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 2016  gennaio 14 Giovedì calendario

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Premettiamolo subito: l’astrologia, allo stato attuale delle conoscenze, non può essere considerata una scienza esatta. Perché non risponde ai requisiti che caratterizzano il metodo scientifico, men che meno a quello che stabilisce che si verifichi, tramite ripetuti esperimenti di laboratorio, la riproducibilità di un’ipotesi derivante dall’osservazione di un fenomeno naturale. L’astrologia può tuttavia essere considerata più genericamente «scienza» se con questo termine si intende un sistema articolato (e, nel caso specifico, anche molto complesso) di conoscenze.
Nata in Mesopotamia, secondo fonti ufficiali, nel 2000 a.C. (ma la scoperta di calendari lunari e mappe celesti di 38 mila anni fa, disegnate su ossa di mammut, parrebbero anticiparne la nascita già all’epoca di Neanderthal), l’astrologia occidentale, disciplina antropocentrica, ha come schema di riferimento una griglia virtuale chiamata zodiaco, che prende origine dal movimento apparente descritto dal sole attorno alla terra nel proprio moto di rivoluzione annuale. Anche questa «cintura», identificata dagli astrologi-astronomi-sacerdoti babilonesi, ebbe inizialmente funzione di calendario: suddivisa in 12 porzioni ampie 30 gradi ciascuna, nominate segni zodiacali, serviva in origine a osservare, tramite la salita e la discesa del sole nel cielo, le tappe stagionali alle quali erano correlati i riti agricoli dell’epoca. Ogni 21-22 del mese il sole effettua il proprio ingresso in uno di questi segni, nel quale rimane fino al 21-22 del mese successivo: tutte le persone che nascono durante la «passeggiata» del sole in quel rettangolino di zodiaco si dicono «nate sotto quel segno». Dire «segno zodiacale» o «segno solare» è quindi la stessa cosa. Pertanto, per esemplificare, chi nasce fra il 22 aprile e il 21 maggio, mentre il sole attraversa la costellazione del Toro, si dice «nato sotto il segno del Toro».
Anche gli altri pianeti del sistema solare vengono proiettati sullo zodiaco ed entrano ed escono dai 12 segni dopo averli percorsi in lassi di tempo che variano dai due giorni e mezzo della Luna agli oltre 30 anni di Plutone. La posizione dei pianeti al momento della nascita di una persona viene individuata tramite l’uso delle effemeridi (tabelle che riportano il grado zodiacale sul quale si collocano giornalmente gli astri) e descrive sia il carattere della persona in questione sia, spesso, le tendenziali linee del suo destino.

Attualmente non sappiamo perché a certe geometrie celesti corrispondano specifici tratti della personalità, non conosciamo il motivo per il quale, ad esempio, la Luna si traduca, fra le altre simbologie, nella nostra sensibilità, Mercurio nell’intelligenza o Venere nell’affettività, ma noi studiosi della materia, nella nostra pratica, constatiamo pressoché quotidianamente che chi nasce, esemplificando ancora, con la Luna nel Cancro possiede una sensibilità vibrante e spesso non facile da controllare, mentre chi nasce con la Luna nell’Acquario riesce a contenere le emozioni e a non farsene soverchiare. Come chi nasce con Mercurio nei Gemelli recepisce in un lampo concetti e nozioni, mentre chi ha Mercurio in un segno di terra (Toro, Vergine, Capricorno) al termine di una spiegazione chiede spesso, per capire meglio, «mi fai un esempio?». Il discorso vale naturalmente anche per gli altri pianeti.
Forse un giorno la fisica quantistica riuscirà a spiegare questo meccanismo di traslazione dall’astro all’uomo: noi studiosi al momento continuiamo ad applicare le tecniche di interpretazione astrologica, constatando ogni volta come l’astrologia costituisca un affascinante strumento d’indagine, una chiave di lettura molto spesso precisissima dell’animo umano e del trend degli eventi sul piano sia individuale sia collettivo.