastiano Messina). La Repubblica.

Ogni generazione, senza dubbio, si crede votata a rifare il mondo. La mia tuttavia sa che non lo rifarà. Ma il suo compito è, al limite, anche più grande. Essa consiste nell’impedire che il mondo non si disfi. Albert Camus. Le Monde.

Non ho ispirazione. Preferisco godermi la vecchiaia. Leggo, scribacchio, pensicchio, tutto con il diminutivo. Con la vecchiaia si ha una percezione diversa del tempo, cerco di capire il senso della crescita dei nipoti, la lettura diventa il centro della giornata. Ettore Scola, regista, scomparso a 84 anni. la Stampa.

Sono sempre stupito dall’analizzare l’orgoglio che l’Islam ispira in chi pratica questa fede, il sentimento della sua assoluta superiorità su tutte le altre religioni, la sua totale impermeabilità a qualunque influsso, che si trasforma in innata presunzione e in illimitata arroganza in generale. Jacob Burckhardt, Historische Fragmente.

Il fatto che il Premio giornalistico St. Vicent lo abbia vinto l’anno scorso Ciccio Maratea non me lo rende molto ghiotto. Ma ci sono di mezzo tre milioni. Indro Montanelli, I conti con me stesso - Diari 1957-1978. Rizzoli.

Il 2016 per il Berlusca sarà un anno di riassetto finanziario. Non venderà niente, ma acquisirà: Repubblica e l’Espresso, Luxottica, Pierre Cardin, la Tim, la Beghelli, i diritti per Wimbledon e il Valencia Calcio. Florentino Peres si offenderà e andrà a lamentarsi a Strasburgo. Maurizio Milani, scrittore satirico. Il Foglio.

Il subcomandante Fausto (Bertinotti) si calò nella quotidianità e utilizzò un volo di stato per recarsi in vacanza con la consorte nell’amena penisoletta di Quiberon, in Bretagna. Mi toccò strigliarlo in prima pagina su Libero. Ma lui non se ne diede per inteso. Continuò a servirsi degli aviogetti pagati dalla collettività anche per raggiungere Parigi, dov’era invitato al ricevimento per le future nozze della nipote del banchiere Mario D’Urso con Arthur de Kersauson de Pennendreff, e per farsi trasportare in Grecia, dove lo attendeva una visita privata ai monaci ortodossi del Monte Athos, così privata che si portò al seguito una troupe del Tg1 e il direttore di Radio Rai, Sergio Valzania. Del resto lo spirito ha le sue esigenze e l’ateo Bertinotti confessò, da segretario di Rifondazione comunista, che il primo quotidiano che sfogliava la mattina era L’Osservatore Romano, peraltro uscito nel pomeriggio del giorno precedente. Un uomo vigile, sempre sulla notizia. Vittorio Feltri e Stefano Lorenzetto, Buoni e cattivi. Marsilio.

Casanova osserva l’inutilità di dare dei consigli alla gente, che non li segue «perché l’uomo è un animale che non può essere indottrinato che dalla esperienza». Gabriel Matzneff, Galop d’enfer. La table ronde, 1985.

Il mio prossimo romanzo lo ambienterò a Kingsbridge, sedicesimo secolo, la storia del primo servizio segreto del mondo, voluto da Elisabetta I, una regina che in moltissimi volevano vedere morta. Ken Follett, romanziere. la Stampa.

Tornai dalla Guerra di Spagna come un’eroina. Sentivo l’ammirazione con cui ci guardavano mentre passeggiavamo sulla Prospettiva Nevskij. Finii l’università. Anche lì il clima era di entusiasmo. Dopotutto avevamo combattuto il male. C’era un solo professore che mi metteva in guardia da tutto questo: Vladimir Propp, il grande studioso del folclore. Inviso al regime, l’università lo aveva emarginato, spogliandolo delle sue straordinarie competenze. Pochi conoscevano i suoi meravigliosi lavori sulla fiaba. Che, tra l’altro, sarebbero giunti in Occidente solo alla fine degli anni Cinquanta. Insegnò filologia germanica, ma, di fatto, fu ridotto a lettore di tedesco. Divenni amica di quest’uomo che, con pizzetto e baffi, sembrava un piccolo Don Chisciotte. Prezioso il suo insegnamento. Devo a lui il metodo con cui avrei scritto anni dopo il manuale di italiano per i russi. Julia Dobrovolskaja, scrittrice russa perseguitata dal regime sovietico, che vive in Italia (Antonio Gnoli). la Repubblica.

I necrologi sono una nobile arte e intramontabile attrattiva del quotidiano. Fondamentale esserci, più che alle feste di Marisela Federici, per mostrare quanto si è stati vicini al potente che ci ha prematuramente lasciati. Per i lettori più avanti con gli anni, l’unica, vera motivazione di acquisto. Umberto Eco, Numero zero. Bompiani.

Lo dice don Camillo in uno dei racconti di Guareschi: «Come è debole l’uomo forte quando è messo in ridicolo!». E, per quanto riguarda il cervello io sono un evasore della legge all’ammasso. Non rispecchio dunque il pensiero di nessun partito e di nessuna corrente. E sarà magari una sciocchezza, ma è mia e ne rispondo personalmente io». Beppe Gualazzini, Guareschi. Editoriale nuova.

Il general Bava Beccaris caracollava nella piazza del Duomo di Milano su un nervoso cavallo bianco. Orfeo si portò sul sagrato, ch’era già tutto occupato dalla cavalleria coi suoi carriaggi. La truppa bivaccava sotto i portici settentrionali con sottogola e buffetterie, in assetto di guerra. Pingue e lucido come un oste, i grandi mustacchi bianchi, il generale stava in arcioni sotto il monumento equestre di Re Vittorio, in mezzo a un andirivieni di ufficiali e staffette che portavano notizie e ricevevano ordini. Vi rimase per due ore, ispezionando, di quando in quando, le truppe, apostrofandole con soldateschi frizzi in piemontese. I giornali avrebbero scritto di lui che «pareva un giovinotto», malgrado i suoi 66 anni suonati. Luigi Santucci, Orfeo in paradiso. Mondadori.

La scuola mi rompeva enormemente i coglioni, i professori peggio. A un certo punto del liceo abbandonai la gara con l’istruzione e mi liberai dall’inutilità con estremo sollievo. Non è meglio la vita del vocabolario di greco? Alfredo Cerutti, discografico (Malcom Pagani). Il Fatto.

Se ognuno si facesse i fatti propri, non ci sarebbe più conversazione. Roberto Gervaso. ilMessaggero.it

Paolo Siepi, ItaliaOggi 23/1/2016