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 2016  gennaio 21 Giovedì calendario

PENSARE

«Importante è non avere persone negative attorno a te. Cerco di divertirmi. Pensare? No, meglio non pensare» (Peter Sagan, ciclista, campione del mondo in carica).

LIBRI «Quando nella Lazio subii mobbing e fui messo fuori rosa. Feci causa, la vinsi e detti tutto in beneficienza, ma speravo che questo aiutasse a cambiare il sistema: non è stato così. In compenso in quel periodo mi avvicinai ancora di più allo studio, perché soprattutto quando si è giovani mettere insieme libri e pallone non è semplice» (Guglielmo Stendardo, difensore dell’Atalanta).

LIMITI «Ho sempre nutrito grande rispetto per le mie colleghe: nella vita puoi imparare da tutti. Certo, la competizione ti dà l’adrenalina, ma alla fine la sfida è sempre con se stessi e con i propri limiti» (Carolina Kostner, pattinatrice).

FOTO/1 «Una volta, in prima squadra, avevi paura a parlare e stavi in un angolo. Era una dittatura degli anziani. Ti presentavi con l’orecchino, te lo toglievano. Ti facevi crescere i capelli, te li tagliavano. Adesso un ragazzo viene a fare un allenamento con la prima squadra e pensa di essere arrivato. La cosa più importante è mettersi lì a fare le foto» (Andrea Pirlo, centrocampista del New York City).

FOTO/2 «Ricordo benissimo l’emozione del primo giorno a Milanello: in questo posto hanno giocato tutti i grandi. Ti confesso che ho passato i primi giorni a guardare le tante e bellissime fotografie che sono appese su questi muri: Champions, scudetti, fuoriclasse ovunque» (Giacomo Bonaventura, centrocampista del Milan).

ASCENSORE «Sa cosa mi disse Ancelotti quando mi fece esordire nel Psg? Eravamo in ascensore e sparò: “Oggi fa­ rò l’errore più grande della mia vita: ti metterò in campo”. Io ancora non lo conoscevo e non sapevo come dovevo prenderla...» (Marco Verratti, centrocampista del Paris Saint-Germain).

SE «Sapere che questo è l’ultimo anno di attività mi permette di godermela, e in campo si vede. Anche se non mi sento appagata, però il mio gioco ha bisogno che io sia lucida e tranquilla. Ho fiducia, per questo gestisco meglio i momenti delicati. Ma se non dovessi entrare nelle prime dieci a fine stagione, non muore nessuno» (Roberta Vinci, tennista).

BUONI «I pugili buoni in Italia ce li abbiamo, anche migliori degli altri. Ma se la gente non li conosce come fa a innamorarsene?» (Giovanni De Carolis, pugile, campione del mondo che l’Italia dei Supermedi Wba).