varie, 19 gennaio 2016
FIGLI «Matias, 13 anni, è il mio critico numero uno: se gioco una brutta partita me lo fa notare e non mi lascia in pace
FIGLI «Matias, 13 anni, è il mio critico numero uno: se gioco una brutta partita me lo fa notare e non mi lascia in pace. Julian, invece, ne ha 6 e chiede: “Papà, perché oggi non hai fatto gol?”» (German Denis, centravanti argentino dell’Atalanta, padre di quattro figli). TUTA «Quando vede che sto mettendo la tuta del Bologna per andare in ritiro, Pietro mi dice: “Papi, ma devi sempre andare alla partita? Non puoi stare qui con me?”» (Daniele Gastaldello, difensore del Bologna). INGLESE «Mi hanno detto che vado meglio di quanto pensassero. Devo di sicuro migliorare, ma vorrei andare in conferenza stampa e rispondere alle domande in inglese» (Francesco Guidolin, allenatore, che ha appena firmato per lo Swansea, in Premier League). DIFETTI «Io non godo della vittoria neanche per un giorno. Il perché non lo so. È un mio difetto. Non mi rilasso finché non ho raggiunto l’obiettivo. A quel punto sparisco davvero. Non mi interessa più niente» (Marco Giampaolo, allenatore dell’Empoli). VINO «Nonostante io corra per una buonissima azienda vinicola, io bevo pochissimo. Diciamo che sono più un degustatore: amo bagnarmi le labbra, ma poco di più. In ogni caso non sono più un ragazzino. S’invecchia, o meglio, si matura e anch’io penso di essere cresciuto. Prima ero molto più diffidente, faticavo a lasciarmi andare, temevo sempre che dietro ad una domanda o una richiesta ci fosse chissà che cosa. Ora però ho imparato a riconoscere le persone» (Damiano Cunego, ciclista, da questa stagione nel team Nippo Vini Fantini). SINGOLARE «Mi piaceva tuffarmi, mi divertivo. Così è stato naturale giocare in porta, scegliendo l’unico ruolo “singolare” che c’è in una squadra di calcio, quello in cui si usano le mani al posto dei piedi» (Angelo Peruzzi, ex portiere, ora allenatore disoccupato). POSTER «Riflettei a lungo sul fatto che stavo per vivere il momento per il quale avevo lavorato tanto fin da bambina, ma quando mi trovai in campo non c’era in me alcuna dolcezza nei confronti di Serena. Non era più il poster nella mia cameretta. Era la mia avversaria» (Garbine Muguruza, tennista spagnola numero tre al mondo). RACCATTAPALLE «Io a volte ho fatto il raccattapalle, ai tempi della Roma di Spalletti: avevamo l’ordine di rimettere la palla in gioco velocemente» (Federico Viviani, centrocampista dell’Hellas Verona cresciuto nelle giovanili della Roma).