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 2016  gennaio 22 Venerdì calendario

NUOVO ALLARME UTILI PER DEUTSCHE

Le parole del presidente della Bce, Mario Draghi, che ieri ha annunciato di essere pronto a intervenire ancora a marzo, si sono fatte sentire anche sul titolo Deutsche Bank , che ha chiuso la seduta di ieri con un calo limitato al 3,4% a 17,125 euro, nonostante un avvio di contrattazioni contrassegnato da forti vendite a causa del nuovo profit warning lanciato nella serata di mercoledì.
Notizia che nelle prime ore di scambi aveva spinto i titoli del colosso di Francoforte in calo di quasi il 10% a un minimo intraday di 16,03 euro. Anticipando i conti che saranno resi noti il prossimo 28 gennaio, i vertici di Deutsche Bank hanno annunciato di prevedere per il quarto trimestre del 2015 una perdita netta di 2,1 miliardi di euro a causa di oneri legali e di ristrutturazione e per l’impatto delle difficili condizioni di mercato. Un dato che porta il totale delle perdite del gruppo nel 2015 a 6,7 miliardi, il primo bilancio in rosso dal 2008. E anche gli azionisti dovranno pagare dazio, rinunciando al dividendo per due anni, per consentire alla banca di rafforzare i ratio patrimoniali e portare l’indicatore Cet1 dall’11,5 al 12,5% nel 2018. Il nuovo top management che lo scorso anno si è insediato in Deutsche Bank sta tentando di tagliare i costi in un contesto regolamentare molto più stringente per l’attività bancaria, sia in Europa che negli Usa.
La banca ha accantonato 1,2 miliardi di euro nel quarto trimestre per le previste spese legali in aggiunta al miliardo accantonato nel trimestre precedente, portando l’importo totale degli accantonamenti nel 2015 a 5,2 miliardi di euro. L’istituto ha anche stanziato 800 milioni nel quarto trimestre a titolo di spese di ristrutturazione. Il vertice del colosso tedesco ha inoltre sottolineato che le difficili condizioni dei mercati nel quarto trimestre hanno colpito soprattutto le attività di investment banking contribuendo a una contrazione dei ricavi di periodo, che si sono attestati a 6,6 miliardi dai 7,8 del quarto trimestre 2014, a fronte dei 7,97 miliardi attesi dal consenso degli analisti.

John Cryan, che dallo scorso luglio è il nuovo co-chief executive officer del gruppo tedesco, ha in programma di tagliare 35 mila posti di lavoro (incluse le 6 mila posizioni in appalto a società esterne e i 20 mila dipendenti che verranno ceduti assieme ad asset non più strategici, concentrati nella controllata Deutsche Post). Come altre banche europee, Deutsche Bank è alle prese con un corposo programma di riduzione dei costi per rispondere alle crescenti richieste regolamentari, aggiornare i sistemi operativi, affrontare mercati più volatili e arginare la sempre più forte concorrenza delle banche Usa. Tra i punti chiave del piano c’è anche l’uscita da dieci Paesi (tra cui non figura però l’Italia) e la cessione di asset non core. Riguardo a questo tema, sempre mercoledì sera, l’istituto ha fatto sapere che la vendita della sua quota nella banca cinese Hua Xia Bank Co, annunciata a dicembre, potrebbe essere definita nel secondo trimestre di quest’anno. Nel tentativo di rilanciare le sue attività, Deutsche Bank non ha soltanto reclutato un nuovo capo azienda, ma ha anche riorganizzato i comitati interni e sostituito diversi top manager. Cryan, commentando il profit warning, ha detto che i prossimi due anni resteranno complicati per Deutsche Bank , ma ha evidenziato che le azioni intraprese negli ultimi mesi contribuiranno a rendere la banca più stabile ed efficiente.