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 2016  gennaio 13 Mercoledì calendario

E IL PROCESSO È STATO SOSPESO PER RISSA – 

Bergamo, gennaio
Il sospetto aleggia. Forse è fondato. Chi aveva interesse a trasformare in una rissa la 22a udienza del processo per l’omicidio di Yara? L’aula della Corte d’Assise, nel pomeriggio di venerdi 8 gennaio, è diventata un’arena dentro quale, mentre il pubblico rumoreggiava e applaudiva, urlavano tutti. «Quel delinquente» ha esclamato il Pm Letizia Ruggeri riferendosi a Ezio Denti, investigatore privato e consulente della difesa di Bossetti. E poco prima l’aveva definito: «Un ignorante che deve leggere tutto». «Ma stiamo facendo il processo a Bossetti o al nostro consulente?», ha chiesto alterato l’avvocato Claudio Salvagni. «Basta!», ha urlato Enrico Pelillo, avvocato di parte civile. «Basta cosa? Basta lo dici a casa tua!» ha replicato Salvagni alzando ancora i toni. «Che cazzo vuoi? Non sto parlando con te», gli ha risposto Pelillo. È intervenuto a muso duro Paolo Camporini, altro avvocato della difesa: «Dimmelo guardandomi negli occhi». Udienza sospesa e rinviata di una settimana. Antonella Bertoja, presidente della Corte, ha abbandonato l’aula indignata.
Ma chi ha tratto vantaggio da questa decisione? È solo un sospetto ma probabilmente chi al mattino aveva visto franare sotto i colpi di Ezio Denti, quella che l’Accusa considera la seconda prova in ordine di importanza contro l’imputato. Le immagini del camioncino di Bossetti che per un’ora avrebbe girato attorno alla palestra in attesa di rapire Yara.
La prova del camioncino era stata demolita
Già questa prova era uscita molto compromessa dall’udienza nella quale il colonnello Giampietro Lago, comandante del Ris di Parma, era stato costretto ad ammettere che i Carabinieri, d’accordo con la Procura, avevano assemblato un collage di immagini del cassonato assolutamente illeggibili per ricavare un filmato da consegnare alla stampa. «Esigenze di informazione», aveva detto il colonnello. Un video fatto apposta per costruire la figura del predatore-Bossetti. Nel fascicolo processuale infatti sono rimaste solo due immagini del camioncino considerate attendibili. Le altre, lo ha detto lo stesso Pm, «non le abbiamo accluse agli atti». «E se non sono nel fascicolo alla Corte non interessano» aveva sentenziato il presidente.
Nell’udienza di venerdi 8 gennaio Ezio Denti ha incrinato, con una ampia documentazione e con prove fotografiche anche l’attendibilità delle due immagini rimaste. Il camioncino mostrato nei fotogrammi delle telecamere della Polynt 1 e Polynt 2, un’azienda accanto alla palestra di Yara, non è quello di Bossetti. Per almeno tre ragioni.
Le contromosse di Ezio Denti
La prima. La Iveco produce camioncini Daily con tre “passi” diversi: 3 metri, 3 metri e 45 e 3 metri e 75. Il “passo” è la distanza fra il centro della ruota anteriore e quello della ruota posteriore. Il camioncino di Bossetti ha un “passo” più lungo, 3 metri e 45, rispetto a quello del camioncino ripreso dalle telecamere e attribuito dagli inquirenti al muratore di Mapello che ha un “passo” di soli 3 metri. La seconda. Quasi tutti gli Iveco Daily hanno una campata (sbarre di ferro tipo portapacchi o portasci) sul tettuccio che non solo protegge la cabina dai carichi ingombranti ma serve anche per fissare questi carichi. La più costosa delle campate è quella mobile, che si può alzare o abbassare facendola scorrere con un congegno. Bossetti, per risparmiare, non aveva il congegno. Ce l’aveva saldata al tettuccio. Quindi la sua altezza è fissa. Mentre quella del camioncino ripreso dalle telecamere è mobile, quindi regolabile. Lo si vede benissimo nel fotogramma.
La terza. La cassetta portattrezzi sulla fiancata del camioncino di Bossetti ha una sola maniglia mentre quella dell’automezzo mostrato in aula ne ha due, una per ciascun lato.
Difficile controbattere a immagini e misurazioni così precise. E non a caso, tutti hanno notato con quanta attenzione e senza mai interrompere, il Presidente e l’intera Corte seguissero la deposizione di Ezio Denti. Così al Pm Letizia Ruggeri sono saltati i nervi: «È un ignorante, deve leggere tutto. Io quello lo distruggo», ha esclamato girandosi verso gli avvocati della famiglia di Yara. E Denti ha assestato un altro colpo mostrando ancora il video della Polynt. Pochi secondi dopo il passaggio del presunto camioncino di Bossetti nel filmato ne appare un altro proveniente in senso contrario. È bianco, identico (almeno nelle immagini in bianco e nero perché quello di Bossetti non è bianco ma verde acquamarina) a quello del muratore di Mapello. «E questo automezzo di chi è? L’avete mai controllato? Eppure ha un “passo” identico a quello che voi attribuite a quello di Bossetti», dice Denti. Imbarazzo in aula. Solo la Pm chiede: «Me lo fa rivedere? Ma a che ora è passato?».
Per ultimo il colpo di teatro. Denti mostra alla Corte otto Iveco Daily bianchi identici a quello incriminato. Elenca di ciascuno numero di targa e nome del proprietario. Tutti circolanti in comuni vicini a Brembate. «Avete detto che sono stati controllati tutti i camioncini della Bergamasca con queste caratteristiche e che li avete esclusi perché dalle vostre verifiche i proprietari non erano a Brembate quando Yara è sparita. E questi come mai non figurano negli atti del processo e neppure nei registri della Motorizzazione? Da dove saltano fuori? Perché non li avete controllati?». Il Pm Ruggeri ha replicato con sarcasmo: «E lei come li ha trovati? Li ha incrociati per strada?».
«I video non sono stati mai sequestrati»
Ma Denti ha calato un’altra carta che ha spiazzato tutti: «I video della telecamera della Polynt 2 non sono stati sequestrati dalla polizia giudiziaria, come avrebbe dovuto essere. Sono stati estratti e consegnati dalla proprietaria dell’azienda il 4 febbraio 2011, due mesi e dieci giorni dopo la sparizione della ragazza. Ma non esiste un server che conserva le registrazioni per 71 giorni. Le immagini si cancellano automaticamente. E come mai invece i video della Polynt 1 portano la data del 29 novembre 2010? Tre giorni dopo la scomparsa di Yara? Li avete acquisiti a rate? O li avete riprodotti con la carta velina?»
Pausa pranzo. Riunione urgente degli inquirenti negli uffici della Procura. Forse per organizzare la controffensiva. Che parte puntuale. Ma non nel merito delle prove mostrate dal consulente della difesa. Con un attacco frontale sul piano personale e professionale a Ezio Denti da parte del Pm. «Lei è laureato? Dove? A me risulta che sia solo un ragioniere. Lei ha avuto una denuncia per falso? Lei ha fatto un corso di fotografia? Lei è iscritto all’albo degli investigatori privati?». E in aula è scoppiata la rissa. Adesso l’Accusa ha una settimana di tempo per riorganizzarsi.