Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  gennaio 13 Mercoledì calendario

Resta sempre a carico di ignoti il fascicolo di indagini per omicidio sulla morte di Beata Balon, la 45enne addetta alle pulizie originaria di Varsavia (Polonia) trovata morta lunedì 11 gennaio nella sua camera da letto in un appartamento in via Pasteur a Ponzano di Empoli con un sacchetto di plastica in testa

Resta sempre a carico di ignoti il fascicolo di indagini per omicidio sulla morte di Beata Balon, la 45enne addetta alle pulizie originaria di Varsavia (Polonia) trovata morta lunedì 11 gennaio nella sua camera da letto in un appartamento in via Pasteur a Ponzano di Empoli con un sacchetto di plastica in testa. Nemmeno oggi, mercoledì 13 gennaio, trapelano indiscrezioni sugli accertamenti che il pm Ornella Galeotti e i carabinieri, guidati dal tenente colonnello Agatino Saverio Spoto, stanno conducendo per capire meglio le ultime ore della donna e del compagno Giuseppe Nocerino, guardia giurata 38enne, non indagato al momento. I militari dopo il computer hanno messo sotto controllo qualsiasi cosa che possa far risalire meglio all’accaduto, come per esempio i farmaci che erano in casa. Per Nocerino, guardia giurata, si è trattato sicuramente di un suicidio, seguito di altri tentativi passati. Lui secondo il proprio racconto avrebbe passato la notte con lei senza accorgersi di nulla per via di quel pelouche che li divideva. Soltanto al mattino, sentendo il corpo della Balon freddo, avrebbe poi notato il sacchetto di plastica in testa, quello che, secondo l’autopsia, avrebbe provocato la morte per soffocamento. I risultati legati ai test del Dna e delle impronte non arrivano ancora e la procura resta cauta prima di sciogliere i tanti dubbi ancora irrisolti. La donna aveva sofferto di problematiche familiari, tra cui la morte della madre, ma è anche vero che nel frattempo stava seguendo un percorso per disintossicarsi dall’alcol prendendo parte ai meeting di una associazione contro la dipendenza. Il corpo a quel che risulta è sempre a Careggi, dove ieri era stata eseguita l’autopsia, e il magistrato non ha ancora concesso il nulla osta per la restituzione ai familiari. *** È stata eseguita stamani l’autopsia sul corpo di Beata Balon, la 45enne addetta alle pulizie originaria di Varsavia (Polonia) trovata morta ieri mattina (lunedì 11 gennaio) nella sua camera da letto in un appartamento in via Pasteur a Ponzano di Empoli con un sacchetto di plastica in testa. L’esame avrebbe confermato che la morte della donna è avvenuto per soffocamento. Secondo quanto si apprende da fonti investigative, al momento il pm Ornella Galeotti non avrebbe iscritto alcun nome nel registro degli indagati. Nemmeno dunque quello del compagno, una guardia giurata 38enne originaria di Napoli, che ieri sera è stato ascoltato fino alle 21 ed è stato trattenuto per circa nove ore nella Compagnia carabinieri di Empoli. Il pm ha comunque aperto un fascicolo per omicidio. Si tratta di un atto dovuto se vogliamo: non essendo il suicidio un reato, era comunque l’unico modo per poter chiedere la possibilità di un esame autoptico sul corpo. Il quadro comunque non è chiaro e sviluppi potrebbero arrivare anche a distanza di giorni dal momento della macabra scoperta. Tutto è sotto la lente di ingrandimento: dalle testimonianze raccolte ai dati del suo computer che è stato posto sotto sequestro. Emergono ulteriori dettagli intanto sulla figura di Beata. Negli anni Novanta la donna era già in Italia e lavorava a Montecatini Terme in un locale. Successivamente si era trasferita a Empoli. I due figli della Balon, a differenza di quanto emerso precedentemente, non vivrebbero in Polonia: uno è residente a Castelfiorentino, l’altra è comunque in Toscana. Hanno padri diversi, quello della ragazza vive ad Altopascio: anche lui è stato ascoltato dai carabinieri. Per un periodo della sua vita Beata aveva vissuto anche a Fibbiana, frazione di Montelupo Fiorentino, dive la ricordano come una gentile cameriera al ristorante ‘Il Coriandolo’. Viene descritta come una persona sorridente ed educata anche da chi la conosceva in municipio a Empoli, dove prestava la propria opera come addetta alle pulizie per conto di Manutencoop.