Paolo Siepi, ItaliaOggi 19/1/2016, 19 gennaio 2016
PERISCOPIO
Ancora dubbi sulla partecipazione di Berlusconi al Family Day. Qualche certezza in più, invece, per la Family Night. Gianni Macheda.
Sulle unioni civili Berlusconi è contro ma forse anche a favore. Sul referendum costituzionale è contro e basta, tranne poi accorgersi che gli toccherebbe votare con Zagrebelsky e le showgirl di Se non ora quando? Maurizio Crippa. Il Foglio.
Scalfari, per completare la redazione milanese di la Repubblica organizzò una cena a casa di Giorgio Bocca dove erano presenti prestigiosi giornalisti. Ci andai col cuore in tumulto: chissà che cosa avrei sentito da quelle bocche. Invece parlò per quasi tutta la serata Silvia Giacomoni, la moglie di Bocca. Io, di sottecchi, guardavo Giorgio e mi dicevo: ma perché non zittisce la rompicazzi? (Silvia mi perdoni, in seguito saremmo divenuti amici). Salvò la situazione un giornalista fiorentino, Manlio Mariani, che la interruppe con una sfilza di battute e di aneddoti come sanno fare i toscani. Massimo Fini, scrittore. il Fatto.
Depenalizzati ingiuria e atti osceni: insomma anche del vaffanculo non frega più niente a nessuno. Giuseppe De Filippi. Il Foglio.
I piccoli problemi si risolvono. I grandi problemi si rispettano. Massimo Bucchi, ilvenerdì.
Non andrò al Family day. Non perché non creda che la famiglia sia il nucleo fondante della società o perché non creda che il governo Renzi non sia completamente latitante su questo tema. Non ci sarò perché (dalla scelta della data, ai toni usati dai promotori) è evidente la matrice ideologica e strumentale dell’iniziativa organizzata solo in chiave anti-Cirinná. Stefania Prestigiacomo, deputato FI. QN.
La Bibbia racconta che Sara, non riuscendo ad avere figli, offrì la sua schiava al marito Abramo. Il figlio lo chiamarono Ismaele. Sono molti, nella storia, gli esempi di maternità surrogata come forma di schiavitù o di devozione. Vittorio Lingardi. Ilvenerdì.
Sulle terribili violenze consumate sulle donne a Colonia non c’è stato neppure un pigolìo da parte delle nostre parlamentari e femministe sui valori occidentali non negoziabili che ora scopriamo a rischio. Perché a quei musulmani che trasversalmente vogliono riaffermare la sottomissione femminile nessuna dice: no pasaran? Lucia Annunziata. QN.
Non desidero che il Paese dei miei nipoti diventi musulmano, nel quale si parli prevalentemente turco e arabo, dove le donne portano il burqa e il ritmo della giornata sia scandito dai muezzin. Se voglio questo, posso prenotare una vacanza in Oriente. Thilo Sarazzin, già membro del Comitato esecutivo della Bundesbank, in La Germania si abolisce.
Gli attuali flussi migratori di massa da Est e Sud sono un fenomeno di dimensioni ingovernabili e di carattere tragico, nel senso che per un’enorme quantità di profughi e di migranti (la distinzione è spesso labile) non c’è speranza non si può e non si potrà salvare tutti, e neppure la maggioranza, dalla morte, dalla miseria, dall’impossibilità di realizzare condizioni di vita accettabili. Alfonso Berardinelli. Il Foglio.
In Aprile Nanni Moretti, a Brindisi per girare un documentario sullo sbarco di massa degli immigrati albanesi, si guarda intorno sconsolato: «Il fatto che in questi giorni qui in Puglia non sia venuto nemmeno un dirigente della sinistra è un sintomo della loro assenza politica, ma soprattutto della loro assenza umana: a loro non gliene importa niente, hai capito? Io me li ricordo negli anni Settanta, a Roma, alla Fgci: i giovani comunisti romani stavano tutto il pomeriggio davanti al televisore a vedere Happy days, Fonzie... È questa la loro formazione politica, culturale e morale». Antonio Padellaro, Senza cuore. Baldini&Castoldi, 2000.
Nella sua villa sopra Ascona tutta voluttà e crudeltà, molto lusso, calma niente, caveau di Ciba-Geigy e Brown-Boveri e sul Monte Verità sarabande, baiadere, messe nere in nomine Persifal, con Santa Cecilia e Suor Messalina alle tastiere dell’hashish gregoriano... nel più profondo Canton Ticino... Magica Bellinzona. Alberto Arbasino, Fratelli d’Italia. Adelphi.
Berlino è una città poco amata: non solo da Hitler, che la voleva rifare, ma anche da Hegel, da Stefan Zweig, da George Grosz. Una città che suscitava l’irritazione in Konrad Adenauer, sospettoso della tradizione militarista prussiana. Sergio e Beda Romano, Berlino capitale. Storie e luoghi di una città europea. il Mulino.
Con l’età ho scoperto che più invecchi e più diventi invisibile. La vecchiaia è scontata come il marciapiede sul quale cammini. Diventi trasparente. E la gente che per strada ti viene incontro non ti vede, ti urta e tu puoi solo tentare di evitarla. Chi dice che la vecchiaia è bella mente o è stupido. La vecchiaia è brutta. Poi ti adatti e finisci con l’accettarla. L’età più bella per me è stata quella della maturità, tra i quaranta e i cinquant’anni. Natalia Aspesi, giornalista (Antonio Gnoli). La Repubblica.
Come nel terzo millennio gli architetti costruiscono nell’emirato del Dubai una città su un’isola artificiale a forma di palma e il Burj-al-Arab, un albergo a sette stelle che dispiega la sua immensa vela di cemento armato su un Golfo Persico di cui non solcherà mai le onde, così agli inizi del ’900 a Baku, palazzi moreschi affiancano costruzioni gotiche, cupole bizantine sbocciano su padiglioni rococò, colonnati greco-romani spuntano ovunque come funghi. Piera Graffer.
Il mio cliente standard è quinta-elementare-senza-lavoro, il che equivale a dire: i disoccupati di qualunque etnia indoeuropea, o provenienza razziale, gli inoccupati, i pigri, i paraculi, i bolliti, gli insegnanti, quelli presi a pedate dall’azienda, senza un vero perchè. I paroni sono fatti così: fanno i soldi non pagando la zente, inculando su tutto, inps, inail, ive, ferie, premi, tredicesime, buste paga, maternità, su tutto. Per fortuna che ci sono i sindacati, ad aiutare i ragazzi. Francesco Maino, Cartongesso. Einaudi.
Il cellulare di Erasmo, come un parente un po’ tocco, delira messaggini al ritmo di due al minuto. Daniela Ranieri, Mille esempi di cani smarriti. Ponte alle Grazie, 2015.
Dopo che una babysitter da un quintale ti ha scoreggiato in faccia strillando «Bang!», non ti terrorizza più neppure il Village Voice. Stephen King, On Writing.
Sono esaurite le risorse degli stati (d’animo). Alessandro Bergonzoni, ilvenerdì.
Le innovazioni debbono essere più utili che futili. Roberto Gervaso. Il Messaggero.
Paolo Siepi, ItaliaOggi 19/1/2016