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 2016  gennaio 22 Venerdì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - IL PAPA INTERVIENE SULLE UNIONI CIVILI


REPUBBLICA.IT
ROMA - Papa Francesco interviene sul tema delle unioni civili, invitando a non confonderle con l’istituto del matrimonio. Un intervento forse non legato alle polemiche di questi giorni, ma che sicuramente avrà il suo peso. Da parte sua, il presidente del Consiglio Matteo Renzi taglia corto: "Sul ddl Cirinnà o si trova un’intesa o in aula ciascuno voterà secondo coscienza". Il Pontefice, nel discorso alla Rota romana, ha tenuto a ribadire la necessità di non confondere unioni civili e matrimonio. Per la Chiesa "non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione". "Quando la Chiesa, tramite il vostro servizio, (dei giudici rotali, ndr), si propone di dichiarare la verità sul matrimonio nel caso concreto, per il bene dei fedeli, al tempo stesso tiene sempre presente che quanti, per libera scelta o per infelici circostanze della vita, vivono in uno stato oggettivo di errore, continuano ad essere oggetto dell’amore misericordioso di Cristo e perciò della Chiesa stessa".
Il premier alla radio. "Dove c’è un popolo c’è sempre da avere un grandissimo rispetto". È arrivato questa mattina, nel corso di una intervista all’’emittente Rtl 102.5, il primo commento di Renzi sulla mobilitazione contro le unioni civili indetta per sabato 30 gennaio. "Ho visto - aggiunge - che domani ci sarà anche una manifestazione dei sostenitori dei diritti lgbt. I ministri sono liberi di andare a tutte le manifestazioni che vogliono, non vedo perchè dovremo essere arrabbiati se uno o più ministri parteciperanno al family day o se altri andranno ad altre manifestazioni".
E sul ddl Cirinnà ha aggiunto: "La legge sulle unioni civili ci vuole, la stragrande maggioranza ha capito che la legge va fatta". Poi precisa: "Io credo che se non troveremo un punto di equilibrio, bisognerà andare a votare in Parlamento a scrutinio libero con voto di coscienza. Totale rispetto per il parlamento".
Guarda il videoforum con Monica Cirinnà
Stepchild adoption. "Io credo che quello della stepchild adoption sia un tema molto delicato, dobbiamo avere un principio di riferimento, una stella polare: l’interesse del bambino. Ciò che importa è il diritto del bambino a crescere nell’ambiente considerato più giusto", sottolinea il premier. "Su questo tema c’è una discussione. Il parlamento voterà, vedremo
se troverà una soluzione alternativa, ma spero che si faccia la legge in un tono civile", aggiunge Renzi, "evitiamo che sia uno scontro". E ancora: "Giudico davvero negativa la pratica dell’utero in affitto che in molti casi riguarda pure coppie eterosessuali".

MANIFESTAZIONI

ROMA - Finora gli emendamenti al ddl sulle Unioni civili erano stati solo annunciati dagli avversari del provvedimento. C’era tempo fino alle 13 di oggi per presentarli al Senato, dove la legge approderà il 28 gennaio. E alla fine ne sono arrivati circa 6mila. Di questi, circa 5mila sono stati consegnati dalla sola Lega Nord (che già in altre occasioni ha manifestato il suo dissenso con carrelli della spesa stracarichi di proposte di modifica). Il cammino della legge potrebbe dunque complicarsi anche se il premier Matteo Renzi, nel corso della direzione Pd, ha ribadito: "Per il Pd la legge non è rinviabile. Si devono cercare fino all’ultimo punti di intesa, ma poi si deve andare in aula e votare. E la ricerca del compromesso non può essere lo strumento per non arrivare a un voto".

Altri centossessantacinque emendamenti portano la firma dei senatori Idea (Identità e azione) e PI (Popolari per l’Italia). I primi (Andrea Augello, Luigi Compagna, Carlo Giovanardi e Gaetano Quagliariello che, lo ricordiamo, hanno fondato a novembre 2015 il movimento ’Idea’, collocato al Senato all’interno del gruppo Grandi Autonomie e libertà) ne hanno firmato un centinaio, a cui ha aggiunto il suo sostegno il popolare per l’Italia Mario Mauro, il quale a sua volta ne ha presentati sessantacinque, sottoscritti anche dai senatori Idea. Il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri ha dichiarato che gli azzurri hanno presentato circa trecento modifiche, rilanciando il tema della presunta incostituzionalità della legge (un punto già sconfessato e chiarito ieri da Monica Cirinnà, senatrice Pd e prima firmataria del ddl, nel corso del videoforum di Repubblica Tv).

Altri sessanta gli emendamenti dei senatori e delle senatrici del Pd. Si tratta di proposte dei singoli, nessuno dei quali è stato sottoscritto dalla presidenza del gruppo. Delle sessanta proposte di modifica, nove sono quelle presentate dagli esponenti dell’area cattolica del partito. In particolare restano i due emendamenti, annunciati nei giorni scorsi, sulla trasformazione della stepchild adoption in "affido rafforzato" e sull’utero in affitto, ossia sul "divieto della pratica di surrogazione di maternità" realizzata da un cittadino italiano all’estero, senza però prevedere, né per chi realizza la maternità surrogata né per chi la organizza, alcun inasprimento delle pene.

Infine una dozzina di emendamenti a prima firma di Beppe Lumia, capogruppo democratico in commissione Giustizia, hanno la finalità di trovare un "equilibrio" tra le varie aree del Pd. Ad esempio quelli che riducono al minimo qualsiasi rimando delle unioni civili alle sezioni del codice civile che disciplinano il matrimonio (proprio per rimarcare la differenza fra i due istituti e venire incontro alle richieste dei cattolici dopo il monito del Papa di questa mattina). O quelli sulla stepchild adoption, in cui viene chiarito il lungo iter che porta all’adozione, specificando che la legge non prevede nessun automatismo, ma la decisione ultima spetterà sempre al Tribunale dei minori.
Unioni Civili, che cosa è la stepchild adoption
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Del resto già ieri Cirinnà non aveva escluso "emendamenti migliorativi dell’articolo 5", quello sulle adozioni per l’appunto. E oggi ha commentato: "Con la presentazione degli emendamenti un altro decisivo passo in avanti verso le unioni civili. Ho apprezzato molto il lavoro parlamentare di questi giorni per presentare degli emendamenti migliorativi del testo del Pd. I tempi sono maturi - ha concluso - perché anche il Parlamento colmi il ritardo imperdonabile per il quale il nostro Paese è stato condannato dalla Corte europea e invitato a porre al più presto rimedio".

Intanto, mentre si susseguono gli spot (come "Si, lo voglio"), le iniziative e appelli di cantanti (l’ultimo è di Laura Pausini) sportivi, chef, scrittori, musicisti e attori a sostegno della legge, Arcigay e le altre associazioni lgbt (ArciLesbica, Agedo, Famiglie Arcobaleno e Mit) hanno ricordato di non mancare domani alla mobilitazione #Svegliatitalia delle famiglie arcobaleno in cento piazze d’Italia, cui si sono aggiunti i presidi sorti spontaneamente a Londra, Copenhagen, Dublino, Limerick, Berlino, Francoforte e Monaco.